martedì 30 settembre 2025

Canile di Sasso Marconi, un fiume di solidarietà e un deserto di risposte

Il consigliere regionale di Rete Civica Marco Mastacchi  incalza la Regione: “Non si può umiliare la generosità dei cittadini”

Un rifugio distrutto dall’alluvione, una comunità che ha risposto con una raccolta fondi senza precedenti e uno stallo istituzionale che frena ogni soluzione. È la fotografia della vicenda del canile di Sasso Marconi, gestito dall’associazione Il Vagabondo, ancora in attesa di rinascere dopo i danni subiti nel maggio 2023.


Di fronte a questa impasse, il consigliere regionale Marco Mastacchi di Rete Civica ( nella foto) ha presentato un’interrogazione a risposta immediata alla Giunta dell’Emilia-Romagna, chiedendo che la Regione si assuma la responsabilità di coordinare Comune e altri enti per arrivare finalmente a una soluzione concreta.

Durante l’alluvione, la piena ha travolto il canile, rendendolo inagibile e causando anche la morte di uno degli animali ospitati. A essere distrutto, però, non è stato solo un rifugio: anni di volontariato e fiducia avevano trasformato quella struttura in un punto di riferimento sociale, educativo e relazionale.

La comunità ha reagito con straordinaria generosità. In poche settimane sono stati raccolti circa 310 mila euro, grazie a cittadini, imprese e anche figure del mondo dello spettacolo e della cultura.

Nonostante le risorse già disponibili, a oggi non è stato individuato un terreno idoneo per la ricostruzione. Le ipotesi esplorate sono state scartate come troppo costose o inadeguate. Il Comune di Sasso Marconi, che si era impegnato a trovare un’area, finora ha fornito soltanto “rassicurazioni verbali”.

Intanto i cani sopravvissuti sono ospitati in tre strutture private, con costi elevati a carico dell’associazione e del Comune: una soluzione provvisoria che rischia di erodere progressivamente le donazioni raccolte.

L’assessore alla Sanità, Raffaele Donini (delegato dal presidente Stefano Bonaccini, ndr), ha riferito che la vicenda è seguita con attenzione sia dalla Regione sia dal Comune. Quest’ultimo, nel nuovo Piano Urbanistico Generale, prevede di destinare un’area alla ricostruzione del canile. Solo dopo l’approvazione del piano si potranno avviare le procedure urbanistiche e normative necessarie.

Pur apprezzando l’impegno, Mastacchi ha messo in guardia sui tempi: “Ogni mese che passa intacca le risorse donate, che invece dovrebbero servire a ricostruire il rifugio e non a coprire i costi di sistemazioni provvisorie”. Il consigliere ha quindi chiesto alla Regione di prevedere, se necessario, un’integrazione dei fondi.

“La zona delle Ganzole è stata devastata: non ha sofferto solo il canile, ma anche diverse attività economiche. Serve un intervento complessivo, coordinato con il Commissario. La Regione deve farsi carico non solo delle procedure, ma anche di garantire, se occorre, ulteriori risorse”, ha concluso Mastacchi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Donini, Bonaccini ... ma di quale attualità stiamo leggendo !