Foto prima della partenza |
Favoriti anche da un’imprevista giornata di sole, gli ‘attempati solo
anagraficamente’ ciclisti Over 70 ed il
loro fondatore Giancarlo Maini, hanno pedalato in ricordo di Mauro da piazza
del Nettuno a Bologna fino alla Basilica
di San Luca, insieme ad altri ciclisti del bolognese.
A dare
partecipazione e consistenza alla manifestazione erano presenti Benedetto Zacchiroli consigliere comunale di
Bologna, Stefano Mazzetti sindaco di Sasso Marconi, Raffaele Ammendola assessore allo sport del Comune di Sasso
Marconi, Adolfo del Soldato vice sindaco
di Massarosa, il professor Francesco Rivelli presidente della LILT, Claudio
Pesci presidente dell’Associazione Fausto e Serse Coppi, Franco Magli
presidente UIPS ciclismo, il rappresentante dell’Associazione Aido di Sasso
Marconi, Marta Graziani presidente AIPK Onlus, Beppe Guidotti mentore del
ciclismo bolognese e Francesco e Chiara nipoti di Mauro Talini.
Dopo le foto di rito i ciclisti hanno inforcato le biciclette e hanno
raggiunto con la pedalata dei ventenni il Santuario di San Luca dove è stata
celebrata la Messa dal Rettore della Basilica di San Luca mons. Arturo
Testi.
Al termine della Messa, Marta Graziani ha ricordato Mauro Talini
tracciandone il profilo morale e spirituale e sportivo e, tra gli altri, ha
passato parola a Giancarlo Maini, che ha consegnato al monsignore, a nome dei
‘Ragazzi di Stelvio Over 70’, una delle maglie di Mauro incorniciata e
sottolineata dalla targa ‘Mauro Talini: Atleta di Dio’.
Tra le tante parole in ricordo di Mauro è emerso un comune
denominatore: quando la semplicità, la purezza dei sentimenti e l’amore per la
vita sono valori veri, niente e nessuno può disconoscerli. Egoismi e
distorsioni ideologiche scompaiono per incanto. Mauro era tutto questo e il suo
insegnamento, costruito con infinita passione e forza di volontà, non avrà mai
fine.
Diabetes no limits e Povertà no limits
I ciclisti di ‘Stelvio
Over 70’ si sono formati nel 2005 e la finalità che il gruppo si è dato è
sintetizzato nella scritta sulle maglie
dei giovani settantenni ‘Ragazzi non fumatevi
la vita’ ed è questo il messaggio che rivolgono soprattutto ai giovani: non sciupate la vita
con droghe e altri vizi.
“Per noi che ne abbiamo
vissuto una bella fetta, la grande magia della vita va apprezzata ed amata fino
all’ultimo giorno che il Buon Dio ci ha riservato,” scrive il fondatore
Giancarlo Maini. “Con questo spirito, il 18 giugno 2005 è stato programmato il
raduno ciclistico nazionale della scalata al passo dello Stelvio riservato a
ciclisti Over 70. Sulla carta una follia, nella realtà un’incredibile successo
documentato da stampa e televisione. Dopo due anni di forzata inattività, ho
ripreso il discorso creando un gruppo prettamente bolognese di ‘ragazzi’ over
70. Con loro, nel giugno 2008, ho scalato il Monte Grappa per rendere omaggio
ai 23.000 ragazzi, per lo più ignoti, sepolti nel grande Sacrario posto sulla cima. A loro
la vita l’ha fumata l’orrore della guerra. Nel 2009 la scelta è caduta sul
Piccolo San Bernardo. Siamo andati là per ritrovarci con il meno giovane della
prima impresa allo Stelvio, il valdostano Franco Cuaz. Un personaggio
straordinario ancora oggi in forma smagliante con i suoi 87 anni! Ma ancora
tante sono state le imprese ciclistiche che abbiamo messo in campo a tutt’oggi.
Cito le più significative:
Lo
Stelvio nel 2010 per ricordare i 50anni della morte di Fausto Coppi
Il
Gran San Bernardo nel 2011 e, tanto per cambiare, lo Stelvio nel 2012 per
festeggiare i 90 anni della LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori).
Questa volta sono saliti con noi Francesco Moser e Gilberto Simoni, una
giornata indimenticabile.
A
contorno di queste ‘passeggiate’, abbiamo messo in campo alcune iniziative a
sfondo umanitario, come la collaborazione con la LILT presso le scuole Medie in
diversi comuni della nostra provincia e interventi presso Centri di Recupero per
Tossicodipendenti. Indimenticabile il viaggio a San Patrignano su invito di
quella comunità: una giornata di grande gioia e commozione. Durante il pranzo nella immensa sala della
struttura, per un attimo ho creduto di sognare e quando mi sono reso conto che
era tutto vero, ho avuto come unico desiderio la condivisione con quei 1800
ragazzi di una mia antica sofferenza. Per me una taumaturgica liberazione, per
loro un segno di amicizia e solidarietà”.
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