Nella
conferenza stampa, presieduta dal Procuratore della Repubblica
di Bologna, dottor Giuseppe Amato, è stato ulteriormente chiarito:
La
provincia di Bologna, da circa un anno, è tra le più colpite a
livello nazionale da fenomenologie delittuose legate all’età
avanzata delle vittime.
In
particolare, alcuni malfattori, spacciandosi per 'avvocati' e
'appartenenti alle Forze di Polizia', hanno perpetrato
numerosissime truffe in danno di anziani: le vittime, contattate
telefonicamente da un 'sedicente avvocato', vengono indotte a
credere che un parente sia coinvolto in un sinistro stradale e che,
per non avere pagato in tempo l’assicurazione, è trattenuto in una
'Caserma dei Carabinieri'. Per rendere il tutto più
credibile, la conversazione viene indirizzata ad un finto
'Maresciallo dei Carabinieri', che le rassicura sulle buone
intenzioni dell’avvocato, carpendone così definitivamente
la buona fede ed inducendole a consegnare ad un altro complice,
presente nelle vicinanze ed in contatto diretto con l’avvocato,
denaro o preziosi, per pagare il bollettino dell’assicurazione.
Questa
truffa, di apparente semplicità esecutiva, richiede invece un
accurato studio preparatorio, articolato su tre fasi:
-
“raccolta illegale di informazioni personali”. Questo
momento concerne l’illecita acquisizione, per esempio, di dati sia
anagrafici che medici, delle abitudini quotidiane e dell’età,
mediante l’esecuzione di telefonate, di pedinamenti o di quesiti ai
vicini di casa, impersonando pubblici ufficiali (carabinieri,
finanzieri, amici, tecnici riparatori ecc. ecc.);
-
“utilizzazione delle informazioni raccolte”. Questa
circostanza è utilizzata per scegliere la truffa che meglio si
adatta alla vittima;
-
“scelta del momento e del luogo ideale”. La
consumazione di questo tipo di truffe è legata inequivocabilmente ad
un orario in cui un condominio o un vicinato sono meno frequentati o
in cui la vittima è sola in casa, o se in piena strada, simulando
una situazione di emergenza, come per esempio un incidente.
Dal
febbraio 2016 i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando
Provinciale di Bologna e della Compagnia Bologna Centro hanno avviato
una complessa indagine finalizzata a disarticolare un sodalizio
criminale dedito appunto alle truffe con la cosiddetta “tecnica
della cauzione”.
Le
investigazioni, condotte sotto il coordinamento della Procura della
Repubblica di Bologna – Dottor FORTE - e svoltesi anche con
l’ausilio di intercettazioni telefoniche e servizi di osservazione
e pedinamento, hanno permesso di individuare l’esistenza di
un’organizzazione criminale specializzata nelle truffe alle persone
anziane, con sede esecutiva a Napoli, composta da una pluralità di
“batterie”, attive sul territorio nazionale in maniera
autonoma. Nello specifico, è stata individuata una “batteria”
riconducibile al clan “Marsicano-Esposito” di Casoria,
composta da soggetti suddivisi stabilmente in “aliquote
specializzate”:
-
“cellula di telefonisti/terminalisti”, normalmente
tre soggetti, stanziali a Napoli, incaricati di:
·
individuare
e contattare come “avvocato”
le potenziali vittime, grazie a siti web che abbinano l’indirizzo
al numero del telefono fisso (“www.paginebianche.it”
o “www.inelenco.com”);
·
provocare il contatto con il finto Carabiniere, spesso presentato
come “Maresciallo Primo”, per rassicurare la vittima,
invitata a comporre un numero di telefono della caserma dei
Carabinieri, senza rendersi conto che il truffatore, in realtà, non
interrompe mai la comunicazione;
-
’“aliquota di emissari”, due soggetti, presenti sui
luoghi delle truffe, in contatto diretto con i telefonisti, a cui
suggeriscono gli indirizzi e che riscuotono le finte cauzioni dalle
vittime.
Le
indagini hanno permesso di accertare che l’organizzazione criminale
in questione è collegata al clan “Contini” di Napoli, a cui
corrispondono una tangente, che nel corso delle conversazioni è
invocata in maniera convenzionale con i termini di “pesone” o
“carosiello”, ed il cui pagamento, a titolo di protezione, è
ritenuto indispensabile per poter operare in tutta “tranquillità”
e “sicurezza”.
In
particolare, il “canovaccio” abituale era un sedicente avvocato,
che si presentava come “avvocato Molinari”, componeva
numeri di telefono di abitazioni di una medesima via/quartiere
reperendoli da siti internet, fino a quando non s’imbatteva in una
persona anziana in casa da sola.
