Nel bolognese, grazie all'associazione Pic
Il pickleball - arrivato in Italia tre anni fa - si
apre anche a chi ha difficoltà motorie.
La disciplina si gioca con una racchetta un po' più
grande rispetto a quella da ping-pong in un campo grande come quello del
badminton, con regole ispirate al tennis e ad altri sport di racchetta: ora nel
Bolognese grazie all'associazione Pic, il pickleball diventa accessibile.
Alla Pianoro Sport Accademy, dove sono stati allestiti
quattro campi, si sono appena disputati match di pickleball "misto",
con alcuni giocatori affetti da disabilità e altri normodotati. La giornata -
organizzata ieri con il patrocinio del Comitato Paralimpico dell'Emilia Romagna
e del Comune di Pianoro - ha visto scendere in campo, tra gli altri, il
campione Paralimpico Federico Maccarella, oltre al sindaco di Pianoro, Luca
Vecchiettini e all'assessore allo Sport, Daniel Bertarelli.
"Per me è un piacere avere sul territorio una realtà
come Pic e ospitare un evento che unisce lo sport, anche quelli più nuovi come
il pickleball, all'inclusione. Avere qui a Pianoro questa attività ci rende
davvero contenti e ci inorgoglisce", spiega il sindaco Vecchiettini.
"Il pickleball può essere adatto per alcuni pazienti con patrologie
disabilitanti neuromuscolari", spiega la dottoressa Antonella Pini,
neuropsichiatra infantile e Responsabile Unità Operativa Malattie
Neuromuscolari dell'età evolutiva e membro del comitato scientifico di Pic asd.
Tra chi si potrebbe avvicinare a questo sport, ad esempio, ci sono le persone
affette da distrofia muscolare. A Bologna e provincia sono circa 150 i pazienti
sotto i 18 anni che hanno ricevuto una diagnosi di questo tipo e circa 300 in
tutta l'Emilia-Romagna.
"Quello del pickleball è un progetto a cui come Pic
teniamo particolarmente", sottolinea il presidente di Pic asd, Stefano
Dalla Verità. "L'associazione dopo il paddle, il ping-pong, adesso si apre
a questa nuova disciplina, siamo in contatto con un'associazione che segue i
ragazzi disabili che vogliono praticare il nuoto e con altre realtà".
L'obiettivo è di fare in modo che sempre più giovani con disabilità possano
"mettersi alla prova e uscire da una situazione di chiusura in cui si
rischia di cadere". (ANSA)
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