L’associazione Montagna di Suono contesta la decisione dell’amministrazione di revocare il patrocinio. La sindaca Cuppi: “Non ci sono più le condizioni per collaborare”
È scontro aperto
tra l’associazione Montagna di Suono e il Comune di Marzabotto, dopo la
decisione dell’amministrazione di non concedere più il patrocinio al Reno
Splash, festival reggae che da 13 anni si svolge al parco Peppino Impastato.
Alla base della rottura, la presunta violenza sessuale avvenuta durante
l’edizione appena conclusa, un episodio su cui sono tuttora in corso le
indagini dei carabinieri.
Secondo quanto
ricostruito, una giovane di circa vent’anni sarebbe stata aggredita da un
coetaneo durante una delle serate del festival. La ragazza, in stato di shock,
ha subito chiesto aiuto agli organizzatori, che hanno allertato i soccorsi e le
forze dell’ordine. La vittima è stata poi accompagnata in ospedale secondo il
protocollo previsto dal Codice Rosso.
A pochi giorni
dall’episodio, la sindaca Valentina Cuppi ha annunciato la sospensione del
patrocinio comunale, comunicando in Consiglio la volontà di interrompere ogni
collaborazione con Montagna di Suono. “Alla luce della gravità dei fatti e
delle differenze di visione emerse nella gestione dell’accaduto, non ci sono
più le condizioni per continuare”, ha dichiarato Cuppi, rispondendo a un’interrogazione
del centrodestra.
Immediata la
replica dell’associazione, che sui social ha diffuso un comunicato dai toni
duri: “Il Comune non può negare l’utilizzo dello spazio se non per motivazioni
concrete e documentate, non certo per ragioni politiche o retoriche. La
richiesta di sospensione è arrivata informalmente, fuori dai canali
istituzionali e senza alcun fondamento normativo”.
Gli
organizzatori rivendicano inoltre di aver gestito la situazione con
responsabilità. Dopo l’intervento delle forze dell’ordine e dei sanitari, la
direzione ha deciso di cancellare l’ultimo concerto in programma, ma ha scelto
di non sospendere l’intero evento: “Né i carabinieri né la polizia municipale
hanno disposto misure restrittive nei confronti del festival. Abbiamo preferito
affrontare pubblicamente l’accaduto e parlarne con il nostro pubblico, i
volontari, le famiglie”.
Nel comunicato,
Montagna di Suono ribadisce l’indipendenza dell’associazione da partiti e
finanziatori e difende il valore politico e culturale del Reno Splash: “È un
festival antirazzista e antifascista, fondato sui valori di libertà e
uguaglianza. È paradossale che sia proprio un’amministrazione che si richiama a
questi principi a volerlo cancellare”.
La vicenda,
intanto, si allarga anche al dibattito politico locale, con prese di posizione
contrapposte tra maggioranza e opposizione, mentre si attendono sviluppi dalle
indagini giudiziarie.
1 commento:
Il movimento rastafariano non è un movimento pacifico, si ispira ad Hailé Selassié, re imperatore leone, discendente da re Salomone,, utilizzato dall'esercito inglese contro l'esercito italiano in Abissinia ed Etiopia, il movimento rastafariano odia gli invasori italiani colpevoli di stragi nei loro territori, l'odio per noi continua anche adesso, invitatene altri sui vostri palchi, quando potranno vi mangeranno vivi. Viva lu regghhe.
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