La proposta dell’Accademia Nazionale di Agricoltura al convegno di Imola: “Recuperare i castagneti e rilanciare la bonifica come azione di tutela e sviluppo delle aree montane”
Ripartire da una bonifica integrale e dalla castanicoltura per contrastare la fragilità del territorio e rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici. È questa la ricetta proposta dall’Accademia Nazionale di Agricoltura, nel corso del convegno “Conservazione della biodiversità forestale e del castagno”, che si è svolto a Imola dal 23 al 25 settembre con la partecipazione di ricercatori, enti parco, consorzi di bonifica e amministratori.
L’Italia,
ricordano gli esperti, è tra i Paesi europei più ricchi di biodiversità, frutto
sia della varietà geomorfologica e climatica sia delle politiche di tutela
ambientale avviate già nel secolo scorso con le storiche leggi forestali del
1923 e del 1933. Quelle norme consentirono di incrementare la superficie
boschiva nazionale e di trasformare terre paludose in aree produttive. Oggi,
però, la crisi climatica e l’abbandono delle zone interne stanno mettendo in
discussione quegli equilibri, rendendo urgente un nuovo piano di intervento.
Due proposte chiave: bonifica e castanicoltura
Secondo
l’Accademia, per prevenire frane ed esondazioni serve un approccio sistemico
che parta dalla tutela delle montagne e includa la gestione forestale, il
controllo delle specie piantumate, la manutenzione di argini e corsi d’acqua,
il contenimento del consumo di suolo e la cura dei terreni agricoli.
Parallelamente, la rivalutazione della castanicoltura rappresenta
un’opportunità sia ambientale sia economica: i castagneti, spesso abbandonati,
possono diventare presìdi contro il dissesto idrogeologico e, al contempo,
rilanciare una produzione agroalimentare tradizionale con sbocchi anche
cosmetici e farmaceutici.
Il ruolo del
Centro Nazionale per la Biodiversità
Il professor
Giorgio Cantelli Forti, presidente dell’Accademia, ha ricordato
l’esperienza del Centro Nazionale per lo Studio e la Conservazione della
Biodiversità Forestale a Granaglione, sull’Appennino bolognese. Nel
castagneto didattico sperimentale si svolgono attività di ricerca, monitoraggio
con tecnologie avanzate, produzione di miele e farina di castagno, oltre a
iniziative didattiche per le scuole. “Siamo convinti – ha detto Cantelli Forti
– che la cura delle aree montane e collinari sia la chiave per salvaguardare
anche la pianura, sempre più esposta a eventi climatici estremi”.
Bonifica, biodiversità e cultura del territorio
Il presidente dell’ANBI, Daniele Vincenzi, ha sottolineato come
l’abbandono delle aree interne non significhi rinaturalizzazione, ma aumento
delle criticità idrogeologiche e perdita di habitat costruiti con sapienza
rurale. “Viviamo in un ambiente gestito – ha ricordato – e la vera sfida è
ricostruire l’equilibrio tra natura e presenza umana”.
Sulla stessa
linea l’intervento di Fabrizio Castellari, consigliere regionale
dell’Emilia-Romagna, che ha richiamato le politiche regionali di forestazione e
i progetti di recupero dei castagneti: “I castagni non sono solo risorse
agricole, ma presìdi ambientali e paesaggistici. Per questo la Regione sostiene
il loro recupero e la difesa fitosanitaria, con un approccio che unisce
innovazione e tradizione”.
Il presidio
dei Carabinieri Forestali
Infine il colonnello Aldo Terzi, comandante dei Carabinieri Forestali dell’Emilia-Romagna, ha ribadito l’impegno dell’Arma nella custodia del patrimonio boschivo: “La parola ‘foreste’ è da oltre due secoli nel nostro nome. Custodia e salvaguardia del territorio restano l’elemento fondativo della nostra missione”.
7 commenti:
Tutto molto bello. Chi paga?
Bisognerebbe obbligare i proprietari dei boschi a mantenerli puliti.
Facciamo pulire i boschi da quelle risorse che arrivano in Italia perché siamo un paese migliore. Vengono a prendersi i servizi pagati da noi e che non danno niente
Anonimo delle 06.17 sei un criminale, e andresti punito.
Certo... obblighiamo anche i proprietari di prati a tenerli tagliati.
"Ti rasero' l'aiuola" (cit.)
Anche gli sboroni a tagliarsi i capelli.
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