di Marco Leoni
P
L A T O N E
La
Repubblica e lo stato giusto
Lezione di Matteo Saudino fantastico prof.
Di filosofia
Lezione dedicata alla Repubblica
di Platone (1° parte)
La Repubblica di Platone è
probabilmente l’opera più importante del
grande filosofo ateniese ed è
anche una delle opere più importanti della
storia della filosofia.
E'
un vero
capolavoro
all’interno del quale Platone sviscera, i temi
a lui più cari.
Innanzitutto è un’opera
politica, un’opera di filosofia politica.
C’è un’idea di bene, di
comportamento, di educazione dell’uomo, del sapiente.
E’ dunque un’opera
pedagogica, educativa perché presenta anche i
comportamenti del buon
cittadino. Ed è anche un’opera gnoseologica
di conoscenza. Vi è infatti la
teoria della conoscenza che Platone elabora
nella maturità come evoluzione
della teoria della Reminiscenza trattata
nel Menone.
E' vero che la Repubblica è
un’opera politica, l’opera dello stato giusto,
in cui l’uomo può essere
felice, l’opera dell’educazione del governante,
il fondamento di tutto è
la conoscenza.
La conoscenza, l’educazione sono alla base
dell’etica della
politica.
La politica ha lo scopo di costruire lo stato in cui gli uomini
possono vivere felici, ma non
c’è felicità se non c’è giustizia e non c'è
giustizia se non c’è
conoscenza del giusto, che poi per Platone è un valore
assoluto.
La Repubblica è un’opera
totale, dunque non la si può liquidare come
un’opera solo di filosofia
politica: è un'opera totale di pedagogia, di
conoscenza, di scienza, di
politica, di etica e dunque è un'opera che
traccia un solco importante, un
solco lungo il quale la filosofia camminerà
nei secoli e millenni
successivi.
La Repubblica è uno dei testi filosofici più
studiati, ma anche
uno dei testi più amati e odiati e avversati.
Platone, si sa, è
un antidemocratico convinto,
da buon allievo di
Socrate non poteva che essere un
antidemocratico e come tale elabora
una teoria dello stato non
democratico che piacerà a molti, sia ad amanti
della democrazia, sia
soprattutto da coloro che democratici non sono.
Dunque anche da tutta una serie
di pensatori politici che vedono la
democrazia come un luogo di
mediocrità, corruzione, incapacità di
governare e debolezza per tutta
una serie di pensatori politici che
attaccano la democrazia.
Quest’opera sarà sempre
esaltata, riabilitata e assunta come punto di
riferimento. Sarà difficile
liquidare la Repubblica come un'opera di
centro, di destra o di sinistra.
E’ chiaramente una riflessione
su uno stato non democratico, ci sono
degli aspetti che verranno amati
dalla Sinistra e aspetti amati dalla Destra,
e quando parlo di destra e
sinistra mi rifaccio al pensiero politico post
rivoluzione francese, periodo in
cui i termini destra e sinistra verranno
poi elaborati, coniugati.
Destra vorrà dire
conservatorismo, elitarismo e Sinistra vorrà dire più
progressismo, anche più
Democrazia. Però ci sono anche destra e sinistra
in senso assolutistico,
antidemocratico, c'è una Sinistra che vede lo stato
forte, come accadrà
nell'esperienza del totalitarismo sovietico e c’è una
Destra non liberale, prima
nazista e poi fascista che amerà
particolarmente l’idea di
stato di Platone.
Vi sono state varie
interpretazioni da destra e da sinistra della
Repubblica di Platone:
l’esaltazione da parte dei fascisti e dei nazisti e
l’esaltazione di una certa
parte della Sinistra dell'ottocento,
la dura critica da parte di
Marx, padre del comunismo moderno, e la
critica di un liberale
americano, Popper, il quale individuò in Platone il
padre di tutti i totalitarismi.
Nel dialogo della Repubblica vi
è presente ovviamente Platone e sono
presenti molti interlocutori e
la domanda cui sottostà tutto il dialogo è:
Che cos’è la giustizia?
Ovviamente rispondere a questa
domanda è molto complesso e la
prima risposta è che la
giustizia è il governo dell’uomo forte.
