lunedì 17 febbraio 2014

I ponti sono divenuti dighe. E' necessario intervenire.




“E’ una diga ! Una pericolosissima barriera che con la spinta dell’acqua del fiume Reno può creare guai seri ai ponti. Una pianta voluminosa, scalzata alle radici dall’ultima piena,  si è persino appoggiata a Ponte Albano.  E’ un campanello dall’allarme che non si può più fingere di non sentire”.

La preoccupata denuncia è del consigliere comunale Pietro Fortuzzi che mostra a chi passa il bruttissimo spettacolo di disordine, sporcizia e incuria che presenta tutto il tratto del fiume Reno da La Barca a oltre il complesso di ponti dell’autostrada. Soprattutto è preoccupante l’ammasso di tronchi che hanno trovato nei piloni dei fiume un punto d’appoggio e vi si sono accumulati formando un voluminoso ostacolo al passaggio dell’acqua quando il fiume è in piena e producendo sui piloni dei ponte una notevole forza di spinta. “E pensare che c’è chi si è offerto di pulire tutto quanto senza chiedere in cambio nulla se non la sola legna, ma il permesso gli è stato negato. Probabilmente non è simpatico a tutti poiché l’operazione è consentita e praticata in altre parti del fiume Reno. In altre comuni è addirittura caldeggiata dagli amministratori. Il diniego è inspiegabile.”  E poi si ferma, ma si capisce che il consigliere vorrebbe dire altro.

Il problema della pulizia del letto del fiume Reno è presente da anni e in passato fu affrontato dal consigliere comunale, allora di AN, Stefano Passeri e anche in questo caso il risultato fu nullo. Passeri denunciò che la vegetazione era già talmente alta da aver superato l’altezza del ponte Albano. “Ma forse anche allora la denuncia non veniva dalla parte politica accreditata all’ascolto”, commenta uno dei residenti piuttosto preoccupato per lo stato del fiume che non solo dequalifica la frazione di Ponte Albano e l’intero paese, ma crea un pericolo da non sottovalutare. Il ponte Albano nella sua secolare storia fu abbattuto più volte dalle piene del Reno. L’ultima nel 1966  in occasione della memorabile piena seguita alle piogge diluviali di quell’anno che provocarono anche la inondazione di Firenze.
Siamo di fronte a un cambiamento climatico le cui conseguenze sono purtroppo imprevedibili- Per questo è necessario non tergiversare e adottare tutte le precauzioni necessarie ad evitare qualsiasi evento critico.












4 commenti:

Anonimo ha detto...

Fortuzzi sei l'unico politico che c'è in consiglio comunale a Sasso Marconi.

Cesare Zecca ha detto...

Attenzione.
quegli ammassi di tronchi "trattenuti a pettine" (che dalle immagini appaiono non così catastroficamente grossi) hanno un'importanza notevole ovvero quella di rallentare considerevolmente la velocità della corrente e quindi limitare le erosioni che possono essere molto gravi durante le piene più importanti.

Riporto alcuni passaggi di un documento che i geologi e Legambiente redassero dopo l'alluvione del Magra dell'ottobre 2011

"- in merito agli abbattimenti in alveo << la maggior parte degli alberi trascinati dalla piena proveniva non già dall’alveo, ma dai boschi e dalle frane dei versanti >>

Alcune delle "terapie" che popolarmente si crede accrescano la sicurezza idrogeologica, in generale l'artificializzazione dei corsi d'acqua, in realtà sono terribili concause di dissesto e causano più problemi di quanti ne risolvano.

L'articolo Alluvione del Magra: false soluzioni aumentano il rischio
e lo
studio di geologi e Legambiente Liguria e Toscana
spiegano molto chiaramente anche in dettaglio le cause di quell'alluvione cruenta dovuta anche a interventi di "pulizia" e indicano cosa fare e soprattutto cosa NON fare.

Anonimo ha detto...

Una volta a tenere in ordine il letto dei fiumi dopo le piene ci pensavano le persone.Dopo ogni piena c'era un sacco di gente che andava a legna lungo il fiume .Essendoci tanta legna ,si provvedeva a fare dei cumuli e vi si posava sopra dei sassi per far capire che era legna già con un padrone.I burloni di turno toglievano i sassi "segnalegna" e provocavano liti a non finire.C'è da dire che in quegli anni 50 non c'erano molti termosifoni e la gente si dava da fare se voleva fare andare il camino o la stufa.Ho visto tempo fa un servizio televisivo sulle pulizie delle spiagge .Tutto il materiale legnoso che i fiumi scaricano in mare e che poi viene rigettato sulle spiagge è considerato non idoneo per essere bruciato .Bisogna smaltirlo come rifiuto speciale e non può essere preso per bruciare in stufe o caminetti .Tronchi compresi .Si parlava di sostanze tossiche che questa legna aveva accumulato lungo il suo tragitto a mollo nell'acqua dei fiumi .E quindi era da ritenersi pericolosa da ardere. Siamo proprio messi bene...

Anonimo ha detto...

Nel 2012 a Lama di Reno localita' Ponte di Loggiola si e' fatto una bonifica o pulizia da alberi e arbusti in maniera considerevole, il legname convertito in cippato da ardere; e non mi sembra che il letto del fiume ne abbia risentito anzi.
Io sono in accordo con il sign. sopra che dagli anni 60 ad oggi sono cambiati gli stili di vita.