Un lettore ha inviato questo articolo de Il Resto del Carlino.
I genitori di Alyan
Bologna,
20 marzo 2016 - Alyan
è nato sotto il segno dei Pesci, ma soprattutto sotto una buona
stella. Aveva tanta fretta di venire al mondo che non ha aspettato il
termine della gravidanza, scegliendo un modo rocambolesco di far
partorire la giovanissima mamma Tihmina, ventunenne. Il
bimbo ha rischiato di nascere in ambulanza,
durante il viaggio da Vergato a Bologna, e ha emesso il primo vagito
appena due minuti dopo che il mezzo del 118 è arrivato all’ospedale
Maggiore. Ora Alyan è in
incubatrice,
alimentato a livello gastrico attraverso un sondino e con
un’infusione endovenosa di glucosio. «Il bimbo sta bene – dice
il dottor Fabrizio Sandri, direttore della Neonatologia e della
Terapia intensiva neonatale – ma dovrà restare qui ancora qualche
giorno. È nato all’ottavo mese, quindi prematuro, ed è piccolino,
perché pesa due
chili e 125 grammi.
Fortunatamente, il parto è avvenuto in ambiente protetto».
Già,
perché la paura è stata grande, come spiega papà Khurram Shezhd,
25 anni, operaio pachistano, che lo scorso anno è riuscito a far
arrivare a Vergato anche Tihmina, che ancora non parla bene
l’italiano, e il loro primo figlio, Shiban, di due anni, nato in
Pakistan. «Nella notte tra martedì e mercoledì – spiega il padre
di Alyan – Tihmina ha avuto dei dolori, poi è stata meglio. Ma
alle 7 era già in piedi, tanto che mia madre ha detto così: ‘Sento
che oggi nascerà tuo figlio’». E la donna ha ragione: le doglie
stanno per tornare.
Alle 10,21
la centrale operativa del 118 riceve la richiesta di soccorso; alle
10,27 l’ambulanza Vergato 59 è sul posto. «Ho visto subito che
non c’era tempo
da perdere –
spiega l’infermiera Simona Righi – e così abbiamo avvisato
l’automedica che era a Marano, a una decina di chilometri».
Passano pochi minuti e arriva anche il medico. Sono le 10,39. «Siamo
partiti subito per il Maggiore. La situazione – ricorda il dottor
Sebastiano Grasso – ha avuto un’accelerazione quando
si sono rotte le acque e allora ho aperto il kit per il parto.
Però non sono dovuto intervenire, ho solo cercato di rassicurare la
mamma, dicendole che se la situazione fosse precipitata ci saremmo
fermati lungo la strada. Intanto, abbiamo avvisato il Pronto
soccorso». Alle 11,08 l’ambulanza è davanti alla Maternità, il
travaglio è ormai nella fase espulsiva. «Aspettavo la mamma –
dice la ginecologa Caterina Bisogni del Pronto soccorso ostetrico –
e a mia volta avevo allertato la sala parto. In due minuti il bimbo è
nato ed è stato immediatamente affidato ai neonatologi».
L’avventura si era felicemente conclusa.
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