Segnalato
da ER Ambiente.
Mentre ‘Siamo nati per camminare 2016’, la sesta edizione della campagna regionale per promuovere la mobilità sostenibile sui percorsi casa-scuola macina e raccoglie adesioni a pieno ritmo, il Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica della Regione presenta due volumi che affrontano i temi della mobilità pedonale e sostenibile.
Il
primo ‘A
piedi e in bici con le amiche e con gli amici. Come promuovere la
mobilita scolastica ciclopedonale nella scuola primaria’ si
propone come una guida pratica per interventi di mobilità
scolastica. Gli autori, assunti i panni di un ipotetico operatore
della salute, raccontano l'avvio di un progetto di promozione
dell’attività fisica con bambini e bambine della scuola
primaria, seguendo una metodologia di lavoro improntata al
modello Precede-Proceed proposto da Lawrence W. Green e Marshall
Kreuter: un metodo che, quasi come una bussola, consente di
monitorare, orientare, documentare e valutare efficacemente il
lavoro svolto. Il testo fornisce suggerimenti operativi e
approfondimenti bibliografici, spiega le ragioni delle scelte e
racconta dettagliatamente le tappe dell’itinerario progettuale,
dalla raccolta dei dati necessari per capire il contesto e le sue
problematicità, fino all’implementazione e alla valutazione del
progetto. Si comprende così che Precede-Proceed è un modo di
pensare, un metodo di lavoro che non nega la complessità, né la
enfatizza, ma aiuta a riconoscerla e ad affrontarla con
sistematicità, consentendo di promuovere azioni efficaci.
Il
secondo è la traduzione del documento OMS ‘What Works’
intitolato ‘Interventi
per alimentazione e attività fisica: cosa funziona’. Questo
documento propone una rassegna di letteratura sugli interventi
efficaci su alimentazione e attività fisica e nel capitolo
‘Politica e ambiente’ si parla anche di mobilità casa scuola
mentre nel capitolo ‘Comunità’ di Pedibus. Quali sono i
principali interventi che si sono dimostrati efficaci nella
promozione dell’attività fisica e di una corretta alimentazione?
Quali azioni sono risultate valide nel ridurre il rischio delle
malattie croniche correlate a stili di vita non salutari? Per
provare a rispondere a queste domande e per offrire a decisori e
operatori esempi concreti, evitando la dispersione di risorse in
azioni inutili, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel
2009 ha pubblicato il rapporto ‘Interventions on diet and
physical activity: what works’ (in breve “What works”). Il
lavoro presentava, in diversi documenti, i risultati di un’indagine
fatta sulla base di 395 pubblicazioni scientifiche selezionate
dagli autori per la loro correttezza scientifica tra oltre 1700
studi esaminati (937 studi sull’alimentazione e 776 sull’attività
fisica). Questa pubblicazione, nata sotto il cappello strategico
della ‘Global Styrategy on Diet, Physical Activity and Health’
(Dpas) adottata nel 2004 dall’Assemblea mondiale della sanità,
ne fa proprie le linee guida e il mandato: combattere inattività
fisica e cattiva alimentazione (principali cause di gran parte
delle malattie non trasmissibili che affliggono la popolazione) e
seguire obiettivi e strategie comuni. Anche al passare di qualche
anno dalla sua pubblicazione, “What works” rimane un documento
di particolare interesse per tutti coloro che si occupano di
promozione della salute.
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