Fa discutere
la chiusura della filiale Intesa Sanpaolo di Pian del Voglio e il rischio
concreto che la stessa sorte tocchi anche allo sportello di Monghidoro. A
intervenire è il consigliere regionale Marco Mastacchi (Rete Civica), che,
all’indomani della manifestazione tenutasi in Piazza Minghetti ( nella foto) davanti alla
sede della banca, ha depositato un’interrogazione alla Giunta regionale per
chiedere misure concrete contro la progressiva scomparsa degli sportelli
bancari nelle aree interne e montane dell’Emilia-Romagna.
Secondo
Mastacchi, le chiusure fanno parte di un più ampio piano di razionalizzazione
avviato a livello nazionale da Intesa Sanpaolo, ma rappresentano un duro colpo
per territori già fragili dal punto di vista economico e sociale. "Non si
tratta solo della chiusura di uno sportello – sottolinea – ma della perdita di
un presidio fondamentale per la vita quotidiana delle comunità."
Il
consigliere definisce il fenomeno in atto come una vera e propria “desertificazione
bancaria”, che si somma alla già avanzata “desertificazione dei servizi”
nelle zone interne. In particolare, Mastacchi evidenzia le criticità legate
all'accesso ai servizi digitali: “L’home banking non è una soluzione valida per
tutti, specialmente per gli anziani, per chi non ha dimestichezza con la
tecnologia o vive in aree con scarsa connettività”.
Nel mirino
l'intero piano industriale di Intesa Sanpaolo che, entro il 2025, prevede la
chiusura o l'accorpamento di circa 400 filiali e la trasformazione di altre 600
in punti a prevalente operatività commerciale, accompagnata dall’uscita di
7.000 dipendenti. Un modello che, secondo Mastacchi, colpisce duramente i
piccoli comuni e le aree montane, aggravando fenomeni come l’isolamento, la
marginalizzazione e lo spopolamento.
“Chiudere
uno sportello in questi territori – prosegue – significa ostacolare l’attività
delle piccole imprese, creare disagi per i cittadini e rendere più difficile
attrarre nuovi residenti e investimenti”. Particolarmente sentita la questione
a Pian del Voglio, dove la filiale serviva anche residenti di frazioni vicine e
dell’area toscana, per i quali raggiungere i capoluoghi è spesso impossibile.
Inoltre, la decisione della banca viene letta come un tradimento dell’impegno
assunto in passato, quando la chiusura degli sportelli di San Benedetto Val di
Sambro era stata accompagnata dalla promessa di non effettuare ulteriori tagli.
Insieme alla consigliera Elena Ugolini, cofirmataria dell’interrogazione, Mastacchi chiede alla Regione di attivarsi per tutelare le esigenze delle comunità fragili e trovare soluzioni che garantiscano la continuità dei servizi bancari di prossimità, essenziali per la tenuta del tessuto economico e sociale di molte aree dell’Appennino.
5 commenti:
Non “chiedete” alle banche di tenere sportelli aperti per un servizio “pubblico e di utilità” che non possono più permettersi di fare; hanno i loro problemi. Nel 2024 Banca Intesa ha realizzato soltanto 8,67 miliardi di utili. +12% rispetto al 2023. Quando avevano “bisogno” ci cercavano; adesso…
Basta, con le pioggie artificiali stanno liquefacendo l'appennino, siete preoccupati per le banche, cosa farete quando la vostra casa verrà dichiarata inagibile per smottamento?
I Politici bolognesi della città metropolitana, rilanciamo l'appennino, case a basso affitto, SI! ma mancano i servizi!
Che se ne vadano pure , servono i negozi e i bar
Dove? Dove sono le case a basso affitto?
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