Platone contrappone una critica:
ma se fosse così allora lo stato tirannico,
cioè lo stato retto dall’uomo
più forte che possa esserci perchè ha tutti i
poteri nelle sue mani, cioè la
Tirannide, dovrebbe essere il governo più
giusto. Ma perché allora la
Tirannide, il governo per eccellenza dell’uomo
forte, è percepito come
governo ingiusto? Perché il tiranno
tendenzialmente fa favori ai
suoi accoliti, ai suoi sostenitori e governa per
sé stesso, per il suo potere,
per il suo successo, per la sua forza. Dunque
abbinare al termine
giustizia quello di forza non è sufficiente: non sarà la
forza la
caratteristica dello stato giusto. Certo, servirà anche la forza
nello
stato giusto ma non si può liquidare la risposta con quella
che deve essere il
governo dell’uomo forte.
Allora che cos’è la
giustizia? Ovviamente per rispondere a ciò Socrate,
protagonista del dialogo della
Repubblica, sposta di poco la domanda e
dice: proviamo a rispondere non
alla domanda 'che cos'è la giustizia' ma
ma alla domanda 'che cos’è lo
stato giusto'.
Quando uno stato è giusto?
Per Stato intendiamo
ovviamente
l’insieme dei cittadini e la
forma di governo di questo insieme di cittadini.
Platone è il primo teorico di
uno stato ideale o utopico.
La parola utopia non è mai
usata da Platone nonostante sia una parola di
origine greca, Outopos, nessun
luogo, o potrebbe essere la parola greca
eutopos luogo del bene. Ou è un
prefisso che vuol dire non e se lo lego a
topos (luogo) diventa 'non
luogo'. Eu è bene e se lo lego a topos diventa
luogo del bene.
L’utopia è la descrizione di
uno stato che non esiste, perfetto, cioè l’utopia è
una sintesi
fra outopos e eutopos: non luogo e luogo del bene.
Platone descrive un non luogo
perfetto cioè uno stato ideale perfetto non
esistente. Ma questa parola,
utopia, che ben si appresta all’opera della
Repubblica e ben si addice alla
filosofia di Platone, non è stata utilizzata
da Platone stesso ma è stata
utilizzata nel Rinascimento, nel 500 da un
filosofo inglese, Thomas Moore,
che scrive un libercolo dal titolo “UTOPIA
dove parla di un’isola
immaginaria dell'oceano Atlantico fra Europa e
America Latina in cui un
filosofo di nome Raffaele si è fatto lasciare dalla
nave di Amerigo Vespucci quando
si spinse fino a Capo Nord e si è
fatto ricaricare al ritorno.
Questo filosofo ha poi deciso di raccontare di
quest’isola e di come
funzionava.
Tomas Moore, con una invenzione
letteraria, ci descrive uno stato ideale,
utopico, che diventa un modello
politico di riferimento per il dibattito
politico del Rinascimento
per indicare ai governanti del 500 come
dovrebbero comportarsi, come
dovrebbe funzionare lo stato ideale.
Ebbene l’obiettivo di Platone
è lo stesso. Platone descrive ed è lui che l’ha
inventato, lo stato ideale non
esistente perché vuole indicare agli uomini
quale sia la modalità politica,
l’organizzazione politica, la forma di
governo politica più giusta e
descrive uno stato che non c’è per invitare
alla sua realizzazione.
D’altronde non è tutto il
platonismo questa teoria. Il platonismo è la
filosofia della
verticalità, cioè della filosofia che ambisce alla realizzazione
del BENE, del
BELLO, del
GIUSTO.
In politica Platone non fa altro
che spostare questo verticalismo dal
mondo conoscitivo al mondo della
politica.
Cosa deve fare l’uomo? Deve
ambire alla realizzazione di un modello
politico ideale e perfetto che
lui descrive affinchè gli uomini, soprattutto i
governanti, si
ispirino a tale modello.
E’ un’utopia, uno stato
ideale perfetto, ma questo stato ideale ha degli
elementi di attualità nel
dibattito politico veramente incredibili. Questo
modello politico presenterà
moltissimi aspetti che a voi non piaceranno,
degli aspetti politici,
filosofici anzi che voi avverserete.
FINE
PRIMA PARTE
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