Dopo sessant’anni di attesa e i recenti lavori di miglioramento tecnologico , il baritono castiglionese tiene a battesimo la riapertura
L’Amministrazione comunale informa:
Il
teatro di Castiglione dei Pepoli riparte in grande stile, con un concerto del
suo concittadino più celebre, il maestro Leo Nucci ( nella foto).
Il
Teatro è stato inaugurato un anno fa dopo quasi 20 anni di chiusura.
Durante l’inverno le attività sono state sospese per poter installare gli impianti speciali. I miglioramenti continueranno nel 2024 con la modifica dell’assetto in galleria, così da implementare il numero di posti seduti per gli spettatori.
Il
13 maggio dunque si riaprono le porte del Teatro e sarà l’occasione di
festeggiare un’importante ricorrenza: sessant’anni fa esatti, giorno più giorno
meno, Leo Nucci fece il suo esordio su quel palco, insieme agli allievi della
scuola di musica di Bologna. Da lì è una storia leggendaria, che lo ha portato
a calcare i palchi di tutto il mondo, venendo riconosciuto come uno dei più
grandi interpreti di sempre.
Con lui sul palco ci saranno la Soprano Elisa Maffi, il Maestro Paolo Marcarini al Pianoforte, il Maestro Marco Righi al violoncello e la Corale Lirica San Rocco di Bologna diretta dalla Maestra Marialuce Monari; saranno eseguite musiche di Verdi, Bellini, Mascagni e Marcarini.
Per Castiglione un’occasione unica per riabbracciare il suo celebre cittadino: nonostante la sua carriera lo abbia portato in giro per il mondo, il suo rapporto con il paese natale è sempre stato fortissimo. Nucci tra l’altro è stato uno dei più qualificati promotori per la ristrutturazione e riapertura del Teatro: in questi mesi ha compiuto diversi sopralluoghi presso la struttura, dando consigli utili e preziosi.
I
posti a disposizione per assistere al concerto sono andati esauriti in poche
ore, come sottolinea il Sindaco di Castiglione Maurizio Fabbri: “Avremmo dovuto
avere un Teatro 10 volte più grande per soddisfare le tante richieste che
abbiamo avuto. I Castiglionesi hanno un rapporto particolare con la storia di
Leo e ogni volta che torna qui, fra la sua gente, la risposta è calorosa e
generosa. Sono molto emozionato da tutto questo, non potevamo chiedere di più
per questa riapertura. Realizzare un teatro in Appennino è un atto di cui vado
molto fiero: l’acceso a servizi culturali di qualità è un diritto di tutti i
cittadini, compresi quelli che abitano in aree periferiche.”
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