30
novembre, Giornata nazionale Parkinson 2019. A Bologna, un incontro
aperto al pubblico per sensibilizzare i cittadini e raccogliere
fondi per la ricerca. Inoltre per un aggiornamento sulle ultime
terapie farmacologiche disponibili per il Parkinson, la presentazione
di alcune attività fisiche consigliate per migliorare i sintomi
della malattia e 4 neurologi a disposizione per rispondere a dubbi e
curiosità.
È il programma bolognese per celebrare la Giornata
Nazionale della malattia di Parkinson 2019, promossa dalla società
scientifica Accademia Limpe-Dismov e dalla Fondazione Limpe per il
Parkinson Onlus.
L’appuntamento è per domani, sabato 30 novembre, alle 10, presso la sede dell’Associazione IP Iniziativa Parkinsoniani, in via Lombardia 36/A, a Bologna. Ad accogliere il pubblico, oltre a Pietro Cortelli, direttore Neuromet – Clinica Neurologica Metropolitana, ci saranno anche Stefania Alessandra Nassetti, Giovanna Calandra Bonaura e Cesa Lorella Maria Scaglione, dell’ISNB, e Maria Guarino del Policlinico di Sant’Orsola.
L’appuntamento è per domani, sabato 30 novembre, alle 10, presso la sede dell’Associazione IP Iniziativa Parkinsoniani, in via Lombardia 36/A, a Bologna. Ad accogliere il pubblico, oltre a Pietro Cortelli, direttore Neuromet – Clinica Neurologica Metropolitana, ci saranno anche Stefania Alessandra Nassetti, Giovanna Calandra Bonaura e Cesa Lorella Maria Scaglione, dell’ISNB, e Maria Guarino del Policlinico di Sant’Orsola.
L’evento
organizzato dalla rete Neuromet, la Clinica neurologica metropolitana
dell’ISNB e del Policlinico di Sant'Orsola
Anche per questa edizione della Giornata nazionale della malattia di Parkinson sono stati attivati molteplici canali per la raccolta di fondi a sostegno della ricerca. Tutte le informazioni per poter donare sono disponibili su www.giornataparkinson.it.
Il morbo di Parkinson è una delle malattie neurodegenerative più diffuse tra i disordini del movimento. Colpisce 1 persona ogni cento sopra i 65 anni, anche se in alcuni casi la malattia può esordire fin dai 40 anni. La ricerca sul Parkinson dell’ISNB si muove oltre i confini nazionali.
Dal 2015, l’ISNB è a capo del Propag-Ageing, uno studio europeo che ha coinvolto oltre 100 ricercatori di 5 Paesi diversi con l’obiettivo di identificare quei meccanismi molecolari che con l'avanzare dell'età fanno deviare l’organismo dal percorso di invecchiamento in salute, sino a consentire lo sviluppo della malattia di Parkinson.
Nel 2018, i ricercatori dell’ISNB hanno contribuito alla scoperta di una nuova patologia, molto simile al Parkinson, individuandone anche il gene responsabile e consentendo così alla comunità scientifica di orientare i propri studi verso nuovi campo di ricerca nel tentativo di individuare nuove terapie, efficaci anche sul Parkinson.
Anche per questa edizione della Giornata nazionale della malattia di Parkinson sono stati attivati molteplici canali per la raccolta di fondi a sostegno della ricerca. Tutte le informazioni per poter donare sono disponibili su www.giornataparkinson.it.
Il morbo di Parkinson è una delle malattie neurodegenerative più diffuse tra i disordini del movimento. Colpisce 1 persona ogni cento sopra i 65 anni, anche se in alcuni casi la malattia può esordire fin dai 40 anni. La ricerca sul Parkinson dell’ISNB si muove oltre i confini nazionali.
Dal 2015, l’ISNB è a capo del Propag-Ageing, uno studio europeo che ha coinvolto oltre 100 ricercatori di 5 Paesi diversi con l’obiettivo di identificare quei meccanismi molecolari che con l'avanzare dell'età fanno deviare l’organismo dal percorso di invecchiamento in salute, sino a consentire lo sviluppo della malattia di Parkinson.
Nel 2018, i ricercatori dell’ISNB hanno contribuito alla scoperta di una nuova patologia, molto simile al Parkinson, individuandone anche il gene responsabile e consentendo così alla comunità scientifica di orientare i propri studi verso nuovi campo di ricerca nel tentativo di individuare nuove terapie, efficaci anche sul Parkinson.
1 commento:
Qualcosa di nuovo e valido per il Parkinson sospetto l’abbiano trovato perché ieri sera ho incontrato un vecchio (siamo sul filo dei 70 anni) compagno di scuola malato di Parkinson che non vedevo da due anni e l’ho trovato molto migliorato.
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