lunedì 4 agosto 2025

Reno Splash, tensione tra organizzatori e sindaca dopo la presunta violenza sessuale: “Il Comune non può toglierci gli spazi”

 L’associazione Montagna di Suono contesta la decisione dell’amministrazione di revocare il patrocinio. La sindaca Cuppi: “Non ci sono più le condizioni per collaborare”



È scontro aperto tra l’associazione Montagna di Suono e il Comune di Marzabotto, dopo la decisione dell’amministrazione di non concedere più il patrocinio al Reno Splash, festival reggae che da 13 anni si svolge al parco Peppino Impastato. Alla base della rottura, la presunta violenza sessuale avvenuta durante l’edizione appena conclusa, un episodio su cui sono tuttora in corso le indagini dei carabinieri.

Secondo quanto ricostruito, una giovane di circa vent’anni sarebbe stata aggredita da un coetaneo durante una delle serate del festival. La ragazza, in stato di shock, ha subito chiesto aiuto agli organizzatori, che hanno allertato i soccorsi e le forze dell’ordine. La vittima è stata poi accompagnata in ospedale secondo il protocollo previsto dal Codice Rosso.

A pochi giorni dall’episodio, la sindaca Valentina Cuppi ha annunciato la sospensione del patrocinio comunale, comunicando in Consiglio la volontà di interrompere ogni collaborazione con Montagna di Suono. “Alla luce della gravità dei fatti e delle differenze di visione emerse nella gestione dell’accaduto, non ci sono più le condizioni per continuare”, ha dichiarato Cuppi, rispondendo a un’interrogazione del centrodestra.

Immediata la replica dell’associazione, che sui social ha diffuso un comunicato dai toni duri: “Il Comune non può negare l’utilizzo dello spazio se non per motivazioni concrete e documentate, non certo per ragioni politiche o retoriche. La richiesta di sospensione è arrivata informalmente, fuori dai canali istituzionali e senza alcun fondamento normativo”.

Gli organizzatori rivendicano inoltre di aver gestito la situazione con responsabilità. Dopo l’intervento delle forze dell’ordine e dei sanitari, la direzione ha deciso di cancellare l’ultimo concerto in programma, ma ha scelto di non sospendere l’intero evento: “Né i carabinieri né la polizia municipale hanno disposto misure restrittive nei confronti del festival. Abbiamo preferito affrontare pubblicamente l’accaduto e parlarne con il nostro pubblico, i volontari, le famiglie”.

Nel comunicato, Montagna di Suono ribadisce l’indipendenza dell’associazione da partiti e finanziatori e difende il valore politico e culturale del Reno Splash: “È un festival antirazzista e antifascista, fondato sui valori di libertà e uguaglianza. È paradossale che sia proprio un’amministrazione che si richiama a questi principi a volerlo cancellare”.

La vicenda, intanto, si allarga anche al dibattito politico locale, con prese di posizione contrapposte tra maggioranza e opposizione, mentre si attendono sviluppi dalle indagini giudiziarie.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il movimento rastafariano non è un movimento pacifico, si ispira ad Hailé Selassié, re imperatore leone, discendente da re Salomone,, utilizzato dall'esercito inglese contro l'esercito italiano in Abissinia ed Etiopia, il movimento rastafariano odia gli invasori italiani colpevoli di stragi nei loro territori, l'odio per noi continua anche adesso, invitatene altri sui vostri palchi, quando potranno vi mangeranno vivi. Viva lu regghhe.