venerdì 19 maggio 2023

Lagambiente: “Non è un terremoto, è il cambiamento climatico.”

 Alternanza siccità-alluvioni, emergenza 365 giorni l’anno: “Basta schizofrenia sulle politiche climatiche, serve un piano di adattamento ad effetto immediato”  

 


Dal Circolo LEGAMBIENTE SettaSamoggiaReno:
 

 

Legambiente da tempo denuncia quanto sta accadendo nel nostro Paese ed ha diffuso i nuovi dati della mappa del rischio climatico, nell’ambito dell’Osservatorio CittàClima. A preoccupare è anche il dato complessivo degli ultimi anni: dal 2010 a oggi, nella nostra penisola si sono verificati 1638 eventi estremi. Gli impatti più rilevanti si sono registrati in 843 comuni italiani.  

Eventi come quelli avvenuti negli ultimi giorni stanno diventando sempre più intensi e violenti a causa del riscaldamento globale e l’Italia è uno dei paesi più esposti e vulnerabili.  

Dispiace constatare ancora una volta che il disastro a cui abbiamo assistito era ed è annunciato da tempo. L’allarme siccità, la fragilità idraulica a cui si aggiunge lo scellerato consumo di suolo oggi ci mettono davanti al fatto che la nostra Regione continua a perdere tempo senza realizzare le misure necessarie all’adattamento alla crisi climatica.  

Nonostante da anni la scienza parli di cambiamento climatico e quali effetti esso avrà sul nostro futuro, qualcuno continua a chiamarlo maltempo o altri addirittura arrivano a paragonarlo ad un evento imprevedibile come un terremoto. Sono invece evidenti le responsabilità sia della classe politica, che a parte gli annunci non ha evidentemente colto il significato di “emergenza climatica” e del carattere estremo degli eventi che essa può produrre (che in futuro potrebbero essere addirittura più intensi di quelli a cui abbiamo assistito), sia del sistema economico che non sta compiendo la transizione ecologica nei tempi indicati dalla scienza, spesso in assenza di indicazioni chiare da parte della politica: questa situazione lascia le persone e le comunità in balìa di fenomeni che invece dovranno essere gestiti in maniera strutturale in futuro, quando potranno diventare anche più frequenti.  

Siamo stanchi delle passerelle politiche che, con indosso la giacca della Protezione Civile, ci raccontano che “l’Emilia Romagna è grande, risorgeremo e torneremo come prima” perché è proprio quel come “prima” che ha portato in questi ultimi giorni l’acqua nelle case di tanti nostri concittadini. 

La retorica dell’amministrazione, che equipara l’evento alluvionale al terremoto in Emilia, è fuorviante. La città di Bologna e l’area del ravennate ad esempio sono state inserite tra le aree a rischio potenziale significativo (APSFR) nel quadro del secondo ciclo della Direttiva Alluvioni. La modellistica della cartografia elaborata dalla stessa regione permetteva infatti di conoscere l’estensione dell’allagamento per diversi scenari di alluvione, l’altezza che può raggiungere l’acqua fuoriuscita dagli alvei e la superficie marina rispetto al piano campagna.   

L’alternarsi di fenomeni di precipitazione intensa e una condizione di siccità persistente in un territorio ampio è la prova che nella nostra regione il cambiamento climatico si fa sentire 365 giorni l’anno. Non si tratta più di calamità da affrontare singolarmente, ma di un quadro complesso per il quale occorre svolgere azioni di controllo e di prevenzione che garantiscano, oltre alla qualità della vita delle persone, anche la protezione degli ecosistemi che sono un tassello fondamentale per mitigare gli effetti di questi eventi estremi.  

Per quanto riguarda l’azione della Regione Emilia-Romagna di fronte a un simile scenario, ribadiamo la nostra posizione: è necessario che le azioni dei singoli assessorati della Regione siano coerenti e convergano verso un obiettivo comune, quello della mitigazione e dell’adattamento al cambiamento climatico. 

 

11 commenti:

Anonimo ha detto...

interessante commento anche qui:
https://www.wumingfoundation.com/giap/2023/05/non-maltempo-ma-malterritorio/

Anonimo ha detto...

Legambiente BUGIARDI!!

Anonimo ha detto...

Purtroppo le funeste reti di plastica arancione sono tornate virulente a delimitare enormi aree verdi che verranno distrutte da cemento e asfalto.
Il comune di Casalecchio ha un piano nefando di costruire centinaia di appartamenti in via Ronzani, area golenale, a sud dell'ex stabilimento Hatù.
All'innesto della Persicetana su via Emilia, altri campi e campi recintati di arancione.
La follia della distruzione del territorio continua orgoglionamente.

Malo... tutto!
C. Z.

Anonimo ha detto...