L’avvocato
cercava di convincere l’anziano che l’unico modo di risolvere la
situazione del suo parente coinvolto in un sinistro stradale e
trattenuto in una caserma dei Carabinieri evitando quindi l’arresto,
era pagare una determinata somma, generalmente qualche migliaio di
euro, da consegnare ad un suo collaboratore che si sarebbe
presentato quanto prima presso l’abitazione.
Per
rendere il tutto ancora più credibile, la conversazione veniva
indirizzata, seguendo la modalità tecnica prima riferita e cioè
senza interrompere mai la comunicazione, al “finto”
maresciallo dei carabinieri, che si presentava come “Maresciallo
Primo”, con il compito di “rassicurare” la vittima
sulle buone intenzioni dell’avvocato e, pertanto, carpirne
definitivamente la fiducia.
La
truffa si consumava quando la vittima consegnava al “collaboratore
dell’avvocato”, che nel frattempo stazionava nei pressi della
via/quartiere preso di mira per la circostanza, il denaro chiesto.
In
molte circostanze, poiché le persone anziane non detenevano in casa
grandi somme di contante, i truffatori si facevano consegnare anche
gioielli o preziosi.
Le
indagini hanno acclarato che alle truffe partecipavano, direttamente
o indirettamente, componenti di intere famiglie, uomini, mogli, madri
e figli, non solo con compiti operativi ma anche di collegamento con
gli emissari, intervenendo all’occorrenza anche in prima persona,
e/o logistici, reperendo numeri di telefoni cellulari ed autovetture
con cui spostarsi, trasformando l’attività illecita in un vero e
proprio “affare di famiglia”, dal quale tutti traevano
sostentamento.
L’indagine
ha avuto una decisa accelerazione quando, il 13 aprile 2016 in
Bologna, nel corso di uno degli innumerevoli servizi di osservazione
condotti dai Carabinieri per contrastare il dilagante fenomeno,
venivano individuati due “collaboratori dell’avvocato”,
che tentavano di farsi consegnare del contante da alcuni anziani
incappati nella truffa, bloccati e tratti in arresto in flagranza di
reato:
-
NERESINO Domenico, nato a San Gennaro Vesuviano (NA) il
14.05.1996;
-
VINCITORE Giuseppe, nato a Napoli il 29.12.1993.
Il
GIP del Tribunale di Bologna – D.ssa Ines RIGOLI, recependo le
risultanze investigative, ha emesso un’ordinanza di custodia
cautelare nei confronti di 9 soggetti, dei quali 4 da restringere in
carcere e 5 agli arresti domiciliari, ravvisando nelle
condotte dei correi il reato di cui all’art.416 C.P.. Si tratta di
una contestazione assolutamente originale, innovativa ed efficace
rispetto alla fattispecie delittuosa: aver fatto emergere la matrice
ideativa comune ed aver individuato gli elementi fattuali costitutivi
di un’associazione finalizzata a commettere una serie elevatissima
ed indeterminata di truffe pluriaggravate in danno di anziani, con
condotta protratta nel tempo ed ancora in essere, agendo mediante
ripartizione dei compiti, con carattere di continuità e stabilità,
ha permesso di aggredire in modo incisivo fenomeni delittuosi nei cui
confronti, se presi singolarmente, la normativa vigente non offre
strumenti di contrasto efficaci ed adeguati
Alla
batteria vengono al momento contestate 43 truffe tra tentate e
consumate, nelle città di Bologna, Ferrara, Modena, Parma,
Catanzaro, Roma, Cosenza, Bari e Avezzano (AQ).
Nel
corso della nottata di oggi 30 settembre 2016, in Napoli, i
Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bologna e della Compagnia di
Bologna Centro, supportati da quelli del Comando Provinciale di
Napoli, hanno dato esecuzione ai provvedimenti traendo in arresto e
traducendo in carcere :
-
ESPOSITO Michele, nato a Napoli il 19.08.1988;
-
ESPOSITO Salvatore detto “Totore”, nato a Napoli il
04.11.1977;
-
ESPOSITO Salvatore detto “Totoriello”, nato a
Napoli il 25.07.1984;
-
SCUDIERO Giovanni nato a Napoli il 02.05.1975;
collocando
agli arresti domiciliari:
-
COPPOLA Davide, nato a Napoli il 18.01.1988;
-
LICOLI Mario, nato a Napoli (NA) il 20.09.1985;
-
ESPOSITO Gennaro
detto “Genny”,
nato a Napoli il 22.11.1997;
-
MARSICANO Michele, nato a Napoli il 15.07.1987.
Un
nono componente della banda è ricercato, probabilmente all’estero.
Sono
state anche eseguite perquisizioni in ulteriori 12 abitazioni di
altrettanti soggetti che nel corso delle investigazioni sono
risultati essere implicati nella truffa. In numerose abitazioni è
stato rinvenuto materiale riconducibile alle attività truffaldine
dei soggetti, soprattutto ingenti somme di denaro contante, telefoni
cellulari e sim card.
Nessun commento:
Posta un commento