Investire
in sicurezza idraulica, l’Emilia-Romagna regione a più alto
rischio. Lo dicono i dati»
Confagricoltura
Emilia Romagna invia:
«Non
è un danno solo per l’agricoltura, ma per tutto l’indotto, dalla
frutta al vino, al comparto cerealicolo e alle coltivazioni
foraggere. Investire in sicurezza idraulica, l’Emilia-Romagna è la
regione d’Italia a più alto rischio. Lo dicono i dati». Lancia
l’allarme la presidente di
Confagricoltura Emilia Romagna, Eugenia Bergamaschi,
preoccupata per l’effetto devastante del meteo pazzo sull’economia
regionale: «È pressoché azzerata la produzione di
ciliegie di Vignola Igp, per le varietà in raccolta fino al
10 giugno: significa che le aziende non producono, la manodopera
resta a casa e chi si occupa del confezionamento, imballaggio o
trasporto, non lavora. E se continuano i temporali violenti, con
improvvisi crolli di temperatura, pure le
varietà più tardive subiranno la stessa sorte. Non servono neanche
le reti anti-pioggia, perché il frutto riceve acqua in eccesso dal
terreno, poi si spacca». Ma le stime negative colpiscono
anche gli altri comparti. «Si rischia di raggiungere il
minimo storico nel raccolto di pere – in Emilia-Romagna si
produce il 70% delle pere nazionali -, per la presenza di una cascola
anomala che provoca la caduta del frutto; il fenomeno ha già
interessato gran parte dei frutteti ferraresi e, a macchia di
leopardo, quelli bolognesi, modenesi e del Ravennate». Sono
atterriti pure i produttori di albicocche, che solo un paio di
settimane fa avrebbero scommesso su un maxi raccolto annuale. Sulle
colline romagnole è già incubo cracking (spaccatura del
frutto) e a pochi giorni dalla raccolta, si prevede una riduzione
della produzione intorno al 35-40%. Il fenomeno della spaccatura non
ha risparmiato neanche le pesche, quelle precoci, e adesso gli
agricoltori mettono in campo tutte le strategie possibili per salvare
le altre varietà dalle malattie fungine, che causano il crollo del
ramo, e dalle temute lumache capaci di rovinare il frutto al punto di
renderlo invendibile. Invece i viticoltori sono impegnati nel
contrastare le più aggressive patologie, peronospora e oidio.
«Perciò
- aggiunge la presidente regionale degli imprenditori agricoli - è
inevitabile prevedere un aumento di costi di produzione per via
dei tanti interventi richiesti, tra cui diradamenti e trattamenti
vari».
Critica
è la situazione nelle aree colpite dalle esondazioni, in
particolare il Cesenate e il Forlivese, dove lo stress da asfissia
radicale ha fatto morire le piante più piccole e rallentato il
processo vegetativo delle altre.
Nel
Parmense e Piacentino, sono fermi o vanno a rilento i trapianti delle
piante di pomodoro da industria, con il rischio di avere poi
una sovrapposizione delle epoche di raccolta; ci sono timori anche
per le piantine in campo se l’eccesso idrico si prolunga.
Da
ultimo, non rincuora di certo il detto: “Maggio ortolano, molta
paglia poco grano”. Per dire che tutto il comparto dei cereali è
sotto scacco. E nel comprensorio del Parmigiano Reggiano, il
maltempo ritarda i lavori di fienagione e ne compromette la qualità.
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