Unità di Crisi |
Alle 10 e 05 il ‘cessato allarme’. La bomba d’aereo di Viale Nuovo a Sasso Marconi era stata resa innocua. Gli
artificieri in poco più di mezz’ora sono riusciti a disinnescarla togliendo la spoletta fuori dal
pericoloso ordigno, residuato della seconda guerra mondiale.
I militari hanno potuto entrare in azione solo alle
9.30 poiché il controllo sull’effettivo abbandono del centro cittadino da parte dei seimila sassesi residenti all’interno
dell’area di sicurezza ha allungato di un’ora il tempo programmato.
La fine dell’operazione di disinnesco è stata
salutata con grande soddisfazione e un applauso da tutti i componenti dell’unità
di crisi organizzata a Colle Ameno avvertiti via radio.
Punto informativo |
Quindi l’ordigno ha potuto essere sistemato su un
mezzo del comune di Sasso Marconi e trasferito alla cava Ventura di Lama di
Setta per il brillamento.
Soddisfati dell’intervento ben riuscito anche gli artificieri
che hanno modestamente commentato ‘Se la chiave funziona è una operazione di
poche decine di minuti’, mostrando la
spoletta ancora inserita nel congegno per l’espulsione e la bomba ormai priva
di ogni capacità offensiva. Alla domanda di quale fosse la potenzialità dell’ordigno
hanno precisato: “La distruzione degli edifici nel raggio di una trentina di
metri dal punto di esplosione e la morte per chi si trovava nel raggio di 300
metri se raggiunto da una scheggia. Quest’ultimo dato è anche ampliabile per
determinati imprevisti”.
La mattina di Sasso Marconi si è subito presentata
impegnativa e le strade di evacuazione si sono trovate intasate comunque fin
dal primo mattino. Un esercito di
volontari ha comunque indirizzato l’evacuazione nel migliore dei modi. La
stramaggioranza di coloro che hanno dovuto lasciare la casa lo ha fatto con mezzi propri e ha sopperito
alla mancanza del proprio bar per la colazione invadendo quelli dei paesi
limitrofi. In moltissimi hanno approfittato di ciò che offriva Casalecchio
per proseguire per i centri commerciali
o per soddisfare l’obbligo della Messa domenicale a San Luca. In definitiva il bilancio è
stato più che positivo anche perché è stata una ‘prima prova’ di ‘unione dei
comuni’. All’organizzazione e al controllo hanno infatti partecipato volontari
e protezione civile di Casalecchio di Reno, Zola Predosa e Monte San Pietro,
oltre, ovviamente a quella di Sasso Marconi. I 19 posti di blocco sono invece
stati assegnati ai Carabinieri e alle Polizie municipali.
L’attesa all’Unità di Crisi è stata anche occasione
per parlare delle emergenze e dei prossimi lavori: ne è uscita la notizia che è
imminente l’avvio della realizzazione del ‘tubone’, la galleria sotterranea che
attraverserà Casalecchio e della quale da tanti anni si parla. Metterà in collegamento
diretto la nuova Porrettana con la tangenziale di Bologna.
La bomba non fa più paura |
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