giovedì 27 agosto 2020

La Rassegna di teatro civile al femminile, FEMINOLOGICA, all'Anfiteatro di Villa Spada, ”

La  rassegna, nell'ambito di “Donne fuori dall’angolo,  parte dal desiderio  di rendere vivo un monumento dedicato al maternage di massa attuato dalle partigiane durante la guerra di liberazione dal nazifascismo

L’Associazione Culturale Youkali APS dà il via alla terza edizione della rassegna di teatro civile al femminile Feminologica nel parco di Villa Spada, presso l’anfiteatro che fa parte del Monumento alle 128 cadute partigiane della Provincia di Bologna. Feminologica vuole essere un discorso sulle donne condotto da donne, da artiste che attraverso il proprio impegno teatrale raccolgono l’eredità delle partigiane che hanno dato un contributo alla fondazione della nostra Repubblica, allargando poi lo sguardo a comprendere tante diverse forme di resistenza delle donne nella storia, come dovere di testimonianza e per la difesa della libertà e dei diritti di tutti e tutte.
La rassegna, inserita nel cartellone di Bologna Estate 2020, è sostenuta quest’anno dalla Regione Emilia Romagna Assessorato alle Pari Opportunità attraverso il progetto “Donne fuori dall’angolo” che vede tra i partner anche Cospe e Sofos divulgazione delle scienze e tra le collaborazioni UDI Bologna, ANPI Saragozza Sezione “Ferruccuio Magnani”, AICS Bologna e le Associazioni culturali Rimacheride Teatro e Medinsud.
Donne fuori dall’angolo è un progetto che si snoda lungo tutto il 2020 e comprende, oltre la rassegna teatrale Feminologica 3, una trasmissione radiofonica in 10 puntate “Donne fuori dall’angolo” in onda, il primo mercoledì di ogni mese su Radio Città Fujiko e laboratori didattici nelle scuole dell’appennino bolognese dedicati al contrasto degli stereotipi di genere e alla promozione delle materie stem presso le giovani.
Feminologica 3 si apre oggi, giovedì 27 agosto alle 21, con Medea e Clitennestraa cura dell’Associazione Tra un atto e l’altro con Angela Malfitano. Lo spettacolo parte dalla rilettura delle due figure della mitologia greca compiuta da due grandi autori del ‘900: Dario Fo e Marguerite Yourcenar per approdare a una nuova riscrittura scenica realizzata dalla protagonista.
Medea è un monologo che la stessa Franca Rame ha aiutato Malfitano a montare all’inizio della messa in scena. Si rifà alla commedia dell’arte e alla tradizione dei “maggi” umbro-toscani. In un meraviglioso italiano rinascimentale, Medea con determinazione vive la sua presa di coscienza. Si confronta con le donne di Corinto e rivendica giustizia per sé, straniera e ripudiata dal marito Giasone come madre e moglie.
Clitennestra, la mitica regina di Micene, moglie di Agamennone, si presenta davanti a un’immaginaria corte di giudizio dopo aver ucciso il marito e l’amante di lui, Cassandra. La rilettura di Marguerite Yourcenar della vicenda ci restituisce una donna forte e innamorata con tutte le sue ragioni e i suoi dolori. Malfitano ha tratteggiato una figura di stupore doloroso e di innocenza, di ironia e candore macchiate da tinte grottesche. La regina Clitennestra si trasforma da barbona di strada ad eroina tragica. La guitta che recita stancamente la sua parte trasforma le sue iniziali leggerezze in parole pesanti. Racconta del tempo dell’abbandono prima, dell’amore per Egisto poi e, infine, del ritorno dalla guerra di Troia di un eroe stanco, di un dio caduto: Agamennone.
Le due figure del mito greco fanno parte del percorso di attrice-autrice di Angela Malfitano richiamate dal suo interrogarsi sul femminile e temi di genere, sul “potere e non potere” delle donne; ma anche dalla ricerca di bellezza. Medea e Clitennestra. riguardate al di fuori del loro tempo, delle caste sociali ed economiche che da sempre hanno dato cornice al loro esistere. Non c’è giudizio, il loro grido ci scuote ancora.

