lunedì 19 settembre 2016

Posta a giorni alterni, tocca a nuovi centri. Saliera: «Servizio pubblico, si ricordi»

Marco ha segnalato: 


La posta a giorni alterni, recapitata uno sì e uno no, si estende. Il cambio nell’organizzazione dei postini era già sbarcato nell’hinterland di Bologna (a San Lazzaro, San Giovanni in Persiceto, Calderara), ma dal 26 settembre si estenderà progressivamente a macchia d’olio in tanti altri municipi. Idem per Rimini. Nel Bolognese tocca a Imola, Castel San Pietro, Budrio e Molinella, Monghidoro, Monzuno e Pianoro e tanti altri.


Dunque, nonostante le denunce sulle falle del nuovo sistema di consegne a singhiozzo che da mesi si riconcorrono in Emilia-Romagna, e che hanno portato a due mesi di blocco degli straordinari e ad uno sciopero regionale con adesione al 75% negli sportelli e al 65% tra i postini, il sistema si estende. Si «salva» invece il capoluogo: Bologna, infatti, come ha confermato l’Autorità delle comunicazioni (Agcom), non sarà toccata dal recapito a giorni alterni. Lo ha ribadito il sottosegretario Antonio Giacomelli, rispondendo nei giorni scorsi all’ennesima interrogazione sui problemi connessi alla posta a singhiozzo.

SALIERA: «LE POSTE RICORDINO CHE SONO UN SERVIZIO PUBBLICO» - Delle preoccupazioni «da ascoltare» di cittadini e lavoratori si fa portavoce la presidente dell’Assemblea legislativa della Regione, Simonetta Saliera: «Dalle forze sindacali e dai sindaci del nostro territorio emerge preoccupazione e allarme per la decisione di Poste di estendere il numero di Comuni in cui la consegna della corrispondenza avviene a giorni alterni», ma «le Poste non devono mai dimenticare di essere un servizio pubblico universale, un diritto dei cittadini, e gli uffici postali rappresentano un presidio sul territorio». «L’auspicio- aggiunge Saliera- è che il malessere della popolazione e delle Istituzioni comunali oltre che dei rappresentanti dei lavoratori non restino inascoltate: occorre monitorare cio’ che accade dall’applicazione di queste novita’ e che chi ne ha le responsabilita’ in seno a Poste intervenga tempestivamente in caso di insorgere di problemi e difficolta’».

150 QUINTALI DI POSTA IN GIACENZA - Su tutta la questione, in realtà, ora è atteso il giudizio della Corte di Giustizia dell’Unione europea: è lì, infatti, che il Tar del Lazio ha disposto il rinvio pregiudiziale del ricorso contro la delibera dell’Authority sulle comunicazioni che autorizza la corrispondenza a giorni alterni. In Emilia-Romagna il problema è sentito: a Parma e Piacenza con il nuovo sistema si sono fermati fino a 50 quintali di corrispondenza, a Rimini nove, a Cattolica 800 chili; in totale, si è parlato di 150 quintali in giacenza nella regione. In parlamento è stato perfino denunciato il caso di «una lettera consegnata a pochi chilometri di distanza, anche 20 giorni dopo la spedizione».

IPOTESI SCIOPERO IL 10 OTTOBRE - «Con l’estate i problemi connessi al recapito a giorni alterni si sono ridotti, ma la questione resta: il nuovo sistema- dice Valerio Grillini, segretario regionale Slp-Cisl- non tiene, non rispetta il piano che ci si era dati e nemmeno gli accordi». Tanto che le sigle sindacali dell’Emilia-Romagna, più di tutte, hanno spinto per uno sciopero nazionale: contro l’ulteriore privatizzazione di Poste (di cui proprio oggi il Governo annuncia il rinvio), contro le carenze di organici, le chiusure di piccoli uffici, «i linguaggi inappropriati dei superiori» e il recapito a singhiozzo. Già ipotizzata anche la data: il 10 ottobre, ma ora la mossa del governo spariglia. Mercoledì a Roma i sindacati vedranno l’ad di Poste, Francesco Caio, poi ci sarà un incontro con la direzione dell’Emilia-Romagna dopodiché si vedrà se e come rilanciare l’azione di lotta.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

* Mercoledì a Roma i sindacati vedranno l’ad di Poste*

Sempre quel signore cui un postino ha chiesto quanto prendeva di stipendio e lui ha risposto: “Io prendo 1 milione, 1 milione 200 mila”.
Sicuramente nel frattempo il suo stipendio se lo sarà aumentato, provate a chiederglielo ancora.
La Saliera, anzichè cianciare di servizio pubblico, imponga di pagare lo stipendio a decadi alterne a questo "amministratore".


Anonimo ha detto...

Anziche decadi intendevo "decenni alterni", pagategli lo stipendio di un milione e 200 mila € una volta sola ogni dieci anni a questo Ad di Poste, ed è anche troppo.

Anonimo ha detto...

Conseguenze delle privatizzazioni, ora le poste sono una società per azioni in cui lo Stato italiano è l'azionista di maggioranza, detiene circa il 60% del capitale sociale. Anche loro mirano al massimo profitto fregandosene degli italiani.