martedì 1 marzo 2016

Matteo Renzi comunica

Le News di Matteo:
 
1. Tempo di primarie.
Tempo di primarie. Negli Stati Uniti, innanzitutto: domani il super-martedì con l'attribuzione di un cospicuo numero di delegati in entrambi i partiti. Se
Hillary Clinton sembra saldamente in testa, è ancora tesa la situazione in casa repubblicana, ma potrebbe accadere anche ciò che sembrava inimmaginabile: Trump candidato. Vedremo. Per chi ama le elezioni americane quello di domani è uno snodo intrigante, forse già decisivo.
Primarie più piccole, ma primarie combattute, anche in molte città italiane: domenica 6 marzo, infatti, si vota in diversi comuni, a cominciare da Roma, la capitale. I romani infatti decideranno il candidato del PD al Campidoglio nei gazebo, dalle 8 alle 22 (
video). Ma si vota da Napoli a Trieste in tanti altri comuni di grande importanza. Il mio invito è quello di andare a votare: non lasciate il futuro agli altri. È bello scegliere, è bello partecipare, è bello decidere.
In bocca al lupo a tutti i candidati: che vincano i migliori, che vinca la Politica.
E sempre a proposito di elezioni, un'ulteriore conferma della bontà della riforma elettorale italiana viene... dall'Irlanda. Dopo ciò che è accaduto in Portogallo e poi soprattutto in Spagna, adesso la sorpresa viene da Dublino dove sarà più difficile formare un governo stabile. Alla fine ci chiederanno di copiare l'Italicum, scommettete?

2.
Unioni civili.
Come promesso abbiamo dato una forte accelerazione e la legge è finalmente passata in prima lettura al Senato, anche a costo di un voto di fiducia e di polemiche durissime. Siamo abituati alle critiche, ma confesso di essere rimasto molto colpito quando ho visto in un Tg una ragazza omosessuale dire: Oggi è una brutta giornata, perché dopo questa legge sarà peggio di prima. Mi domando fino a che punto possa arrivare il rifiuto della realtà. La legge sulle unioni civili potrà non essere perfetta, ma nessuna legge lo è. Potrà avere dei limiti, è ovvio. Ma segna oggettivamente un grande passo in avanti per i diritti dei cittadini omosessuali e quindi per i diritti degli italiani. Chi dice meglio niente che questa legge vive blindato nella propria ideologia; se invece lo fa - come penso - per ragioni di calcolo politico, auguri.
Dall'altro lato ho letto le dichiarazioni del prof. Gandolfini, tra gli animatori del Family Day, che in una conferenza stampa improvvisata, accompagnato davanti alle telecamere da autorevoli senatori, ha detto che il popolo che lui rappresenta farà di tutto perché al referendum sulla Costituzione - che si occupa di regioni, di Senato, di enti inutili - passi il NO. E tutto questo per mandarmi a casa, avendo io annunciato che se perderò il referendum a differenza di altri politici sarò serio e coerente e non mi aggrapperò a una poltrona di consolazione. Purtroppo è una caratteristica ormai consueta di molti della c.d. società civile (e anche qualche sindacalista): una manifestazione, tre telecamere, due talk e zac, la politica politicante li ingloba subito nel sistema.
Che c'entra la difesa della famiglia con la riforma del Senato? Che c'entrano le coppie omosessuali con la cancellazione del CNEL? Che c'entrano i movimenti religiosi con le competenze regionali su energia e turismo? Nulla. Ma dobbiamo farla pagare a Renzi.
E io con un sorriso accetto la sfida e se mi inviteranno andrò nelle parrocchie, come nelle realtà del volontariato, a dire il perché - a mio giudizio - è giusto che la riforma passi, che la politica dimagrisca, che le Regioni facciano meno ma meglio.
Agli uni e agli altri, opposti estremismi, voglio dire che è finito il tempo in cui in Italia qualcuno aveva un diritto di veto, di blocco. Siamo andati avanti sulle riforme, sulla legge elettorale, sul JobsAct, sulla pubblica amministrazione, sulla responsabilità civile dei magistrati, sugli insegnanti anche quando i più ci dicevano di fermarci. A colpi di fiducia? Sì. Anche a colpi di fiducia quando era necessario. Non ci siamo fermati nemmeno alla sacrosanta esigenza di riconoscere diritti alle coppie omosessuali perché sarebbe stato incivile il contrario. Se qualcuno vorrà mandarci a casa per questo, andremo a casa. Ma fino a quel momento, ostinati e sorridenti, continueremo a fare le cose che per noi servono all'Italia.

