martedì 26 novembre 2019

Unipol apre il primo centro chirurgico e lancia il brand delle cliniche Dyadea

Inaugurata a Bologna la struttura medica specialistica da 4 milioni di euro di investimento, primo step di un piano di M&A di centri sanitari in tutti i principali capoluoghi del Paese

di Ilaria Vesentini, sollecitato da Dubbio

(IMAGOECONOMICA)

Il percorso era già tracciato nel piano strategico 2019-2021 presentato lo scorso maggio ai mercati e nel claim scelto: “Mission evolve”. Ora sta prendendo forma, con l’investimento in un centro diagnostico e chirurgico, l’impegno del gruppo Unipol a diversificare il business in segmenti contigui a quelli assicurativi in cui è leader, a partire da mobilità, welfare e immobiliare, puntando ad attività “beyond insurance”, come recita il piano.
E non poteva che essere Bologna (la città che ha dato i natali al gruppo assicurativo, 12,4 miliardi di raccolta tra rami danni e vita nel 2018), il laboratorio di sperimentazione del nuovo modello di salute che va oltre la polizza offrendo direttamente servizi sanitari e medici di altissimo livello, con un nuovo brand Dyadea, che caratterizzerà tutti i centri del gruppo.


È stato inaugurato a Bologna, in zona fiera, il nuovo Centro diagnostico chirurgico Dyadea, un investimento greenfield di circa quattro milioni di euro, per offrire non solo ai clienti Unipol ma a tutta la cittadinanza un'area di 1.400 metri quadrati con tecnologie all'avanguardia (tra cui macchinari per radiografia e mammografia con biopsia ad alta precisione e minimo dosaggio di raggi x), 11 ambulatori polispecialistici, uno spazio dedicato alla chirurgia ambulatoriale, una sala dedicata all’endoscopia, una sala chirurgica con tre letti per l'attività in “day surgery”, una vasca riabilitativa riscaldata di 27 mq e un'attrezzata palestra con annessi 7 box di fisioterapia, oltre al servizio di “fast aid” per offrire un'alternativa alle lunghe code ai pronto soccorso. Nella struttura lavora uno staff di 100 medici specialisti e 15 fisioterapisti che si alternano tra il nuovo centro e il polo terapeutico creato da Unipol nel 2013.
Oltre a Bologna il Gruppo Unipol è già presente anche a Firenze (dove gestisce la storica clinica fiorentina Villa Donatello e il poliambulatorio Villa Vittoria), “due città test che ci servono per calibrare bene l'attività in un settore come la salute dove la domanda è in forte crescita, ma dove l'offerta pubblica fatica a essere efficiente e quella privata è perlopiù costosa. Partendo dalla centralità del cliente – spiega Gian Luca Santi, direttore generale Business development and corporate communication – e in particolare gli 8 milioni di clienti di UniSalute, vogliamo sviluppare poliambulatori con tecnologie di ultima generazione e servizi specialistici di qualità a un costo monitorato e a un prezzo accessibile, promuovendo nel contempo la cultura della copertura sanitaria”.
L'investimento nel centro chirurgico bolognese Dyadea rappresenta un vero salto di qualità nel livello di servizio offerto da Unipol, in vista di un forte sviluppo nell'ambito sanitario da qui ai prossimi anni, puntando sulle altre grandi piazze del territorio nazionale. “Non abbiamo un piano di aperture definitivo a tavolino, sarà il mercato a orientare gli investimenti in base alle opportunità che ci sono di acquistare centri esistenti, attivando un processo di convergenza e integrazione con il modello di business Dyadea” . Un servizio privato efficiente e complementare a quello del Servizio sanitario nazionale, che si inserisce nelle aree mediche di bassa/media complessità in modo che il sistema pubblico concentri risorse e spazi alle patologie gravi, acute e croniche che sono in continuo aumento.
Siamo partiti da Bologna non solo perché qui è nato e cresciuto il gruppo Unipol e quindi conosciamo molto bene il tessuto cittadino – conclude Giacomino Vallar, direttore generale dei Centri medici Dyadea – ma perché la città, rispetto anche ad altre aree metropolitane italiane, ha una bassa densità di centri chirurgici ambulatoriali privati di eccellenza rispetto alle esigenze evolute della popolazione residente e ha buoni indici di popolazione che dispone di forme di copertura finanziaria della prestazione medica”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Proprio quello che ci voleva per la declinante sanita' pubblica emiliana... un'alternativa a pagamento governata dagli amici degli amici.