martedì 5 agosto 2025

Vergato ricorda l’agente Antonino Agostino e la moglie Ida Castelluccio nel 36° anniversario dell’omicidio mafioso

 


di Roberto Giusti

 

Il Comune di Vergato si unisce oggi al ricordo del 36° anniversario del brutale omicidio dell’agente di Polizia Antonino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, assassinati il 5 agosto 1989 a Villagrazia di Carini per mano mafiosa. Un delitto che ancora oggi suscita sgomento e rappresenta una ferita profonda per la famiglia, per lo Stato e per tutti gli appartenenti alle Forze dell’Ordine impegnati nella difesa della legalità.

In occasione della ricorrenza, l’Amministrazione comunale e il Movimento delle Agende Rosse “Antonino Agostino” di Vergato hanno rinnovato il loro impegno per la memoria, la verità e la giustizia, ribadendo la volontà di mantenere alta l’attenzione sulla lotta alle mafie. Un gesto di raccoglimento e responsabilità collettiva che richiama anche il momento simbolico vissuto nel maggio 2023, quando – alla presenza di Vincenzo Agostino, padre di Nino e instancabile testimone di giustizia – fu scoperta nel capoluogo una targa commemorativa e piantato un ulivo della legalità. L’iniziativa fu realizzata in sinergia con gli studenti dell’Istituto Fantini e del plesso Veggetti, con il coinvolgimento delle Forze dell’Ordine e di numerosi cittadini.

Negli ultimi anni, l’Amministrazione e il Movimento hanno avviato un percorso continuativo di sensibilizzazione sul territorio, promuovendo la cultura della legalità e la ricerca della verità. Tra le iniziative più significative, l’incontro del 28 febbraio scorso in Sala Consiliare con Salvatore Borsellino – fratello del giudice Paolo, ucciso dalla mafia nel 1992 insieme alla sua scorta – durante il quale è stato ricordato anche Vincenzo Agostino, scomparso nell’aprile 2024.

«Crediamo fermamente in un’Italia libera da ogni forma di mafia – sottolinea l’Amministrazione comunale –. Per questo continuiamo a promuovere i valori della legalità, della giustizia e della verità, soprattutto tra le nuove generazioni. Ricordare chi ha sacrificato la propria vita nella lotta alla criminalità organizzata non è solo un dovere morale, ma un impegno civile che ci richiama ogni giorno a costruire una comunità più giusta, più consapevole e più coraggiosa.»

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un'altra storia all'italiana che non conoscevo. Ma in fondo tutte molto simili.