3.
Il ruolo dell'Europa.
Molto complicato il quadro internazionale. Se arrivano timidi segnali di speranza dalla tregua in Siria e dalle elezioni in Iran, preoccupa ancora lo stallo in Libia e la tensione economica globale. Nel frattempo la questione migratoria continua a farsi sentire forte soprattutto nei paesi balcanici, come possiamo vedere anche dalle immagini di queste ore in Macedonia. In questa cornice l'incontro con il presidente della Commissione europea Juncker è stato una buona occasione per confrontarsi sul futuro dell'Europa senza giri di parole. Credo che sia ormai chiaro ai più che la posizione italiana non è tattica, ma strategica. Fuor di politichese: a noi interessa cambiare l'Europa perché pensiamo che il mondo abbia bisogno di un'Europa forte. Non facciamo piccole battaglie di retroguardie in nome della demagogia: diciamo con forza e chiarezza quello che non va, provando a indicare strumenti concreti per cambiare. Ho accolto Juncker con la venticinquesima slid e - nuova rispetto a quelle che già avete visto e che trovate comunque qui - dedicata alle procedure di infrazione scesa a un livello mai toccato prima (con Monti 104, con Letta 119, con noi siamo a 83): tutto ciò per dimostrare come l'Italia creda nelle regole e le rispetti. Ma il problema dell'Europa oggi è che abbiamo molte regole (che non tutti rispettano) e pochi ideali (che forse non tutti condividono). Questo è il problema. Noi non battiamo i pugni sul tavolo per non rispettare le regole. Noi facciamo proposte concrete perché l'Europa sia più forte e l'Italia più consapevole.
Il mondo ha bisogno di un'Europa che si occupi di cose serie, che rilanci la crescita, che torni protagonista. L'Italia farà la sua parte, senza paura.
Pensierino della sera. Sempre emozionante la notte degli Oscar nell'edizione che passerà alla cronaca come la notte di Di Caprio (che ha tra l'altro detto una cosa molto bella sul non dare per scontato il pianeta, forte delle sue battaglie sul climate change). Ma io condivido con voi l'emozione per la statuetta al Maestro Morricone. Non sono un grande esperto di cinema e di musica al punto da poter fare valutazioni tecniche anche se - come molti - persino un profano ha il diritto di stupirsi a pensare che a Morricone non avevano ancora dato il Premio nemmeno nel 1986 per Mission che, secondo me, resta tra le colonne sonore immortali. No, non entro nel merito. Dico solo che vedere premiato questo giovanotto di 87 anni, straordinario nella sua forza e nella sua grazia anche mentre omaggiava i colleghi sconfitti è stato emozionante. L'ultima volta che ho visto Morricone, insieme a Tarantino, qualche settimana fa sono stato letteralmente travolto dal suo en tusiasmo e dai suoi progetti per il futuro.
Complimenti, Maestro! L'Italia è orgogliosa di lei.

