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Fa la cresta
agli incassi del self service del distributore e si gioca le somme sottratte.
In pochi mesi il ‘ buco ’ è di 80.000 euro.
I
Carabinieri hanno infatti denunciato un 46enne cosentino per furto aggravato
continuato, individuato nel corso di un’indagine avviata alcuni
giorni fa, quando, un 47enne di Pianoro, titolare di un’area di servizio di San
Lazzaro di Savena, si era rivolto a loro per segnalare il sospetto che qualcuno
dei suoi dipendenti lo stava derubando da mesi. Il primo segnale la vittima lo
aveva ricevuto ad agosto quando, controllando gli incassi delle pompe di
benzina self service, aveva scoperto una serie di ammanchi giornalieri di
100/200 euro. Escludendo il problema tecnico e sospettando trattarsi di furti
ad opera d’ignoti, il titolare aveva preso delle precauzioni, nascondendo la
chiave del dispositivo nel cassetto del bar situato nella stessa area di
servizio, al riparo da occhi indiscreti, ma comunque accessibile ai dipendenti.
Al ritorno dalle ferie estive, il 47enne scopriva con rammarico che dai conti
dell’azienda, che comprende oltre quella di S. Lazzaro altre due aree di
servizio della provincia, mancavano circa 6.000 euro. Consultando un revisore
contabile per analizzare il problema, aveva avuto la certezza che la falla era
individuabile nell’apparecchio self service di San Lazzaro di Savena, lo stesso
in cui si erano verificati i primi ammanchi di denaro. A quel punto il
denunciante iniziava a visionare le immagini del sistema di video sorveglianza
installato nella pensilina del distributore e così facendo, nei giorni
seguenti, ha constatato che la mattina presto uno dei suoi dipendenti (il
46enne denunciato dai Carabinieri), dopo essersi impossessato della chiave del
dispositivo self service, accedeva arbitrariamente all’incasso rubando 550
euro. Interpellato dal suo datore di lavoro, il soggetto ha ammesso il furto
confessando di essersi reso responsabile di ulteriori ‘prelievi’ di 1.000/1.500
euro al giorno e dichiarando inoltre di stimare l’ammanco complessivo in circa
35.000 euro. In realtà il denunciante, a conclusione delle verifiche effettuate
dal revisore contabile, ha appurato un deficit di ben 80.000 euro e gli
inquirenti hanno richiesto all’Autorità Giudiziaria l’emissione di un
provvedimento di perquisizione domiciliare nei confronti dell’indagato, in
occasione del quale sono stati rinvenuti 23.215 euro, suddivisi in tre mazzi di
banconote di vario taglio custoditi all’interno di una cassaforte. Il 46enne ha
motivato la sua condotta con esigenze impellenti di denaro per soddisfare il vizio
del gioco.
Dal Comando
Provinciale Carabinieri di Bologna
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