Per il terzo anno consecutivo, all’Olivetta è tornato
il presepe vivente: un appuntamento ormai atteso, che ha saputo rinnovarsi
senza perdere la sua anima più autentica. Un’iniziativa nata quasi per gioco,
tra una risata e l’altra al Bar il Mulino, e che oggi si conferma come uno dei
momenti più sentiti della vita comunitaria locale.
Il pomeriggio ha visto la
partecipazione di numerosi visitatori, accolti in un’atmosfera semplice e
genuina, dove il tempo sembrava rallentare per lasciare spazio alla memoria e
alla condivisione. Tra scene di vita contadina, rappresentazioni dei mestieri
antichi e profumi di cucina tradizionale, il presepe vivente dell’Olivetta si è
trasformato in un piccolo viaggio collettivo nel passato, capace di parlare
anche al presente.
Non si è trattato soltanto di una
rievocazione simbolica, ma di un’esperienza vissuta con entusiasmo e
partecipazione: mani che impastano, gesti tramandati, racconti sussurrati e
tavole imbandite con cibo semplice e genuino, espressione di quello spirito campagnolo
che ancora oggi rappresenta un valore identitario forte per la comunità.
Dietro la riuscita dell’evento c’è il
lavoro silenzioso e appassionato di tante persone. Un ringraziamento sentito va
a tutti i partecipanti, e in particolare ai clienti e agli amici che, senza
esitazione, hanno offerto tempo, energie e competenze per rendere possibile
un’impresa tutt’altro che semplice. La loro disponibilità e il loro affetto
hanno dimostrato come la collaborazione e il senso di appartenenza possano
trasformare un’idea nata per scherzo in una tradizione viva e condivisa.
Il presepe vivente dell’Olivetta non
è soltanto un evento natalizio, ma un’occasione per ritrovarsi, riconoscersi e
riscoprire il valore delle relazioni, della memoria e del fare insieme. Un piccolo
esempio di come la comunità, quando cammina unita, sappia creare qualcosa di
bello e duraturo.
Famiglia Benini
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