In caso di pioggia lo spettacolo sarà rimandato al 29 agosto.

Il 4 settembre l’appuntamento sarà duplice: alle 19 l’incontro La memoria della resistenza al femminilea cura di ANPI Saragozza Sezione “Ferruccio Magnani” con Doda Pancaldi, ingresso gratuito su prenotazione; alle ore 21:00 andrà in scena lo spettacolo “Per il pane, la pace e la libertà” dedicato alle straordinarie azioni quotidianamente svolte durante la guerra di liberazione dai nazifascisti, dalle partigiane di Bologna così come dalle donne partigiane di tante altre città dell’Italia occupata. In scena l’autrice e regista Simona Sagone insieme a Sara Graci e al musicista Mirco Mungari.

Il testo racconta la storia di nonna Lia, rivissuta dalla nipote attraverso il diario della nonna ricevuto in eredità. Attraverso l’immaginaria figura di Lia, divenuta la partigiana Marcella nei terribili anni della guerra e poi tornata ad essere un’onesta operaia fino alla pensione. In scena vengono ricordate tutte le partigiane che allora hanno consapevolmente partecipato a tante azioni pericolose, ma non hanno voluto chiedere, a guerra finita, il riconoscimento come partigiane. In Provincia di Bologna solo 1850 donne chiesero il riconoscimento, sicuramente furono molte di più quelle che parteciparono coraggiosamente alla Resistenza, anche se è difficile stimarne il numero.
Non si è combattuta la guerra solo con le armi in pugno, ma anche preparando a maglia un indumento caldo per i compagni partigiani, offrendo gli ultimi spiccioli per aiutare altre donne rimaste senza sostegni economici, curando malati e feriti negli scontri, rischiando la vita per ottenere razioni supplementari di grassi, sale e zucchero per sfamare figli e genitori anziani.
Come raccontano le testimonianze e i numerosi studi di genere realizzati negli ultimi decenni, in quei giorni ogni donna fu madre di tutti gli italiani ed ebbe il coraggio di lottare per accorciare anche di un solo giorno quella terribile carneficina.
In caso di pioggia lo spettacolo sarà rimandato al 5 settembre.


Il 9 settembre andrà in scena, sempre alle ore 21:00, il Lamento di Luisa Brancaccio sulla morte di sua figlia Isabella di Morratesto di Mirco Mungari con Guido Sodo, Gaia d’Elia e Mirco Mungari alle musiche, Simona Sagone e Luisa Vitali, voci. A cura di Youkali e Made in Sud.

Il lamento nasce per rimettere le donne al centro della Storia e in particolare per dar voce, poetica prima che drammaturgica, a Luisa Brancaccio, madre costretta ad assistere attorno al 1545, nel silenzio, al barbaro omicidio, oggi diremmo femminicidio, della figlia Isabella di Morra, partecipe del destino di generazioni di mogli, sorelle e madri annichilite dalla storia scritta, col sangue delle donne, dai maschi.

In questo breve testo Luisa riprende voce dopo cinquecento anni e finalmente racconta, in un inarrestabile flusso di ricordi e di dolore, la sua verità sulla morte della figlia. La voce di Isabella inframezza il suo racconto, alternando i suoi versi premonitori al ricordo della madre; la figlia rivive nel ricordo, ma appare presente e ineluttabile nella narrazione fuori dal tempo.
La voce di Luisa Brancaccio si amplifica fino a diventare il lamento di ogni donna cancellata dalla violenza della storia; nel buio del nostro presente, la sua figura vuol essere insieme un omaggio e un monito, un fiore sulla tomba di ciascuna donna invendicata, martoriata e obliata da una memoria troppo spesso ostaggio del maschio.
In caso di pioggia lo spettacolo sarà rimandato all’11 settembre.

