L’ondata di maltempo fuori stagione ha devastato le aziende agricole. E' andato perso un intero anno di lavoro per i danni causati alle produzioni stimati in oltre dieci milioni di euro. In molte regioni sono state avviate le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità, ma è importante per alleviare i disagi degli operatori anche la sospensione del pagamento delle imposte e dei contributi. Ciò per assicurare la ripresa produttiva delle imprese e il ripristino delle strutture danneggiate.
E’
quanto emerge dal bilancio della Coldiretti in occasione della
premiazione del primo concorso fotografico “Obiettivo Acqua”,
promosso da Coldiretti, Anbi (Associazione Nazionale Consorzi
Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue) e Fondazione Univerde,
con la presenza del presidente Ettore Prandini. E il conto potrebbe
aumentare nelle aree minacciate dalla nuova perturbazione dove si
stanno stendendo le reti antigrandine a protezione delle colture e
si anticipa, dove possibile, la raccolta di frutta e verdura per
metterle al sicuro dalle intemperie.
Tra
le situazioni più gravi c’è l’Emilia
Romagna
soprattutto a causa dell’esondazione dei fiumi. Nel Bolognese sono
a serio rischio pescheti e vigneti mentre nel Cesenate sono
ingentissimi i danni conseguenti all’esondazione del Savio.
Fragole, ciliegi e albicocchi precoci sono sotto un metro d’acqua.
A ciò si aggiunge la proliferazione incontrollata, a causa
dell’acqua stagnante, della drosofila, o moscerino della frutta,
dannosissimo per la frutta rossa. Ma si teme anche per le frane. In
provincia di Modena la grandine ha colpito vigneti e pere. Grandine
con chicchi grandi come pietre anche in Puglia,
soprattutto nelle province di Taranto, Bari e Lecce dove sono stati
colpiti vigneti, frutteti e campi di grano, compromettendo
soprattutto la raccolta delle ciliegie, con la perdita fino al 60%
della varietà Bigarreau e Giorgia. Danni pesanti anche ad
albicocche, uva e agli agrumi in fiore.
Ma
soffre anche la Lombardia,
dove sale la conta dei danni a partire dalle campagne bresciane dove
si segnalano campi allagati, alberi sradicati da terra, terreni per
l’alimentazione degli animali compromessi, stalle scoperchiate e
vigneti ricoperti da una coltre bianca con i filari di vigna colpiti
dai chicchi di ghiaccio. Il maltempo si è abbattuto anche sugli
ortaggi, con la distruzione di cinquanta ettari di insalate e
radicchio, e sulle serre, danneggiate con teli strappati e strutture
compromesse, mentre in alcune aziende si è perso fino al 100% del
raccolto di foraggi per animali. Nel Milanese, la grandine ha
tritato campi di orzo, frumento, mais e ortaggi in pieno campo,
mentre il vento ha abbattuto numerosi alberi: la zona più colpita è
quella a ovest del capoluogo. Guai anche nel Bergamasco e in
provincia di Cremona, dove la grandine e il forte vento hanno
colpito mais, frumento, orzo e piante da vivaio, oltre a
scoperchiare tetti delle stalle. Nel Mantovano la grandine ha
distrutto pere e meloni, oltre a zucche e fragole. Ma problemi si
segnalano anche nelle altre province.
In
Piemonte
i chicchi di ghiaccio del diametro di tre centimetri hanno colpito
il Torinese e l’Astigiano distruggendo le coltivazioni di orzo e
grano e danneggiando i vigneti. Nel Monferrato, in particolare si
arriva fino al 70% dei raccolti persi. Danni anche tra Novara e
Vercelli dove sono stati colpiti mais e ortaggi. Semine di mais in
ritardo o comunque sospese causa campi allagati in Veneto, chi ha
già provveduto dovrà ripetere l’operazione a causa dell’asfissia
radicale delle pianti. Le api sono in ritiro forzato, a causa della
basse temperature, nonostante la piena fioritura di acacie, tiglio e
castagno. Nel Bellunese ci sono malghe non raggiungibili causa
frane. I terreni sono inzuppati d’acqua e quindi nessuna
lavorazione è praticabile. In provincia di Padova, Coldiretti
rileva che gli ortaggi in serra, dove hanno tenuto le strutture,
sono salvi ma in pieno campo i danni sono considerevoli. L’ondata
di maltempo ha provocato un certo ritardo nella maturazione di
alcuni prodotti, ad esempio le ciliegie sui Colli Euganei. Idem per
le varietà di Vicenza dove il raccolto delle primizie è andato
perduto a causa delle forti grandinate.
Nelle
Marche,
in provincia di Ancona, gli agricoltori lamentano fino al 90% di
perdite del grano e la pressoché totalità di danni su girasole,
vigne, olivi, ortaggi come carciofi, piselli, fava e frutta oltre a
qualche struttura. Gravi i danni nel Lazio
dove la grandine ha colpito soprattutto nella zona di Latina
devastando coltivazioni, piante e strutture. Nell'Agro pontino la
grandine è caduta abbondante soprattutto nelle campagne tra
Aprilia, Cisterna e zone limitrofe, distruggendo vigneti,
coltivazioni e piantagioni, in particolare di kiwi e cocomeri. Danni
anche alle strutture come serre e tunnel.
In
Abruzzo
si segnalano allagamenti di campi di ortaggi a causa
dell’esondazione del fiume Nora nel Pescarese, mentre in
Basilicata
una violenta grandinata si è abbattuta sul Metapontino interessando
una fascia che attraversa l’intera piana e le aree più interne,
dove potrebbe essere stata compromessa la produzione di ciliegie. Ma
in alcune zone ci sono stati danni gravi anche agli agrumi in fase
di fioritura. Serre danneggiate e coltivazioni distrutte anche in
Sardegna
nel Nuorese.
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