Crescono
le donazioni di sangue a Castiglione dei Pepoli grazie ai nuovi spazi
per i prelievi. La crescita è superiore al trenta per centro.
C'è
molta soddisfazione a Castiglione dei Pepoli per l'andamento delle
donazioni nel centro di raccolta Avis inaugurato nel 2017.
Il
confronto tra i primi dieci mesi del 2018 e i primi dieci mesi del
2019 infatti è nettamente positivo. Le 164 donazioni all'ottobre
2018 sono diventate 218 nello stesso mese del 2019 con una crescita
di quasi il 33%. La crescita acquisisce maggiore importanza se si
considera che il contesto non è dei più esaltanti, con il numero
delle donazioni di sangue che a livello provinciale per l'Avis cala
del 1,31% pari a 421 donazioni in meno, anche se parzialmente
compensate dalla donazioni di plasma che invece crescono di 384 unità
limitando il calo complessivo.
«Questi risultati premiano lo
straordinario impegno dei volontari Avis» commenta il primo
cittadino Maurizio Fabbri ( Nella foto con il presidente Barbi) «Questi numeri sono motivi di
soddisfazione ».
Alcuni
anni fa, infatti, in applicazione delle nuove normative legate
all’accreditamento, il centro prelievi presso il poliambulatorio
castiglionese fu chiuso perché non a norma rispetto ai nuovi e più
stringenti requisiti. I donatori volontari di Castiglione, ma anche
quelli dei vicini comuni di San Benedetto Val di Sambro e Camugnano,
si trovarono così privi di un luogo in grado di accoglierli e
costretti a recarsi in altre città per donare il sangue. Grazie
all’interessamento dell’amministrazione comunale e alla proficua
collaborazione con il presidente dell’Avis locale Angelo Barbi e
con la dirigenza Ausl si sono in seguito attrezzati alcuni locali
ospitati dal centro polifunzionale.
Il
presidente dell'Avis locale Barbi, sottolinea come in montagna non si
sia meno generosi che in città, solo che talvolta mancano le
strutture. Castiglione invece è tornata a raccogliere le donazioni
di sangue di cittadini locali, ma anche di San Benedetto, Camugnano,
Monghidoro «La chiusura degli spazi nel poliambulatorio hanno
portato ad un calo crescente nelle donazioni» spiega Angelo
Barbi «soprattutto per un libero professionista o un agricoltore,
perdere una mezza giornata per andare a Bologna è veramente oneroso.
Invece adesso abbiamo pienamente riacquistato quelle persone che
avevano smesso di donare e anzi altri ne arrivano grazie alla
vicinanza con le altre del centro polifunzionale: alcuni vengono a
trovare i parenti ospitati e con l'occasione si fermano a donare il
sangue».
Oltre
tutto l'Avis di Castiglione, in collaborazione con quella di San
Benedetto, è molto attiva anche su fronte della promozione, perché,
come ricorda Barbi, dal 2007 a oggi il numero dei complessivo dei
donatori è in costante calo e anche una regione modello come
l'Emilia-Romagna è ormai in difficoltà. Grazie ad un gazebo
ottenuto con il sostegno dell'Avis provinciale, i volontari fanno
conoscere le loro attività durante le fiere e cercando di
coinvolgere i più giovani, anche perché il numero dei donatori
ultrasessantenni, per tanti motivi anche biologici, è molto basso.
«C'è
sempre bisogno di sangue e di plasma»
conclude Barbi «al
momento non ci sono alternative: e ai giovani diciamo che loro in
dieci minuti possono salvare una vita.»
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