giovedì 1 marzo 2012

Comitati: abbandonate l'eolico industriale, non rende e soffoca l'ambiente.






‘Con l’eolico industriale la Regione non promuove l’energia pulita, ma il dissesto ambientale’. Questa la sintesi della denuncia riportato in una conferenza in Regione dai comitati regionali dell’Emilia Romagna che si sono organizzati per la difesa dei crinali dell’Appennino attaccati da numerosi progetti per l’installazione di impianti eolici. I Comitati stanno operando per sensibilizzare innanzitutto gli amministratori degli enti pubblici cui compete il ‘via’ o meno. Gli impianti, secondo i denuncianti, non solo sono inutili poiché la Regione Emilia Romagna non offre una ventosità sufficiente a garantirne un minimo di utilità, ma sono anche dannosi poiché impattano nell’ambiente, disturbano fino a scacciarla la fauna, richiedono interventi più che invasivi in zone ambientalmente fragili e instabili.

L’incontro è stato introdotto dal consigliere regionale Andrea Defranceschi e da Alberto Cuppini, del coordinamento della ‘rete di resistenza dei crinali contro l’eolico industriale selvaggio’ . Il primo, dopo aver precisato che nessuno è contro l’energia rinnovabile ma solo contro quella che per la realizzazione richiede un inaccettabile sacrificio ambientale, ha presentato la situazione di Camugnano dove è già stato realizzato un primo impianto eolico di servizio ad aziende agricole formato da tre pale dell’altezza di 32 metri ed è allo studio un secondo ben più impattante formato da 7 pale dell’altezza di 150 metri ciascuna.

Il secondo relatore ha rimarcato come il programma eolico interessa ormai tutta la fascia appenninica della regione e che, grazie a nuove disposizioni di legge, l’approvazione può essere rapidissima. Ha quindi invitato a vigilare.

Intensa poi la denuncia di Paola Campori portavoce del Comitato di Camugnano che riferendosi all’ipotesi progettuale che riguarda il suo comune ha detto: “Non è un impianto mitigabile. E’ posto fra due aree, quella del monte Vigese e quella del Parco dei Laghi, ambientalmente protette ed è impattante dal punto di vista visivo poiché le pale sarebbero visibili da notevoli distanze. Inoltre invade ambienti ricchissimi di fauna: vi vivono e vi si riproducono animali protetti come il falco e l’aquila reale ed è nell’areale di permanenza del lupo”. Ha rimarcato come gli infrasuoni prodotti dalle eliche sono percepiti dagli animali e anche dalle persone e alcuni soggetti più sensibili hanno sviluppato una forma di malattia chiamata 'sindrome da turbina eolica'. I suoni a bassa frequenza prodotti dai meccanismi non sono udibili dall’uomo, ma sono inascoltabili per gli animali. “E’ dimostrato anche che hanno effetti anche sulla salute dell’uomo”, ha riferito.” Il rapporto fra benefici e costi ambientali è inaccettabile. Avremmo un impianto che per otto mesi non produce niente per mancanza di vento” ha concluso.

Angelo Farneti ha riportato la situazione di Monte dei Cucchi dove un impianto è stato bocciato per la decisa presa di posizione della popolazione. Si è allora proposto di farne un secondo nel confinante territorio di Bruscoli in comune di Fiorenzuola, già nella regione Toscana ma a pochissima distanza da quello bocciato. Presenti anche i portavoce dei comitati di Parma e di Piacenza che hanno raccontato che se i progetti proposti nelle loro colline andranno in porto la Val Del Taro cesserà di essere una ‘green valley’ con tutte le conseguenze per l’economia turistica.


Nelle foto-simulazioni come diverrebbe il paesaggio con le pale eoliche.



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