Un sorriso,
Matteo

Post-Scriptum. Nota tecnica, noiosa. Saltatela insomma se state già sbadigliando. Uno dei miei impegni fondamentali è sempre stato lavorare a un nuovo patto con i comuni. Con i sindaci. Perché se è vero che abbiamo impedito loro - per legge - di alzare le tasse (buttare giù le tasse è stata la cosa più di sinistra che abbiamo fatto, con buona pace dei critici, dagli 80 euro in poi), è anche vero che abbiamo cercato da subito di sbloccare gli investimenti nei comuni. Avendo fatto il sindaco mi ricordo quando mi arrabbiavo per colpa del patto di stupidità, per gli amici patto di stabilità, che magari mi impediva di fare i lavori nelle scuole o ai marciapiedi. Bene. I primi segnali iniziano a vedersi. Alcuni numeri.
  • Nel 2015 grazie alla prima modifica del patto di stabilità, gli investimenti dei Comuni sono passati da 10,9 miliardi a 12,6 miliardi. Più 15%, insomma. Diminuisce la spesa corrente, aumenta la spesa per investimenti: questo è ciò che serve, davvero.
  • Nel 2016 con la nuova organizzazione del patto di stabilità, ci aspettiamo una crescita di almeno un altro miliardo, come minimo (io spero di più, a dire il vero). A proposito, fatemelo chiedere ai sindaci o assessori che leggono: sono partiti i lavori nei vostri territori? Noi ci aspettiamo il picco tra il secondo e il terzo trimestre del 2016. A che punto siete a casa vostra? Avete finalmente sbloccato i cantieri fermi? Vi leggo matteo@governo.it
  • A questo vanno aggiunti i cantieri sulle scuole. Ricordate che abbiamo messo mezzo miliardo in più nella legge di stabilità 2016? Bene, il bando scade domani alle 23 (affrettatevi!) ma già adesso abbiamo ricevuto richieste per circa 660 milioni di lavori da fare.
Sbloccare l'Italia dalla burocrazia, dalle risorse ferme negli angoli del bilancio, della paura degli amministratori e dei dirigenti, dalle incertezze del governo centrale: questo l'obiettivo che ci eravamo dati due anni fa e che continuiamo ad avere in testa. Perché la stabilità delle aule dei nostri figli vale più di tutto. Di nuovo un appello agli enti locali: seguite i bandi, i progetti, le opportunità sull'edilizia scolastica.
Perché far ripartire l'Italia dalla scuola non è uno slogan, ma una possibilità concreta.

9 commenti:

Anonimo ha detto...


ANCORA LUI ????? NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO...

Anonimo ha detto...

bastaaaaaaaa

aiutoooooooooo

Anonimo ha detto...

http://www.ilgiornale.it/news/economia/ennesimo-schiaffo-renzi-loccupazione-resta-palo-1230948.html

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ci-faranno-lavorare-fino-70-anni-1230862.html

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ecco-i-danni-dellausterity-litalia-maglia-nera-dellue-1230840.html

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/tasse-lue-ora-gela-renzi-sulla-mossa-elettorale-1230637.html

Anonimo ha detto...

L' intenzione di questa politica è quella di tassare e far pagare solo a quei pochi che lavorano pensionati compresi e non permettere loro di stare meglio, non + di quanto non lo siano stati fino ad ora, vale a dire il loro reddito non dovrà aumentare di un centesimo da qui all'eternità. Mentre la casta dei politici consiglieri regionali e territoriali dovranno permettersi tutto e di + compreso "l' air force" aereo, voluto dal renzi pagato dagli italiani lavoratori e pensionati.

Anonimo ha detto...

La BCE acquista ogni anno un’enorme quantità di debito pubblico italiano, ma può continuare a farlo solo se l’Italia rimane ad un livello di certificazione da parte delle agenzie di rating pari a BBB-. E oggi ci troviamo proprio a questo punto, perciò Renzi è sotto ricatto: se il premier, che ha attaccato l’Europa, non obbedisce a Bruxelles e tiene duro le agenzie di rating declassano l’Italia e la BCE smette di comprare i titoli di stato. A meno che, attenzione, non sia la Troika a intervenire e a imporre all’Italia un piano di austerità molto severo, come quello della Grecia. Insomma, il dominus è Mario Draghi. Come volevasi, l' accordo x impoverire gli italiani è detto fatto con bruxelles, non lamentatevi italiani fate i buoni e pagate !!!!!!!

Anonimo ha detto...

Ora c' è in ballo anche la casa pignorabile dopo 7 rate non pagate di mutuo.
La banca se la può prendere senza passare dal giudice. naturalmente il toscano una ne fa e 100 le studia di notte, la nuova normativa è in attesa di passare alla camera. Ci prendono pure la casa, dopo aver tolto il lavoro e aver prosciugato le buste paga con tassazione sempre + alta senza preavviso ora non ci rimane che lavorare gratis per il governo, come succede in cina. Buon sfascio a tutti !!!

Anonimo ha detto...

