Un’area di straordinaria importanza storica e archeologica rischia di essere compromessa dall’installazione di pale eoliche alte 200 metri.
ARCA Appennino Bolognese denuncia:
Il crinale che si estende tra Camugnano, Fontanavidola, Burzanella e Monte Vigese, nel cuore dell’Appennino Bolognese, custodisce testimonianze di insediamenti e traffici che risalgono al Mesolitico, e che si sono susseguiti senza soluzione di continuità fino all’epoca medievale.
Una dorsale strategica nella storia d’Italia
Grazie alla
sua posizione di collegamento tra la Pianura Padana e l’Etruria, l’Appennino
Bolognese è stato crocevia di civiltà e commerci fin dall’XI millennio a.C. Il
territorio è ricco di tracce risalenti al Neolitico, all’età del Bronzo e alla
cultura villanoviana, con un culmine nella fondazione della città etrusca di
Kainua (Marzabotto) nel VI secolo a.C.
Con la
romanizzazione, l’area fu pienamente integrata nel sistema economico e viario
imperiale grazie alla costruzione della Via Aemilia (187 a.C.). Le vallate
vennero presidiate da ville rustiche e insediamenti che rivelano una forte
vocazione agricola e artigianale. I toponimi come Camugnano e Vigo, insieme a
reperti archeologici come tombe e manufatti romani, ne sono la prova tangibile.
Nel
Medioevo, il crinale fu un punto nevralgico tra i domini longobardi e
bizantini, costellato di fortificazioni e presìdi religiosi. A partire dal X
secolo, la zona fu presidiata da castelli e rocche, diventando strategica sotto
il controllo dei conti Alberti durante il regno di Federico Barbarossa.
Le scoperte archeologiche
L’area in
esame è costellata di ritrovamenti di eccezionale rilievo, che ne testimoniano
l’importanza storica:
- Burzanella: frammenti
di vasellame, una spada di fabbricazione spagnola, asce risalenti al 1000
a.C., una statuetta etrusca ai Querceti, e un tratto di strada antica
emerso durante lavori edilizi.
- Podere Bontecchio:
deposito di asce dell’età del Bronzo.
- Cinghione: uno
dei più importanti depositi di reperti etruschi del Bolognese, oggi
custodito al Museo Civico Archeologico di Bologna.
- Montovolo:
secondo lo storico Righetti di Castiglione, vi sono state rinvenute tracce
di abitazioni e ceramiche.
- Monte Vigese:
identificato un tratto di strada antica lungo circa 20 metri,
verosimilmente utilizzato per il transito di carri commerciali.
- Chiesa dei Frascari:
numerose monete romane rinvenute nei pressi della chiesa.
- Crinale in prossimità dell’area
destinata alle pale eoliche: un altro tratto di strada
antica scoperto circa vent’anni fa, ancora visibile ma mai ufficialmente
documentato.
Un’eredità storica da tutelare
La
toponomastica locale rafforza le evidenze archeologiche: il nome Burzanella
deriverebbe dal latino Briccius o Brittius, a conferma
dell’influenza romana. Documenti medievali citano un castro nel
territorio già dal X secolo.
Nonostante
il valore del patrimonio storico, molte delle scoperte non sono mai state
adeguatamente censite o tutelate. Per questo, studiosi e residenti chiedono:
- la mappatura e catalogazione
ufficiale di tutti i ritrovamenti, comprese le testimonianze locali;
- il coinvolgimento attivo della Soprintendenza
Archeologica;
- la promozione di progetti
interdisciplinari che integrino archeologia, storia e geografia.
Una minaccia concreta
L’installazione
di impianti eolici di grande altezza in quest’area rappresenta un rischio
concreto per la conservazione di un paesaggio storico-culturale unico.
Interventi invasivi potrebbero compromettere in modo irreversibile le tracce
millenarie ancora presenti sul territorio.
Conclusione
Il crinale
Camugnano–Fontanavidola–Burzanella–Monte Vigese è molto più di un’area montana:
è una dorsale della memoria storica, un laboratorio a cielo aperto di
archeologia e cultura. Proteggerla significa non solo conservare il passato, ma
anche investire in un futuro sostenibile fatto di conoscenza, turismo
responsabile e identità territoriale.
(Sollecitato da Dubbio)
2 commenti:
Bravi, continuiamo a bruciare gas per produrre energia elettrica.
Consiglio a tanti di andare all'estero ogni tanto dove di pale eoliche ne hanno tante e producono energia senza problemi. Solo in Italia ci si lamenta tanto e non si avanza. Così siamo rimaniamo sempre costretti a comprare energia dall'estero
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