Di Andrea
Defranceschi, capogruppo in Regione del Movimento 5 Stelle.
Esprimo
soddisfazione per il rinvio in
commissione della delibera presentata oggi in aula sui criteri e le misure di
erogazione dei contributi da destinare agli allevatori e alle aziende agricole
per danni da predatori.
Agricoltori
e allevatori vanno tutelati al 100%. Chi oggi svolge questa attività in aree
depresse come l'Appennino vive già mille difficoltà, senza bisogno che la
Regione gli renda la vita più difficile. L'aumento degli ungulati e dei
predatori come il lupo, da un lato è un elemento di vitalità e arricchimento
dei territori appenninici, dall'altro
rende sempre più complesso praticare agricoltura e zootecnia. Con la delibera
che si era tentato di far passare, la Regione continua nell'errore di
innervosire gli imprenditori agricoli, appesantendoli con carte e burocrazia e
rimborsando solo in parte i danni subiti.
Si rischia
una contrapposizione fra allevatori e la realtà circostante nella quale essi si
trovano a operare che è il caso di ascoltare. L'acuirsi delle tensioni e delle
insofferenze che in tante realtà sono all'ordine del giorno tra chi vive e
lavora in Appennino non sono da sottovalutare e lo Stato deve porre rimedio,
essendo gli animali selvatici patrimonio indisponibile dello Stato, che ne deve
essere interamente responsabile.
Un esempio:
si rimborsano solo al 90% gli animali uccisi e si concede un forfait per lo
smaltimento delle carcasse, per questo ho chiesto il 100% e il rimborso a piè
di lista. Così come non vengono rimborsati gli animali fuggiti e dispersi in
seguito all'attacco di lupi e anche in questo caso ho chiesto che fossero
anch'essi conteggiati nel computo dei rimborsi.
Capisco che
le problematiche della montagna, sempre più spopolata e senza servizi,
destinata nell'immediato futuro a terra di poche gite fuori porta, possa
passare in secondo piano rispetto a tematiche più ‘metropolitane’, dove la vita
politica si svolge. E’ invece nostro compito arrivare proprio lì dove la
copertura mediatica e statale rischia di essere irresponsabilmente carente.
Ci permettiamo di aggiungere che il
problema ‘ungulati’ sembra più ampio da
quello descritto nell’esposizione di
Defranceschi , secondo le esperienze raccontate da chi vive e opera in Appennino. Dalle testimonianza
che giungono a questo blog dagli agricoltori emerge una sorta di rassegnazione,
quasi un gettare la spugna di fronte a una situazione ingestibile e giunta a un
punto di ‘non ritorno ’. Proporre aumenti e facilitazioni per i
risarcimenti sembra comunque un ‘mettere una pezza’ a una camera d’aria ormai irrecuperabile.
Ci auguriamo ovviamente che non sia così.
A queste considerazioni ci
piacerebbe seguissero commenti e proposte dei diretti interessati.
2 commenti:
Di che cosa possono sopravvivere i lupi ???? dovranno pur cibarsi dal momento che sono stati inseriti da progetti recenti regionali, anche nell'appennino, forse è solo per dargli la caccia ??? non avrebbe alcun senso !!
io sto con i lupi, vero equilibrio del sistema.
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