La
decisione Eurostat sugli aiuti alle banche venete è arrivata e i
conti sono da rifare. Il rapporto debito-pil, a parità di saldi di
cassa, peggiora dal 132% del 2016 al 132,5%: il massimo storico.
Un
lettore invia:
In
economia i nodi prima o poi vengono al pettine: inesorabile è
arrivato il verdetto di Eurostat che dopo 9 pagine di serrato
ragionamento conclude che i soldi spesi per le Banche Venete devono
essere contabilizzati per 4,7 miliardi ad incremento del deficit e
per 11,2 miliardi (circa lo 0,65% del Pil) ad incremento del debito
pubblico. Cifre pesantissime. Nell'estate 2017 avevo informato i
lettori di ItaliaOggi che nonostante i proclami del Ministero
dell'Economia (Mef), i soldi spesi dallo Stato per il cd salvataggio
delle Banche Venete non erano un «prestito», ma un «costo» messo
a carico dei contribuenti; una voce della spesa corrente che si
sarebbe inesorabilmente tradotta in un incremento del deficit e del
debito.
Appena
due settimane fa, avevo segnalato che il comunicato del Mef che
commentava i dati Istat su deficit e debito 2017 descriveva una
situazione diversa da quella reale. Da un lato, era basato su una
operazione di «window dressing» (un abbellimento di facciata: era
stato azzerato il saldo di cassa per far scendere il rapporto
debito-pil al 131,5%, rispetto al 132% del 2016; l'Osservatorio Conti
Pubblici della Cattolica, aveva prontamente calcolato che, per fare
un confronto corretto, occorrono valori omogenei e dunque, a saldi di
cassa invariati, il rapporto era peggiorato al 132,2%).
Dall'altro
lato, il comunicato del Mef era incompleto, in quanto ometteva di
informare che l'Istat considerava provvisori i dati di debito e
deficit, proprio in attesa della decisione di Eurostat sulle somme
spese per le Banche Venete. Adesso la decisione di Eurostat è
arrivata e i conti sono da rifare; occorrono «importanti revisioni»
(Istat). Non basta più neanche il «window dressing» per nascondere
le crepe nei nostri conti pubblici. Il rapporto debito-pil, a parità
di saldi di cassa, peggiora dal 132% del 2016 al 132,5%: il massimo
storico.
Non
sono stato facile profeta, i numeri sono oggettivi, basta non
nasconderli. Non si può fare una colpa al Mef a guida Padoan dei
problemi della nostra economia che si sono stratificati in decenni di
declino; ma non può essere tollerata una disinformazione così
sfacciata che scredita l'istituzione ne azzera la credibilità.
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