martedì 30 dicembre 2025

Chiapporato (Camugnano). Denuncia pubblica di ARCA Appennino Bolognese sulla gestione del borgo medievale

 



ARCA Appennino Bolognese, gruppo di ricerca e volontariato impegnato nella tutela, valorizzazione e promozione del territorio, ha diffuso un atto di denuncia pubblica e dichiarazione di responsabilità in merito alla gestione, alla sicurezza e alla tutela del borgo medievale di Chiapporato, nel comune di Camugnano.

L’associazione chiede chiarimenti sulle condizioni di sicurezza del sito e segnala presunte situazioni di pericolo e gravi comportamenti offensivi che si sarebbero verificati negli ultimi mesi, attribuiti a soggetti riconducibili al Comitato “Chiapporato Ri-Vive”.

ARCA Appennino Bolognese sottolinea di non accettare in alcun modo minacce, ingerenze o imposizioni da parte di gruppi definiti “prepotenti”. Nell’ultimo anno, l’associazione si è assunta la responsabilità operativa della stabilità del progetto di recupero del borgo in una fase di forte criticità, intervenendo direttamente nella gestione, nella mediazione delle complessità organizzative e nella creazione, su richiesta esplicita della proprietà (Curia), di una rete strutturata di associazioni. Complessivamente sono state coinvolte oltre 45 realtà associative, con l’obiettivo di evitare la chiusura definitiva del sito e la perdita di un patrimonio collettivo.

Secondo quanto denunciato, nel corso del 2025 si sarebbero verificati almeno cinque episodi di particolare gravità:

1. Accuse infondate e offensive rivolte al referente di ARCA, Fabio Righi, da parte di una collaboratrice vicina ai responsabili del Comitato Chiapporato Ri-Vive, con intento ritenuto lesivo della reputazione personale.

2. Attacchi ingiustificati a collaboratori tecnici, in particolare a un elettricista impegnato nel ripristino dei servizi presso la canonica, accusato senza prove nonostante l’operato svolto nell’interesse della collettività.

3. Aggressione e diffamazione di un volontario, che aveva donato materiale per l’allestimento della canonica e che sarebbe stato vittima di strattonamenti e offese in un locale pubblico; episodi che l’associazione dichiara documentabili.

4. Minacce dirette e personali, avvenute il 26 dicembre, con prospettazione di aggressioni gravi nei confronti del referente dell’associazione.

5. Tentativi di delegittimazione e sabotaggio del progetto, tra cui la rimozione della segnaletica per i viandanti. Un atto considerato di estrema gravità, soprattutto in un’area di alto Appennino, dove l’assenza di indicazioni può esporre escursionisti e visitatori a rischi concreti per l’incolumità.

ARCA Appennino Bolognese rende inoltre nota una rendicontazione dettagliata delle attività svolte nell’ultimo anno. L’associazione riferisce di aver realizzato 11 interventi sul borgo, spesso con permanenze di due giorni consecutivi, coinvolgendo 2–3 volontari per sessione e una media di 8 ore di lavoro ciascuno.

Il totale stimato è compreso tra le 170 e le 260 ore di lavoro volontario, pari a un valore economico indicativo tra i 2.600 e i 4.000 euro. A queste si aggiungono donazioni dirette per un importo stimato tra i 2.000 e i 3.000 euro, sotto forma di materiali, interventi tecnici e supporto logistico.

L’associazione ha inoltre curato l’organizzazione di un convegno con associazioni locali e regionali, ritenuto un passaggio fondamentale per costruire una rete territoriale stabile e garantire un futuro a un sito particolarmente isolato. Grazie a questo lavoro, secondo ARCA, è stato possibile ripristinare una condizione di normalità nel borgo dopo precedenti episodi di vandalismo.

Durante il percorso sarebbero però emerse gravi criticità organizzative interne all’associazione che gestiva il borgo, incluse problematiche legate a rimborsi, documentazione di spesa e preventivi, che avrebbero messo a rischio il lavoro svolto.

Nel complesso, ARCA stima il proprio contributo – tra lavoro volontario, competenze, risorse economiche dirette e coordinamento – in una cifra compresa tra i 7.000 e i 10.000 euro, interamente offerti dall’associazione.

Dopo un anno di tensioni e tentativi di mediazione ritenuti infruttuosi, ARCA Appennino Bolognese ha deciso di rendere pubblica la denuncia in data 27 dicembre, trasmettendola anche ai responsabili e agli uffici competenti.

L’associazione annuncia inoltre l’intenzione di monitorare attentamente le condizioni di ospitalità turistica e la sicurezza dei viandanti nell’Alto Appennino Bolognese, con particolare attenzione alle aree di Fossato e Stagno. Qualora venissero riscontrati pericoli per l’incolumità degli escursionisti o comportamenti ritenuti instabili o violenti da parte di collaboratori del Comitato Chiapporato Ri-Vive, ARCA dichiara che procederà a segnalarli tempestivamente alle autorità competenti.

Secondo l’associazione, si tratta di un dovere civico per contrastare comportamenti che arrecherebbero danno al territorio e al lavoro dei volontari impegnati nel miglioramento della qualità della vita nelle valli appenniniche.


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