Un traffico illecito di oli vegetali esausti è al
centro di una vasta operazione condotta dai carabinieri del Gruppo per la
Tutela ambientale e la sicurezza energetica di Venezia, con l’emissione di
undici misure cautelari e decine di perquisizioni in diverse regioni italiane.
L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo
(Dda) di Bologna, ha portato alla luce una presunta organizzazione criminale
con base in Campania e ramificazioni su scala nazionale e internazionale.
Secondo quanto emerso dalle indagini, gli indagati
rivendevano oli vegetali esausti – rifiuti di grande valore nel settore della
produzione di biodiesel – fingendo di averli sottoposti a trattamenti di
lavorazione inesistenti. In realtà, gli oli venivano immessi nuovamente sul
mercato senza alcun tipo di bonifica, generando profitti illeciti e causando
danni ambientali.
Cinque persone sono finite agli arresti
domiciliari, mentre per le altre sei sono stati disposti divieti di dimora e
sospensioni temporanee dall’esercizio di attività professionali legate al
settore. I destinatari delle misure risiedono prevalentemente tra Campania e
Lazio, ma le indagini hanno interessato anche l’Emilia-Romagna, dove ha sede
l’azienda bolognese da cui è partita l’inchiesta.
L’operazione
ha coinvolto una ventina di siti tra depositi, impianti e aziende legate alla
filiera del biodiesel. Gli inquirenti ritengono che l’organizzazione abbia
operato per anni in modo sistematico, aggirando le normative ambientali e
creando un circuito parallelo di smaltimento e rivendita del rifiuto,
formalmente destinato al recupero energetico.

1 commento:
Lo disse Cavour, quando unificarono l'Italia con la nascita dello Stato italiano, di fermarsi a Roma e non inglobare le regioni del sud...ma non fu ascoltato
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