giovedì 12 settembre 2019

La Famiglia nella Montagna in un convegno a Capugnano

Il Gruppo di studi alta valle del Reno e l'Accademia Lo Scoltenna informano:

Sabato prossimo, 14 settembre, alle 9.15, l'oratorio del Crocefisso di Capugnano, ospiterà il convegno ' LA FAMIGLIA nella montagna fra Bologna, Modena e Pistoia'.

Introduce Marco Breschi.

Relazioneranno riportando le esperienze ricavate dalle loro ricerche :

Veronica Vestri, Le famiglie della valle del Bisenzio

Gian Paolo Borghi, Il museo etnografico di San Pellegrino in Alpe

Gian Paolo Borghi, Il museo LabOrantes di Castelluccio

Simone Marchesani, Gli archivi parrocchiali della diocesi di Bologna all’Archivio Generale Arcivescovile

Riccardo Rao, presenta il volume I palazzi del Potere

L'iniziativa vede la collaborazione di Deputazioni di storia patria di Bologna, Firenze e Modena, del Gruppo di studi Alta val di Lima di Cutigliano, dell'Istituto storico lucchese sezione Valdinievole, dell'Associazione Storia e città di Pistoia e di In-oltre di Pavullo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

la famiglia nella montagna sta lentamente emigrando verso la metropoli bolognese a causa della mancanza di opportunità di lavoro ma piena di sevizi obsoleti, chi passa per Bologna si può rendere conto del drammatico sacrificio affrontato da queste famiglie che lasciano un ambiente sano ma pieno di sacrifici per un ambiente tossico per l'aria inquinata, tossico per la gestione del lavoro da parte delle false cooperative che sono in realtà delle multinazionali contornate da SERVI, tossico per una gestione sociale che favorisce chi immigra a Bologna solo se è disposto a lavorare per 3 euro l'ora, tossico perché Bologna è sporca, puzza, è infelice per una politica che inevitabilmente divide i suoi cittadini poiché afferma di essere di sinistra ma fa la destra meglio della destra, Bonacini ha proprio la faccia di un COMPAGNO VERO? I Comuni satelliti sono la fotocopia, esattamente come vuole la città metropolitana, Zola è triste, Casalecchio è triste, Sasso Marconi è triste, Marzabotto è tristissima.