mercoledì 15 settembre 2021

Appennino. Ancora le infrastrutture viarie al centro delle proteste

Via Ganzole

 

Dubbio ci invia il ‘grido di dolore’ di  Tommaso Genovese che denuncia l’ormai intollerabile inadeguatezza della viabilità lungo le valli del Reno e del Setta:

 

Genovese su facebook scrive:

 

Giornata di ordinario traffico sulla via che dalle Ganzole porta a Pianoro/Rastignano. C’è’ come sempre una grande presenza di automezzi pesanti e Tir che si arrampicano su una strada che ha una pendenza impegnativa del 16% creando file e rallentamenti, ed è così tutti i giorni. E’ incredibile come gli amministratori e politici bolognesi non siano in grado di capire che una bretella di collegamento più’ agevole  tra il casello di Sasso Marconi e Pianoro/Rastignano e’ indispensabile. D’altronde anche in passato non hanno compreso l’ importanza del collegamento Setta-Reno dimostrando la loro impreparazione e inadeguatezza a risolvere i problemi della viabilità dell’ Appennino Bolognese.

 


Alla denuncia di Genovese si aggiungono quelle di  molti altri che arrivano a questo blog :  non solo non si realizzano nuove strutture, ma non si rendono neppure funzionanti quelle esistenti. Le proteste sono principalmente verso il mancato ripristino della frana di Gardelletta sulla provinciale Val di Setta,  la mancata realizzazione del casello di Rioveggio, impostato oltre dieci anni  fa e non finito, la soluzione del Ponte Da Vinci sul Reno a Sasso Marconi, di cui si era annunciato l’affidamento dei lavori a un Commissario governativo al fine di accelerare le procedure, ma la struttura langue sola e il piano del ponte è già inerbato, mentre lunghe file di auto di pendolari provenenti dalle alte valli ogni giorno invadono il centro di Sasso Mareconi e le strade limitrofe, con grave danno ambientale e di mobilità. I tempi e i gas nocivi si moltiplicano. Emblematico poi  il nodo ferrostradale di Casalecchio di Reno con l’interramento della statale e della ferrovia Porrettana il cui inizio dei lavori era stato annunciato per la fine del 2020 e poi per l’inizio del 2021 ( da notare che le risorse economiche sono già disponibili). Siamo quasi alla fine del 2021 e ancora non si vede nulla.

 

Ormai il senso di abbandono e impotenza pervade  gli abitanti della intera zona. Tutto ciò induce a non venire qui e a desiderare di trasferirsi in quelli che già vi risiedono.

Forse che sia questo ciò che si vuole ?  



4 commenti:

Anonimo ha detto...

....è una vergogna ultradecennale, gestiti da amministratori che mirano solamente a mantenere i voti ed il potere, "verniciando" corsie ciclabili e sordi ai problemi delle persone e delle aziende, ciechi alle moderne tecnologie di perforazione e capaci solo di scivolare e driblare tra i noti problemi quotidiani di chi si deve spostare e rispettare degli orari.

Unknown ha detto...

E dei marciapiedi a sasso Marconi, vogliamo parlarne? Erbacce, ma sopratutto buche, anche profonde e anziani e badanti costretti a camminare in strada. Vergognoso!!!!

Anonimo ha detto...

Andare alla radice del problema: perché abbiamo tutto questo traffico di TIR e il traffico merci su ferrovia è stato annichilito in lustri e lustri di sistematica demolizione?
Ma vi pare che girino su strada dei TIR che portano rottami o carta straccia o piastrelle o cemento o arance per migliaia e migliaia di km!?!?

Uno stato con teraliardi di debito ha i denari per costruire altre mille mila strade (che aumenteranno il traffico merci su gomma) quando non ha neppure manutenuto l'esistente, vedere il ponte di Sasso, la provinciale del Setta, etc. ?

Il problema non sono solo gli amministratori, sono anche gli amministrati (basti vedere l'impazzimento del traffico di questi giorni, moltitudini di studenti portati a scuola in... auto). Ma quante persone di mezza età andavano a scuola in auto!?

Ma questa è follia pura!
Come dei tossici che più hanno roba e più si fanno di quella robaccia, volendone sempre di più.

Anonimo ha detto...

A quanto pare si, i fatti dicono questo.