Sicuramente la cementificazione avrà influito sulle inondazioni (anche se il Ravone non è esondato ma ha sfondato il suo condotto sotterraneo e che è intombato non è certamente da ieri...), ma chiedo: le frane???
Le frane hanno poco a vedere con la cementificazione.
Si è verificata una condizione assolutamente e icredibilmente anomala; pioggia così insistente e per così tanto tempo consecutivamente pare non ci sia stata da più di un secolo, che sommata ad un lungo periodo siccitoso, ha determinato le frane che stiamo vedendo.
E poi non è che quando non c'era la cementificazione di oggi, quando c'erano gli "stradini" a pulire i fossi, i fiumi non dessero di fuori...anzi... la pianura Padana è una pianura alluvionale, pertanto...
Secondo me, se questa pioggia capitava in una qualsiasi delle altre regioni, non credo che sarebbe andata meglio, anzi...
Quindi tutta questa strumentalizzazione politica contro il comune, la città metropolitana o la regione, la trovo fuori luogo.
Sul perchè si sia verificata una precipitazione così, si può anche credere che sia colpa dell'uomo, ma non della popolazione Emilianoromagnala...della popolazione mondiale.

Anonimo ha detto...

E tutti questi anni di mancata manutenzione? Una volta c'erano gli stradini che tenevano pulite le cunette, i fiumi erano tenuti puliti ecc. ecc. Istituzioni menefreghiste e incompetenti. Altro che.

Luigino ha detto...

COMMENTATE, COMMENTATE ma gli occhi al cielo non li alzate, sempre a testa bassa se no il padrone chissà cosa pensa. E' un continuo di scie nel cielo ma non le vedete, qualsiasi situazione abbia causato il disastro non dovrebbe essere presa in considerazione, prima di pubblicamente alzare la voce sulla GEOINGEGNERIA tutt'altro che anomala, io direi "puntuale tutti i giorni", vedere altro è collaborazionismo alla criminale attività di modifica climatica. Le vedo anch'io le situazioni di trascuratezza del territorio, lo vedo anch'io che le istituzioni non fanno l'interesse del cittadino, parlano d'altro, lo so.

Anonimo ha detto...

Non so come si possa pubblicare i rutti (chiamarli commenti sarebbe troppo generoso) dei pirla sciacomichisti.
...tant'è ...la cosa qualifica il livello del blog e di chi lo gestisce.

Anonimo ha detto...

Signore 19:13

La strumentalizzazione politica non esiste, esistono i fatti: costruzioni folli in aree a rischio idro_e_tutto_il_resto_geologico, in una cortocircuitazione tra amministratori eletti ed elettori amministrati.
Invece di ideologia, torniamo al punto:
cosa succede, con cumulate come di questi giorni, in migliaia di ettari cementificati?
Ha senso, a Casalecchio, costruire ancora? In area golenale ex Sapaba?
Avete letto i bollettini allarmati di Bonifica Renana? Picchi mostruosi di piena che NON riescono a gestire!?

Quando ero consigliere, alle giunte pro costruzioni "senza se e senza ma" facevo domande semplici:
o - che acqua useranno i nuovi insediamenti?
o - quale energia?
o - come si sposteranno i pendolari? ci sono le arterie?
o - che energia e risorse (cibo, materie prime, etc.) useranno? Da dove proverranno?

La risposta a queste domande "della serva", da Bertoldo, erano silenzi imbarazzanti oppure slogan ideologici "Non non siamo per la decrescita!".
Ecco, una arriva e poi quando il rubinetto e' vuoto gli urla "Noi non siamo per la decrescita!". Se urla piu' volte forse uscira' dell'acqua.
Ideologie farlocche che se ne strabattono dei fiumi, delle piene duecentennali, del costringere i fiumi a canali insensati fino... a farne rompere gli argini.
Se si vuole ottenere i pro economici di queste scelte, poi arrivano i contro, con costi terribili.
Alla fine non so neppure se scelgano.
Erano solo voti di giunta a favore delle piu' assurde concessioni edilizie.

C.Z.

Anonimo ha detto...

> i fiumi erano tenuti puliti

La velocita' erosiva cresce col quadrato della velocita' di scorrimento.
I fiumi devono essere "sporchi" (sigh!) di alberi e larghi e quindi lenti.
Invece li fanno "puliti" di alberi e stretti, con velocita' di flusso e quindi capacita' distruttive via via piu' elevate.
Osservare qui cosa e' successo ad argini "puliti" e a velocita' di scorrimento allegre.

In altre parole il fiume "pulito" toglie il problema a te e ne crea un molto peggiore a valle.
Funziona? Dipende dai punti di vista: andare a chiedere nella "basse".

C.Z.

Luigino ha detto...

Anonimo delle 21.26, perchè non ti firmi? Che grande coraggio che hai, leone da tastiera EVIRATO, firmati, che chi sono io lo sai.

Anonimo ha detto...

Ah, perche' "Luigino" sarebbe una firma? LOL...!