Intervento dell'assessore Cristiano Corazzari ( nella foto) in audizione in videoconferenza con la commissione Agricoltura:
All’audizione hanno partecipato Cristiano
Corazzari, Assessore all’Assessore al Territorio, Cultura, Sicurezza,
Flussi migratori, Caccia e pesca, della Regione del Veneto, Nicola
Caputo, Assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Enrica
Onorati, Assessora all’Agricoltura, Foreste, Promozione della Filiera e
della Cultura del Cibo, della Regione Lazio, Marco Protopapa,
Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte.
“E’ urgente definire adeguati strumenti di intervento – spiega Cristiano
Corazzari (Assessore della regione Veneto) in
rappresentanza della Commissione politiche agricole della Conferenza delle
Regioni e delle Province autonome – perché il quadro normativo nazionale è
superato e deficitario.
Bisogna rendere più efficaci le norme della Legge n. 157/1992 e della Legge
Delrio per consentire un effettivo ripristino degli equilibri ambientali che la
situazione di incontrollato sviluppo della fauna selvatica degli ultimi anni –
conclude Corazzari - ha sostanzialmente compromesso”.
Sette gli interventi proposti dagli assessori che hanno depositato un documento
approvato oggi dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
1) Modificare l’articolo 19 della Legge n. 157/1992 introducendo la figura
del coadiutore di cui possa avvalersi la polizia provinciale nell’attuazione
dei piani di controllo. Fra i soggetti attuatori dei piani di controllo, la conferenza
delle regioni propone di inserire, oltre al Corpo di Polizia Provinciale, alla
Polizia locale e ai Carabinieri Forestali, anche dipendenti delle
amministrazioni provinciali o regionali muniti di licenza di caccia (nel caso
in cui la Polizia provinciale sia passata nei ruoli regionali) e le
associazioni di protezione civile in campo faunistico. Inoltre il ricorso al
piano di controllo deve essere possibile anche per motivi di “pubblica
incolumità”, eventualmente anche riferiti ad interventi atti a prevenire o
ridurre il rischio di incidenti stradali.
2) Rafforzare ed estendere il prelievo contenitivo degli ungulati anche
nelle zone protette e in quelle percorse da incendio.
3) Prevedere adeguata copertura assicurativa attraverso l’inclusione di
tale tipo di responsabilità nell’ambito delle polizze assicurative per
Responsabilità Civile obbligatoria (RCA), oppure, in subordine, istituendo un
apposito “Fondo danni incidentali” da fauna selvatica.
4) rafforzare i Corpi di Polizia provinciale, superando diverse criticità
dovute agli attuali limiti alle assunzioni.
5) Trasferire integralmente alle Regioni che sopportano gli oneri della
gestione della fauna selvatica tutti i proventi che attualmente vengono
introitati dallo Stato per l’attività venatoria esercitata sul territorio.
6) Approvare definitivamente il decreto per indennizzi al 100% dei danni
provocati da fauna protetta.
7) Riattivare il comitato tecnico faunistico nazionale, strumento ideale per
riportare la discussione dei temi faunistico-venatori in seno al ministero
delle politiche agricole e forestali.
(Dubbio)
2 commenti:
Qua possono sparare tutti fuori che gli agricoltori o proprietari di terreni, è chiaro che se ci fosse una reale emergenza ungulati, i primi ad dover essere autorizzati alla caccia libera tutto l'anno, cioè SEMPRE e senza pagare "licenze tangentizie" a Regione o Provincia, SONO GLI AGRICOLTORI, invece verrà sui terreni privati, gente che tutto il resto dell'anno indossa cravatta e doppiopetto, in ufficio in città. Il Comitato Tecnico Faunistico Nazionale, ha ha ha ha ma per carità di dio.
Ottimo commento , Anonimo delle 16,29.
Aggiungo che questi cinghiali sono stati importati dall’Est Europa solamente per scopi venatori.
Io personalmente, con 25 ettari di terreno collinare, nelle cavedagne rilevo maggior danni provocati dai fuoristrada dei “cacciatori in cravatta e doppiopetto” che quelli arrecati dai cinghiali.
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