martedì 23 dicembre 2025

San Benedetto Val di Sambro ricorda la strage del Rapido 904

Memoria, responsabilità e speranza come impegno civile per il presente e il futuro



di Martina Mari

 

San Benedetto Val di Sambro ha commemorato anche quest’anno la strage del Treno Rapido 904, avvenuta il 23 dicembre 1984, con una cerimonia partecipata presso la stazione ferroviaria, luogo simbolo di una ferita che ha segnato profondamente la comunità locale e l’intero Paese.

A oltre quarant’anni dall’attentato, cittadini e istituzioni si sono stretti nel ricordo delle vittime innocenti dell’atto terroristico-mafioso che colpì il Rapido 904 nella galleria dell’Appennino, causando la morte di 16 persone e il ferimento di oltre duecento passeggeri. Un attentato avvenuto a pochi giorni dal Natale, che colpì non solo vite umane, ma anche il senso più profondo di umanità, condivisione e speranza legato a quel periodo dell’anno.

Nel suo intervento, il sindaco Alessandro Santoni ha sottolineato come la memoria non possa ridursi a un gesto rituale o formale, ma debba rappresentare un dovere morale e civile. Ricordare, ha affermato, significa assumersi una responsabilità verso le vittime, verso i loro familiari e verso le generazioni future. Dietro ogni numero ci sono volti, nomi e storie interrotte: persone che viaggiavano per tornare a casa e incontrare i propri affetti, portando con sé l’attesa semplice delle feste.

Un pensiero particolare è stato rivolto ai familiari delle vittime, ai quali è stato rinnovato un abbraccio collettivo che, come ha ricordato il sindaco, non è mai venuto meno. Il loro dolore è parte integrante della storia di San Benedetto Val di Sambro, una ferita che continua a essere vissuta con rispetto, pudore e profonda partecipazione.

Accanto al ricordo, il sindaco ha voluto rivolgere un messaggio ai giovani presenti, ribadendo che la memoria non è qualcosa da conservare in una teca, ma un testimone da trasmettere. La strage del Rapido 904, ha ricordato, non fu un incidente, ma un atto deliberato di violenza, un attacco allo Stato, alla convivenza civile e alla fiducia che tiene unita una società.

“Partendo da questo insegnamento – ha dichiarato Santoni – è necessario richiamare l’attenzione sulle fragilità del tempo presente: un mondo cambiato, ma non meno violento, segnato da guerre, terrorismo, odio che corre sui social, radicalizzazione del linguaggio, disinformazione e delegittimazione delle istituzioni. Anche oggi la democrazia è attaccata non solo con le armi, ma con l’odio sistematico, l’indifferenza verso i più fragili e il disimpegno civile”.

Da qui l’appello alla responsabilità, parola chiave dell’intervento: responsabilità nelle parole, nei gesti, nel modo di guardare l’altro, soprattutto chi è diverso o la pensa diversamente. Libertà e democrazia, ha ribadito il sindaco, non sono mai scontate, ma vanno difese ogni giorno attraverso scelte quotidiane: informarsi, rispettare, partecipare, prendersi cura degli altri.

“San Benedetto Val di Sambro – ha concluso Santoni – è una comunità segnata da questa tragedia, che ha scelto la legalità, la memoria e la solidarietà. Continuiamo a credere nel valore delle istituzioni democratiche e dell’educazione, coinvolgendo le scuole e le nuove generazioni, insegnando che la violenza non è mai lo strumento giusto. Il terrorismo non vince, l’odio non costruisce futuro: il futuro lo costruiscono le persone che scelgono la vita ogni giorno”.

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