sabato 17 maggio 2025

Intelligenza artificiale e rianimazione cardiopolmonare: una revisione internazionale apre la strada alle nuove linee guida europee

Nella capacità di prevedere un arresto cardiaco, classificare i ritmi cardiaci e stimare gli esiti neurologici post-rianimazione.


Uno studio internazionale appena pubblicato su Resuscitation Plus getta le basi per le future linee guida europee sull’arresto cardiaco, con un focus innovativo sull’impiego dell’intelligenza artificiale (IA) nella rianimazione cardiopolmonare (RCP).

Intitolato Artificial Intelligence in Resuscitation: A Scoping Review, il lavoro è stato coordinato da un team multidisciplinare e internazionale guidato da Federico Semeraro, anestesista rianimatore dell’Azienda USL di Bologna e presidente dell’European Resuscitation Council (ERC), ed Elena Giovanna Bignami, docente di Anestesia e Rianimazione all’Università di Parma e presidente della Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI).

L’obiettivo della ricerca è stato mappare sistematicamente, per la prima volta, l’applicazione dell’IA nella gestione dell’arresto cardiaco. L’analisi ha preso in esame 197 studi scientifici pubblicati fino al 2024, evidenziando come l’IA stia mostrando risultati promettenti, in particolare nella capacità di prevedere un arresto cardiaco, classificare i ritmi cardiaci e stimare gli esiti neurologici post-rianimazione.

“L’uso dell’intelligenza artificiale in questo ambito ha un potenziale enorme – sottolinea Federico Semeraro – e il nostro studio rappresenterà una fonte chiave di evidenze scientifiche per la stesura delle linee guida ERC 2025.”

Nonostante le performance elevate di alcuni algoritmi – con accuratezze superiori al 90% – l’impiego effettivo nella pratica clinica è ancora limitato. “La sfida – spiega Elena Giovanna Bignami – è ora quella di integrare questi strumenti nella routine ospedaliera, garantendone la sicurezza ed efficacia attraverso studi clinici prospettici.”

Tra le tecniche analizzate figurano il machine learning, il deep learning e il natural language processing (NLP). Quest’ultimo, ad esempio, è stato utilizzato per supportare il personale delle centrali operative 118 nel riconoscimento precoce dell’arresto cardiaco. “Un assistente virtuale basato su NLP ha dimostrato di saper individuare l’arresto più rapidamente rispetto a un operatore umano,” evidenzia Andrea Scapigliati, presidente dell’Italian Resuscitation Council (IRC) e direttore della Cardioanestesia della Fondazione Policlinico Gemelli – Università Cattolica di Roma.

Lo studio è stato sostenuto dall’Università di Parma e dall’Italian Resuscitation Council, con la partecipazione di numerosi esperti europei: Robert Greif (Università di Berna), Sebastian Schnaubelt (Università di Vienna), Koenraad Monsieurs (Università di Anversa), Nino Fijačko (Università di Maribor), Drieda Zace (Università Tor Vergata di Roma), Giuseppe Ristagno (Università di Milano), Andrea Scapigliati, Jonathan Montomoli (Azienda USL della Romagna, Rimini) e Lorenzo Gamberini (Azienda USL di Bologna).

“Questa revisione fornisce una solida base scientifica per portare l’intelligenza artificiale fuori dal laboratorio e dentro i sistemi reali di gestione dell’arresto cardiaco – conclude Semeraro –. Le linee guida europee del 2025 dovranno necessariamente tener conto di queste innovazioni per salvare più vite, in modo tempestivo ed equo.”

 Consulta lo studio su Resuscitation Plus

Azienda USL di Bologna 

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