Installazione sonora di Susan Philipsz entra nella Collezione permanente
Un'opera in omaggio a Guglielmo Marconi è stata
presentata dal Settore Musei Civici del Comune di Bologna nell'ambito di un più
ampio progetto scientifico-culturale ed educativo consacrato allo scienziato,
patrocinato e sostenuto dal Comitato nazionale per le celebrazioni del 150/o
anniversario dalla sua nascita: è 'Interval Signals', un'installazione sonora
permanente contemporanea ideata dall'artista Susan Philipsz (1965, Glasgow) e
realizzata grazie alla collaborazione tra MamBo-Museo d'Arte Moderna e Neu
Radio-Nuova Emittente Urbana, con la curatela di Lorenzo Balbi.
Il 25 aprile 1874 nasceva a Bologna il padre del wireless e
della radio, premio Nobel per la Fisica nel 1909.
Nella primavera 1895, a Villa Griffone, Marconi riuscì
ad emettere un segnale che percorse due chilometri, scavalcò una collina, e
raggiunse infine un ricevitore: fu quella la prima trasmissione di telegrafia
senza fili.
In pochi anni i segnali del giovane Marconi
scavalcarono l'Atlantico. Quegli stessi segnali salveranno le vite in mare,
porteranno voci, musiche e messaggi nel mondo attraverso la radiofonia e
permetteranno di vedere le stelle e studiare l'universo. Nel panorama artistico
contemporaneo, Susan Philipsz, che vive e lavora a Berlino, è una delle figure
chiave nella realizzazione di installazioni sonore che dialogano con l'ambiente
all'interno del quale si inseriscono: il suo lavoro esplora le dimensioni
psicologiche e scultoree del suono, con registrazioni della sua voce e una
varietà di composizioni musicali rielaborate.
L'opera 'Interval Signals' - che entra nelle collezioni
permanenti del MamBo - è composta dalle registrazioni, fatte da Philipsz su un
vibrafono, di alcuni segnali radiofonici di intervallo, ovvero brevi sequenze
musicali che solitamente vengono riprodotte prima dell'inizio o durante le
pause di una trasmissione radiofonica. Il formato è stato sviluppato negli anni
'20 e '30 come firma musicale per identificare la stazione radio ascoltata e,
anche se l'uso dei segnali di intervallo è diminuito con l'avvento della radio
digitale, non è del tutto scomparso. (ANSA)
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