Eppure c'è una generazione che davvero si è presa tutto, consumando gli anni e la vita fino al midollo. È la mia, quella che ha scavalcato o sta scavalcando i sessant'anni, nata quando Modugno allargava le braccia e cantava Volare, sull'onda del miracolo italiano. Ci hanno chiamato figli del boom, l'ultima grande infornata di nascite record, battezzati dal miracolo italiano. Cosa abbiamo avuto di più rispetto ai Caputo? Il sogno, l'adrenalina, l'avventura, la rivolta, l'immaginazione, la lotta. Certo, alcuni di noi hanno pagato un prezzo di sangue e di piombo, altri sono finiti con una siringa nel braccio, ma abbiamo viaggiato ad un'altra velocità.Quelli che sono venuti dopo non sono mai stati giovani come lo siamo stati noi. Ci siamo presi il monopolio della gioventù, con la pretesa di non invecchiare mai, di rappresentare per sempre quell'ideale. Come Dorian Gray, fino a marcire dentro. Ci siamo beccati la musica migliore, l'età d'oro del rock, leggendaria e irripetibile. Quella che ancora oggi scuote l'anima e le viscere, quella che per gli altri è solo una nostalgia mai vissuta da raccattare in qualche film o serie tv. Noi invece eravamo lì, vivi, in diretta, con lo sguardo perso sulle mani di Jimi Hendrix, senza sapere che nessun altro avrebbe fatto vibrare una chitarra come lui, al di là del bene e del male. Abbiamo visto nascere le radio libere e ci siamo tuffati nei corpi della rivoluzione sessuale. Il sesso che sa ancora di peccato, ma non è più tabù. Avevamo vent'anni e ci siamo goduti quella tregua di promiscuità tra la sifilide e l'Aids.Noi, soprattutto, non avevamo paura. Neppure della Guerra fredda. C'erano muri di ideologia, ma non ci hanno impedito di viaggiare su e giù, guardando il mondo come se fosse sempre la prima volta. Non c'era turismo di massa, ma si andava alla scoperta di luoghi meravigliosi nascosti negli angoli della terra, senza le masse, senza la folla, senza ritrovarti le mani sulle spalle del vicino di casa. C'era Capri quando ancora era Capri o, se volevi, potevi perderti in India o attraversare il Medio Oriente in moto dormendo ai bordi delle strade o andare in bicicletta da Amsterdam a Parigi senza l'angoscia delle famiglie e il telefonino che ti controllava.Abbiamo vissuto di utopia, al punto da consumarla e non lasciare nulla agli altri. Abbiamo sacralizzato la politica, salvo accorgerci che era solo un gioco. Con la scusa della fantasia al potere abbiamo occupato tutti i posti disponibili, constatando che il cinismo rende più dei sogni. Ma pure i sogni ce li siamo tenuti per noi. Abbiamo sottoscritto che il privato è pubblico e così abbiamo speso tutte le risorse a disposizione messe in circolo da uno Stato spendaccione. I debiti? Li stanno pagando gli altri, con una vita precaria. Siamo stati gli ultimi a sfruttare il bene e il male del Novecento, ubriachi di vita e a costi bassi. E siamo stati gli ultimi a godere della tranquillità del posto fisso. È per questo che ci siamo presi tutto, più ancora della generazione di Caputo, godendoci allo stesso tempo l'adrenalina della trasgressione e la tranquillità della sicurezza. Noi ci abbiamo provato a cambiare il mondo e, in fondo, ci siamo pure riusciti, a costo di mandarlo in frantumi e ben attenti a conservare per noi i cocci migliori. Abbiamo fatto saltare il banco e stiamo ancora festeggiando.Abbiamo sognato. Quando il sogno non era ancora un'illusione e l'America era un mondo meraviglioso dove Doctor J con le sue schiacciate era immagine ad anni luce di distanza.Noi siamo quelli a cui il Papa in una notte di luna piena ha regalato una carezza. Abbiamo goduto con il Milan, prima squadra italiana a vincere la Coppa dei Campioni. E poi abbiamo visto l'uomo sulla Luna. Come potevamo aver paura del futuro? noi sognatori degli anni 50 agli 80 avevamo tutto pure la luna.

Anonimo ha detto...

persona strana al posto sbagliato nel momento sbagliato

Anonimo ha detto...

L'ultima prova di un esecutivo senza cultura

Dalla vicenda di Banca Etruria e, più in generale, dalla crisi del sistema bancario - in sofferenza per una politica creditizia attenta solo ai propri risvolti clientelari - non è che il governo sia uscito bene
L'Italia è in crisi, ma nessuno vuole dirlo per carenza culturale e per opportunismo politico. L'esempio lo dà lo stesso presidente del Consiglio, furbo, vanitoso, che sopperisce col cinismo alla propria inadeguatezza culturale, e attento unicamente a restare in sella il più a lungo possibile, non facendo nulla. E gli italiani lo appoggiano pure.