di Roberto Giusti
Si è svolta ieri mattina, sabato 20 settembre 2025,
nella Prefettura di Bologna la cerimonia di consegna delle Medaglie d’Onore
conferite dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella agli italiani,
militari e civili, internati nei campi di concentramento tedeschi durante la
Seconda guerra mondiale.
L’iniziativa rientra nella “Giornata degli Internati Italiani”, istituita con la
legge del 13 gennaio 2025 n. 6, con l’obiettivo di conservare e tramandare la
memoria di quanti, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, furono deportati
per il loro rifiuto di aderire al nazifascismo.
Tra i protagonisti della giornata anche Vergato, che ha reso omaggio al paracadutista Guido Baraldi, catturato e deportato in Germania, simbolo di coraggio e dignità di fronte alla violenza e all’oppressione. A ritirare la medaglia, consegnata dal prefetto Enrico Ricci e dal vicesindaco di Vergato Stefano Pozzi, sono stati i figli Roberto e Luciano, insieme ai familiari.
Un momento di forte intensità emotiva
si è vissuto al termine della cerimonia, quando Daniela Baraldi, nipote di Guido, ha letto una lettera
indirizzata al nonno:
«Caro nonno, non ti ho conosciuto ma la tua storia è parte di me e di tutta la
nostra famiglia. La tua sofferenza, il tuo sacrificio e la tua dignità di
fronte alla violenza sono un’eredità che non andrà mai perduta. Oggi, mentre
riceviamo questa medaglia alla tua memoria, vogliamo dirti grazie: per il
coraggio, per l’esempio e per il silenzioso amore che ci hai lasciato.
Promettiamo di non dimenticare mai e di continuare a difendere i valori per i
quali hai sofferto».
Parole che hanno restituito voce e
volto non solo a Guido Baraldi, ma a tutti gli internati che pagarono un prezzo
altissimo per rimanere fedeli ai valori di libertà e giustizia.
Il sacrificio di Guido e di tanti altri italiani internati rappresenta un monito e un’eredità per le nuove generazioni: coltivare la pace, difendere la libertà, custodire la democrazia. L’amministrazione comunale di Vergato, presente con il vicesindaco Pozzi, ha sottolineato con commozione e riconoscenza come la sua storia, insieme a quella di tanti internati, debba richiamare tutti a un rinnovato senso di memoria, dovere e responsabilità verso i più giovani.

2 commenti:
Meglio tardi che mai, vero eh.
ringraziare il Re...per la Prima e la Seconda guerra. Ringraziare gli alleati per migliaia di bombe e di morti civili.
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