“A Marzabotto l’umanità ha subito un colpo fatale e la giustizia per le vittime è arrivata tardi al punto di consentire ai carnefici di andarsene senza pagare per le loro colpe e senza un minimo di pentimento per i loro misfatti”. Questa l’amara constatazione del sindaco di Genova Marta Vincenzi nel discorso ufficiale per le commemorazioni dell’eccidio di Monte Sole del 1944.
La giornata, come consueto, è stata molto partecipata e i tanti presenti si sono alzati in piedi all’unisono al suono della tromba per gli ‘onori ai caduti’ e per intonare l’inno nazionale che hanno cantato portando la mano al petto. Significativa poi la presenza di una rappresentanza della cittadina greca di Domenikon, dove l’esercito italiano, nel corso della campagna di Grecia, dopo l’uccisione di 9 soldati da parte di un gruppo di partigiani, provocò la morte di 150 uomini, dai 14 agli 80 anni, in una violenta azione di rappresaglia. Anche i famigliari di quelle vittime reclamano giustizia e il giusto risarcimento, proprio come i famigliari delle vittime italiane hanno fatto a La Spezia.
Dopo la lettura dei messaggi del Presidente della Repubblica, dei presidenti di Camera e Senato, del Presidente della Regione Puglia e del Sindaco di Napoli, fatta da Valentina Cuppi che ha coordinato gli interventi, sono iniziati i discorsi ufficiali. Per primo Valter Cardi, presidente del Comitato dei famigliari delle vittime di Marzabotto che, ricordando chi lo ha preceduto in quell’incarico, ha detto: “Sono onorato di ricoprire il ruolo di Dante Cruicchi che ha operato in modo instancabile perché il sacrificio di Marzabotto divenisse memoria e monito per le future generazioni”. Ha poi puntato il dito verso il Governo dicendo: “Abbiamo ministri che lavorano contro l’Unità d’Italia, altri che accusano la Magistratura di interferire sulla libertà personale e alcuni conducono stili di vita quanto meno discutibili”. Ha infine ricordato che il processo di La Spaezia ha decretato i risarcimenti ai famigliari delle vittime, risarcimenti che non arrivano a causa degli incomprensibili accordi sovranazionali.
Un affettuoso ricordo a Dante Crucchi è stato portato anche dal sindaco di Marzabotto Romano Franchi che ha sottolineato come amasse definirsi ‘l’artigiano della pace’. Il sindaco ha poi letto alcuni brani che riportavano le impressioni degli alunni dopo la visita a Monte Sole: “Domani saremo uomini e donne di pace per tutta la vita” era l’impegno di una piccolissima studentessa. “Questa è la nostra cultura di pace,” ha sottolineato il primo cittadino, “ che manca a chi ha responsabilità di governo”. Ha poi proposto di diminuire le spese militare a favore delle necessità dei comuni e ha terminato ricordando l’invito di Vittorio Arrigoni, ‘restiamo umani’. Ma ciò che più ha colpito il pubblico è stato l’arrivo dei ragazzi della ‘staffetta di pace’ partita da Colle Ameno di Sasso Marconi. Ogni ragazzo portava una goccia che voleva rappresentare una delle oltre 700 vittime. Alcune gocce avevano sullo stelo un nastrino bianco che rappresenta uno dei 216 bambini uccisi a Monte Sole. Dal palco, uno dei giovani podisti, ha letto il messaggio riportato su ogni goccia ricordando che gli studenti delle scuole di Marzabotto hanno portato le gocce in diverse località: ad Artevento di Cervia il primo maggio, alla stazione di Bologna il 2 agosto e oggi al Sacrario di Marzabotto.
Nessun commento:
Posta un commento