giovedì 25 maggio 2023

La comunità di Vado è in ginocchio

Abbassata la guardia dall’incuria, il maltempo ha sferrato al paese un uppercut micidiale: Vado ha barcollato, ma non è finito al tappeto. Ha ripreso le forze e vincerà.

 

 di Roberto Brusori

 

Le abbondanti piogge della settimana scorsa hanno prodotto smottamenti, inondazioni, frane sia in pianura che in montagna.

Monzuno e Marzabotto  non sono stati risparmiati dalla devastazione. In particolare la prima periferia di Vado e la parte del paese prossima al caseggiato dell' Allocco in comune di Marzabotto sono le più colpite e il passaggio del maltempo ha lasciato un paesaggio devastato con immagini sconfortanti: si è reso necessario evacuare oltre 270 persone.

Si è operato con strade inagibili, tra frane, alberi  caduti, massi trascinati a  valle  e torrenti  divenuti fiumi in piena ecc.. Abitazioni sventrate o sommerse da valanghe di fango. Sotto la pioggia battente un esercito di volontari si è mobilitato immediatamente, è un esercito  formato da artigiani, edili e operatori del movimento terra  con i loro  mezzi per liberare da montagne di detriti. 

Presenti sui luoghi dei disastri  i  sindaci dei relativi comuni per organizzare al meglio le operazioni di sgombero e di soccorso. 

La  PROTEZIONE CIVILE DI MONZUNO e  la PUBBLICA ASSISTENZA DI VADO hanno  immediatamente messo in campo la loro capacità operativa e tutti i mezzi disponibili.  

Poi subito dopo  si sono aggiunti tanti semplici cittadini che con gli stivali ai piedi e armati di badili e di tanta voglia di  rimuovere fango e detriti, hanno liberato le parti dove le macchine per il movimento terra non potevano agire:  una grande catena umana ben coordinata dalla base operativa collocata nella palestra di Vado e  organizzata in due turni giornalieri  da  Maurizio Rossi in collaborazione con  Dario Fantini. 

La logistica è stata affidata alla Pubblica Assistenza che ha proceduto al trasporto degli  "spalatori" e al loro ricambio nei turni di lavoro. Ha inoltre provveduto al trasporto, sui luoghi degli eventi, di  acqua e alimenti per i tanti volontari, che ancora sono all’opera.  

La  regia è stata affidata all'amministrazione comunale di Monzuno, guidata dal sindaco Bruno Pasquini, sempre presente tra gli sfollati e nelle opere di ripristino.

Tutti gli sfollati hanno trovato una sistemazione, o sono stati ospitati da amici o parenti o in strutture allestite a Vado. Sono inoltre stati rifocillati  da cittadini che hanno operato presso la cucina parrocchiale di Vado per garantire a tutti  un pasto caldo, un caffe' e tanta solidale attenzione; un grande grazie a don Giuseppe. I prodotti alimentari sono arrivati dai  negozianti di Vado e anche da altri commercianti  fuori comune.

Fin dalla prima necessità a Monzuno, Rioveggio, Pian di Setta, Gardelletta , Vado e in altre sedi sono stati organizzati punti di raccolta dei generi necessari agli sfollati: vestiti, pannolini, articoli per l’igiene personale ecc... Sono state attivate anche raccolte di donazioni tramiti bonifici bancari.

Un merito va sottolineato per l’operosità efficace e produttiva dei volontari di Protezione Civile di Monzuno che con la loro presenza nelle zone dove si lavora hanno garantito la sicurezza e il controllo per impedire l’intrusione, nelle case abbandonate, di malintenzionati. 

Vorrei aggiungere tante cose, mi limito a dire che mi sono commosso nel vedere tanta gente che non ha più nulla ma spera fiduciosa in un domani che le riporti nelle proprie case e che nonostante tutto sa ancora sorridere perché verifica che la solidarietà è tanta.

Vedere attività chiuse, come quella del fabbro Marco alla  Bolognina di Vado perché la sua officina in un attimo è stata distrutta dall’arrivo di  una valanga di fango, osservare alcuni sfollati che accompagnavamo nelle loro abitazioni per un attimo e vederli rassegnati e impauriti uscire con una borsa di piccole cose, persone silenziose e che forse non hanno più neppure lacrime per piangere, è stata un’esperienza indescrivibile. Il tutto confortato però da una cosa tanto bella:  tanti giovani e anziani armati di pala e piccozza uniti nella grande voglia di ripulire tutto.









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