Un furto ogni 6 minuti; 10 ogni ora e 246 ogni giorno in Italia. E il record negativo lo detiene l'Emilia Romagna con 233 furti ogni 100mila abitanti
Dubbio segnala
Un
furto ogni 6 minuti; 10 ogni ora e 246 ogni giorno. E il record
negativo lo detiene l'Emilia Romagna con 233 furti ogni 100mila
abitanti. Stiamo parlando dei furti nei negozi e nelle botteghe
artigiane che - stando alle denunce effettuate complessivamente in
Italia dai titolari di queste attività - hanno sfiorato le 90 mila
unità nel corso del 2017, ultimo anno in cui i dati sono
disponibili. Un costo economico per gli operatori commerciali stimato
attorno a 3,3 miliardi di euro all’anno. A dirlo è l’Ufficio
studi della CGIA di Mestre con una indagine diffusa ieri.
Un problema, quello della sicurezza, che coinvolge, loro malgrado, migliaia e migliaia di attività commerciali e artigiane. Dichiara il segretario della CGIA Renato Mason: “I settori maggiormente a rischio taccheggio sono, ad esempio, le profumerie, i negozi di alimentari, di abbigliamento - in particolar modo quello sportivo - e di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Nel mirino dei furti con destrezza, invece, finiscono prevalentemente i gioiellieri e gli orologiai, mentre gli autoriparatori e gli esercizi pubblici - come i bar, i ristoranti e le sale giochi - sono quasi sempre vittime di furti con scasso”.
Oltre al grab and run (prendi e scappa), i metodi più utilizzati dai malintenzionati per sottrarre la merce esposta negli scaffali sono la rottura di etichette/placche antitaccheggio e l’uso di borse schermate. Molti operatori, inoltre, sottolineano che sempre più spesso sono vittime di micro-bande, composte da 2-3 persone, spesso specializzate e ben attrezzate, con strumenti per staccare le etichette antitaccheggio, jammer (ovvero disturbatori di frequenze) e magazzini dove conservare la refurtiva.
Se rapportiamo il numero di furti denunciati dagli operatori commerciali e artigianali ogni 100 mila abitanti, emerge che nel 2017 la regione più “colpita” è stata proprio l’Emilia Romagna (233,8). Seguono la Toscana (215,4), la Liguria (207), la Lombardia (201,6) e il Piemonte (166,2). In coda a questa particolare graduatoria scorgiamo il Molise (70,3), la Calabria (57) e la Basilicata (36,3). Il dato medio nazionale è stato pari a 148,6.
Ancorché il numero di botteghe e negozi svaligiati in rapporto agli abitanti sia concentrato in particolar modo al Centro-Nord, la situazione si capovolge quando analizziamo la percentuale di furti in cui i responsabili non vengono consegnati all’Autorità giudiziaria. Nel 2017, infatti, è stata la Campania la regione dove la quota di delitti di cui non si è scoperto l’autore nel corso dell’anno è risultata superiore a tutte le altre (86,2 per cento). Seguono la Puglia (81,3 per cento) e la Calabria (80,6 per cento). Le aree più “virtuose”, invece, sono state la Sardegna (67,7 per cento), la Valle d’Aosta (67,2 per cento) e il Trentino Alto Adige (66,2 per cento). La media nazionale si è attestata al 76 per cento.
Un problema, quello della sicurezza, che coinvolge, loro malgrado, migliaia e migliaia di attività commerciali e artigiane. Dichiara il segretario della CGIA Renato Mason: “I settori maggiormente a rischio taccheggio sono, ad esempio, le profumerie, i negozi di alimentari, di abbigliamento - in particolar modo quello sportivo - e di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Nel mirino dei furti con destrezza, invece, finiscono prevalentemente i gioiellieri e gli orologiai, mentre gli autoriparatori e gli esercizi pubblici - come i bar, i ristoranti e le sale giochi - sono quasi sempre vittime di furti con scasso”.
Oltre al grab and run (prendi e scappa), i metodi più utilizzati dai malintenzionati per sottrarre la merce esposta negli scaffali sono la rottura di etichette/placche antitaccheggio e l’uso di borse schermate. Molti operatori, inoltre, sottolineano che sempre più spesso sono vittime di micro-bande, composte da 2-3 persone, spesso specializzate e ben attrezzate, con strumenti per staccare le etichette antitaccheggio, jammer (ovvero disturbatori di frequenze) e magazzini dove conservare la refurtiva.
Se rapportiamo il numero di furti denunciati dagli operatori commerciali e artigianali ogni 100 mila abitanti, emerge che nel 2017 la regione più “colpita” è stata proprio l’Emilia Romagna (233,8). Seguono la Toscana (215,4), la Liguria (207), la Lombardia (201,6) e il Piemonte (166,2). In coda a questa particolare graduatoria scorgiamo il Molise (70,3), la Calabria (57) e la Basilicata (36,3). Il dato medio nazionale è stato pari a 148,6.
Ancorché il numero di botteghe e negozi svaligiati in rapporto agli abitanti sia concentrato in particolar modo al Centro-Nord, la situazione si capovolge quando analizziamo la percentuale di furti in cui i responsabili non vengono consegnati all’Autorità giudiziaria. Nel 2017, infatti, è stata la Campania la regione dove la quota di delitti di cui non si è scoperto l’autore nel corso dell’anno è risultata superiore a tutte le altre (86,2 per cento). Seguono la Puglia (81,3 per cento) e la Calabria (80,6 per cento). Le aree più “virtuose”, invece, sono state la Sardegna (67,7 per cento), la Valle d’Aosta (67,2 per cento) e il Trentino Alto Adige (66,2 per cento). La media nazionale si è attestata al 76 per cento.
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