- È il dato che emerge da una ricerca promossa da
Anas sulle cattive abitudini degli automobilisti, lungo le strade e
autostrade non a pedaggio
- La rilevazione condotta dallo Studio Righetti e
Monte Ingegneri e Architetti Associati con il contributo dell’Unità di
Ricerca in Psicologia del Traffico dell’Università Cattolica del Sacro
Cuore, evidenzia che il 28,38% dei conducenti non allaccia le cinture,
dato che si alza se riferito al passeggero anteriore (31,87%) e passeggero
posteriore (80,12%)
- un guidatore su due non utilizza i dispositivi
per bambini
- due giovani su dieci guidano utilizzando
impropriamente il cellulare
Dubbio ha proposto:
Il mancato uso delle cinture di sicurezza risulta ancora il comportamento
più rischioso per chi viaggia in auto sulle strade statali: un automobilista su
tre al volante non le allaccia. La fotografia degli italiani alla guida,
scattata dalla Ricerca Osservatorio Stili di Guida Utenti,
commissionata da Anas e condotta dallo Studio Righetti
e Monte Ingegneri e Architetti Associati con il contributo dell’Unità
di Ricerca in Psicologia del Traffico dell’Università Cattolica del Sacro
Cuore è stata presentata oggi nell’ambito del convegno
“Sicurezza stradale: obiettivo zero vittime” organizzato in occasione
della giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada.
Dallo studio, che ha analizzato i comportamenti di guida lungo tre
differenti tipologie di strade e autostrade in gestione ad Anas (autostrada A90
Grande Raccordo Anulare di Roma, come strada extra – urbana principale la
S.S.336 della Malpensa, e come strada extra-urbana secondaria la S.S. 700 della
Reggia di Caserta) di un campione di 6000 utenti, emerge come il 28,38% dei
conducenti non allaccia le cinture, dato che si alza se riferito al passeggero
anteriore (31,87%) e passeggero posteriore (80,12%). Indisciplina anche per
quanto riguarda i dispositivi di ritenuta per bambini, ben il 49,47% non li
utilizza, e per gli indicatori luminosi, il 55,63% non li accende per la manovra
di sorpasso o rientro (76,46%), o per l’entrata (59,20%) o uscita (43,71%) da
rampa. Infine un automobilista su dieci (12,41%) utilizza in modo improprio il
cellulare alla guida.
Si tratta di dati purtroppo molto lontani dalla media registrata negli altri
Paesi europei dove il 90% degli automobilisti indossa le cinture anteriori e
ben il 71% dei passeggeri quelle posteriori.
Lo studio ha analizzato alcuni tra i fattori psicologici che influiscono
sulla mancata percezione del rischio alla base dei comportamenti all’origine
degli incidenti stradali, distinguendo tra le violazioni deliberate al codice
della strada e gli errori del conducente (es. sviste, manovre o valutazioni
errate). Il comportamento in violazione non dipende infatti da un problema nel
raccogliere o elaborare le informazioni necessarie per attuare il comportamento
corretto, ma da una scelta influenzata da fattori psicologici, psicosociali e
motivazionali. In particolare l’analisi ha richiamato questi fattori
associandoli ai dati delle violazioni riscontrate.
“Questo studio - ha commentato Franco Righetti, della
Righetti e Monte Ingegneri e Architetti Associati, che ha curato la ricerca
- fortemente voluto da Anas, segna un passo di fondamentale importanza per il
miglioramento della sicurezza sulle strade. L’entità del campione raccolto,
oltre 6.000 rilevazioni dirette sulle tre arterie indagate, ci ha restituito
una chiara fotografia dei comportamenti e delle abitudini delle persone durante
la guida, consentendo di identificare e analizzare in maniera scientifica i
fattori di rischio. La disponibilità di questo patrimonio informativo
consentirà ad Anas di poter progettare e avviare concrete campagne di
sensibilizzazione sulla sicurezza stradale che possano risultare ‘centrate’ sui
principali fattori di rischio individuati come il mancato utilizzo delle
cinture di sicurezza e utilizzo improprio del telefono cellulare durante la
guida e ‘orientate’ nei contenuti specifici per tipologia di utenti, ad esempio
i giovani”.
“L’interesse di Anas per questa tematica – ha spiegato Federica
Biassoni, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di
Milano, Unità di ricerca di psicologia del traffico, che ha svolto
l’analisi dei fattori alla base dei comportamenti alla guida - ci ha consentito
di realizzare una ricerca che, integrando metodologie quantitative e
qualitative, ha preso in esame sia il livello dei comportamenti dei guidatori
sia quello sottostante, dei processi psicologici alla luce dei quali è
possibile spiegare tali comportamenti. I risultati della ricerca rispecchiano
in modo interessante la letteratura sulla percezione del rischio stradale e sui
comportamenti di guida rischiosi. Tanto le violazioni registrate, che i
comportamenti che portano alla distrazione, causa frequente di incidenti,
appaiono riconducibili ai medesimi bias cognitivi: il ruolo
dell’abitudine e dei vantaggi percepiti ci permettono così di spiegare i
comportamenti rischiosi emersi dalle osservazioni su strada. La conoscenza del
collegamento tra tali fattori alla base del funzionamento mentale dei guidatori
ed i comportamenti di rischio potrà essere di aiuto ad Anas nella progettazione
di interventi sia infrastrutturali sia di formazione”.
L’analisi della percezione del rischio è stata accompagnata anche da 17
interviste semi-strutturate a utenti delle tre differenti tipologie di strade e
autostrade oggetto dell’indagine. L’obiettivo è stato quello di indagare le
motivazioni percepite come sottostanti i propri comportamenti rischiosi e
quelli posti in essere dagli altri utenti della strada. I
primi riconducibili per lo più a stress, abitudine, mancanza di senso
civico mentre i secondi ascrivibili a mancato uso degli indicatori di
direzione, manovre di sorpasso a destra, sorpassi pericolosi, velocità
rischiosa.
Invece in relazione alla percezione di sicurezza della strada, le
dichiarazioni degli intervistati variano a seconda della tipologia di strada.
L’82% del campione ritiene le strade sicure o non evidenzia una rilevante
percezione del pericolo rispetto a tutte le tipologie di strade
analizzate.
Anas in vista dello sfidante obiettivo di ridurre del 50% le vittime di
incidenti stradali entro il 2030 è fortemente impegnata nell’implementare la
sicurezza dei propri utenti agendo su più fronti contemporaneamente con un
piano strategico. Primo tra tutti, l’aumento delle risorse da destinare alla
manutenzione programmata: 15,9 miliardi (+44% rispetto alle precedenti
annualità), per l’adeguamento e messa in sicurezza della rete anche attraverso
pavimentazioni sempre più performanti. Poi, il potenziamento dei settori
Ricerca e sviluppo con il progetto Smart road, il progetto green lights per una
illuminazione più efficiente e la realizzazione di barriere di sicurezza di
ultima generazione. Infine la promozione e diffusione di una cultura della
sicurezza stradale, muovendo dal dato che oltre il 93% degli incidenti deriva
dal comportamento del guidatore.
Proprio sulla base di quanto emerso dall’indagine, Anas, nell’ambito della
campagna di sicurezza stradale “Quando guidi, guida e basta”, orienterà il
messaggio all’utilizzo delle cinture di sicurezza.
Al seguente link Anas sono disponibili tutti i materiali: https://www.guidaebasta.it/convegno-sicurezza-stradale-obiettivo-zero-vittime/
1 commento:
Mettiamo in lock down tutti quelli che no hanno la cintura.
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