Il 13 settembre alle 21:00 l’attrice Luisa Vitali sarà protagonista del reading di Associazione Rimacheride Le eredità di Vittoria Giunti insieme alla musicista Eleonora Beltramello. La drammaturgia narra la storia di una donna e insieme di un paese e di quello che il suo seme ha prodotto cambiando tanti destini personali, nella semplice profondità del “ciò che è” di cui parlava Brecht.
"Una storia ascoltata quasi per caso, una fascinazione che ha immediatamente stimolato l'urgenza di raccontarla" racconta Luisa Vitali che ha adattato per la scena la narrazione di Gaetano Alessi, il giovane autore del libro “Le eredità di Vittoria Giunti”. Vittoria Giunti nasce a Firenze nel 1917 e cresce in fretta partecipando alla lotta partigiana, diventando dirigente del Partito Comunista e poi componente durante la Costituente di diverse commissioni nazionali tra cui la commissione nazionale per il voto alle donne. Studia matematica e fisica all'università di Roma e diventa assistente all'università di Firenze. Direttrice della Casa della Cultura a Milano, primo Sindaco donna della Sicilia nel 1956 a Santa Elisabetta (Agrigento) e tra le direttrici della rivista “Noi donne”. Muore nel 2006 nella piccola città di Raffadali, nella quale e per le cui sorti ha combattuto fino alla fine.
Lo stile con cui Gaetano Alessi la racconta è semplice e affettuoso, non lascia spazio a malinconie per l'amica/maestra scomparsa ma ne raccoglie la forza, la femminilità e l'intraprendenza. Da questo stile narrativo è partita Luisa Vitali per giungere alla sua Vittoria Giunti sul palcoscenico.

In caso di pioggia lo spettacolo sarà rimandato al 17 settembre.

La breve rassegna si concluderà il 15 settembre con un doppio appuntamento: l’incontro Scrittura in carcere – l’esperienza di UDI a la Dozzaalle 19:00 a cura di UDI Bologna con Katia Graziosi e Alba Piolanti e lo spettacolo finale alle 21:00 “Il fronte delle donne”: un viaggio lungo il fronte interno delle donne nella Bologna del ’15- ’18 attraverso tutte le classi sociali. Lo spettacolo, riallestito in forma teatrale stanziale e presentato nel 2018 in Certosa come itinerante, vedrà in scena Simona Sagone, autrice e regista della pièce, e il polistrumentista Mirco Mungari con la partecipazione dell’attrice Sara Graci.

Lo spettacolo metterà in luce il protagonismo femminile nella vita politica e sociale del Paese come produttrici di pensiero su riviste e giornali, lavoratrici capaci di rivendicare i propri diritti, sindacaliste, “imprenditrici morali” del conflitto coinvolte in opere assistenziali o instancabili ricercatrici di notizie sulle sorti dei soldati con cui le famiglie avevano perso i contatti.
Gli spettatori incontreranno una tranviera anarchica, la socialista Argentina Altobelli prima Segretaria della FNLT, l’insegnante della Regia Scuola Normale Laura Bassi nonché ispettrice generale dell’Ufficio Notizie Gida Rossi, le madrine di guerra Teresa e Ida Follie e la fondatrice dell’Ufficio Notizie alle famiglie dei militari di terra e di mare Contessa Lina Bianconcini Cavazza. Quest’ultima verrà rappresentata nel giorno della cerimonia solenne di chiusura dell’Ufficio Notizie il 30 giugno 1919 con la consegna di attestati di benemerenza e medaglie alle volontarie da parte dell’allora Ministero della Guerra.

In caso di pioggia lo spettacolo sarà rimandato al 16 settembre.
Per tutta la durata della rassegna “Feminologica” sarà allestito un punto ristoro a cura del Circolo Arci Guernelli e il tavolo dei libri al femminile in collaborazione con Libreria Trame.
La prenotazione agli spettacoli è obbligatoria per il protocollo sanitario e, al momento della prenotazione, telefonica o tramite mail, è possibile scegliere fra tre modalità di pagamento: bonifico bancario sul conto dell’Associazione Culturale Youkali (Emil Banca: IT96N0707202409032000131803 - almeno 2 gg prima dell'evento); PayPal (il link per l’invio del denaro sul conto PayPal di Youkali verrà inviato dopo la prenotazione telefonica o via mail) o in contanti, la sera stessa dello spettacolo.

Programma completo su www.youkali.it e sulle pagine facebook Feminologica e Associazione Culturale Youkali.

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