Dal
Movimento Cinque Stelle regionale:
Il
gruppo regionale del M5S ha presentato un progetto di legge per la
riforma dei vitalizi che la Regione erogherà ancora per 185 ex
consiglieri.
Passaggio
al sistema contributivo, divieto assoluto di cumulo con qualsiasi
altro tipo di reddito o incarico, massima trasparenza sulla
pubblicazione dei dati, innalzamento dell’età a partire dalla
quale sarà possibile beneficiarne. Sono queste alcune delle novità
contenute all’interno del progetto
di legge sui vitalizi depositato
dal gruppo regionale del Movimento 5
Stelle dell’Emilia-Romagna. Dodici
articoli che mirano a depotenziare la rendita di cui godranno 187
ex consiglieri regionali e 30 loro familiari e
che costerà alle casse della Regione per i prossimi anni più
di 100 milioni di euro.
“Questo
progetto di legge è l’ennesimo tentativo da parte del M5S di
limitare i danni creati da un privilegio odioso quanto anacronistico
– spiega Andrea Bertani,
consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e primo firmatario del
progetto di legge presentato assieme alla capogruppo Giulia
Gibertoni e ai
consiglieri Silvia Piccinini,
Gianluca Sassi e Raffaella Sensoli –
Sin dal primo giorno del nostro insediamento in Assemblea,
esattamente un anno fa, abbiamo chiesto di eliminare tutti i vitalizi
con effetto immediato e retroattivo. Purtroppo la Giunta, e la
maggioranza, hanno continuato incredibilmente a difendere questo
privilegio rifiutandosi di muovere un dito e sostenendo che visto che
sono stati aboliti a partire dall’attuale legislatura, quella dei
vitalizi fosse una partita chiusa. Ma è qui che sta l’inganno:
contrariamente a quello che ci vogliono far credere i vitalizi
rappresenteranno ancora per molti anni un’importante voce di spesa
del bilancio dell’Assemblea Legislativa, arrivando a costarci oltre
100 milioni di euro.
Con la nostra legge vogliamo cercare di limitare questo danno,
alzando il requisito dei 60 anni a 67 (l’età utile alla generalità
dei lavoratori per andare in pensione) di chi ha scelto di
beneficiare del vitalizio, il divieto di cumulo con qualsiasi altro
reddito e il passaggio al sistema contributivo per il suo calcolo. In
questo modo, già da questa legislatura, potremmo
risparmiare più di 10 milioni di euro,
solo innalzando l’età ‘pensionabile’ e ancorando la base di
calcolo allo stipendio attuale dei consiglieri regionali. Se poi si
decidesse di passare anche al sistema
contributivo, l’ammontare della spesa complessiva per i vitalizi
verrebbe ridotta a meno di un quinto (20 milioni anziché oltre 100).
Risparmi che potrebbero essere destinati a favore delle piccole
imprese della nostra regione attraverso il fondo per il microcredito.
Inoltre è probabile che con questo sistema quasi tutti gli ex
consiglieri rinuncino al vitalizio incassando le somme versate senza
interessi e rivalutazione”.
Attualmente
tutti gli ex consiglieri regionali che non hanno rinunciato al
vitalizio, si ritrovano ad incassare, con decorrenza dal 60esimo anno
di età, una somma che si attesta in
media circa sui 2.700 euro mensili lordi,
mentre un impiegato o un operaio avranno bisogno di circa 40
anni di lavoro per andare in pensione e percepire, spesso, somme
comunque molto inferiori. Questo perché il calcolo della rendita
avviene attraverso non quello che realmente il politico ha versato ma
sull’ammontare del suo stipendio. Volendo fare un calcolo
approssimativo delle somme in gioco, basta considerare la
decurtazione operata sul compenso di un consigliere della scorsa
legislatura: circa 1.000 euro
mensili, a titolo di accantonamento
per il vitalizio, moltiplicarla per le mensilità di una legislatura
(12x5 = 60) otterremo così quanto occorre versare per avere diritto
a un vitalizio mensile di circa 1.700 euro, ossia 60.000
euro. Ora la vita media delle donne
è di 84 anni e mezzo, quella degli uomini di poco più di 79
anni, dunque possiamo generalizzare
affermando che la vita media, senza tener conto del genere è di
circa 81 anni. Iniziando a percepire il vitalizio a 60 anni un
consigliere dovrebbe beneficiarne, in media, per 21 anni incassando
così 428.400 euro,
dunque realizzando un extra profitto
di ben 368.400.
Sui 428.400 euro il 14%, infatti, sono dovuti al versamento
effettuato (60.000 euro in una legislatura) e l’86%
sono somme che paga il contribuente regionale.
Un’esemplificazione,
sul dato reale, è quella del vitalizio percepito mensilmente da un
ex Presidente della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, Lanfranco
Turci, che arriva ad un lordo
mensile di euro 4.950,25, quasi
pari all’indennità dei consiglieri attualmente in carica (5.000
euro) o quella di una ex consigliera regionale, Daniela
Guerra (Verdi) che percependo
un lordo mensile di euro 4.125,21 (in
base alla propria aspettativa di vita) potrebbe arrivare a percepire
in totale euro più di un milione di
euro.
Il
progetto di legge del M5S sui vitalizi stabilisce anche il divieto
di cumulo per chi può contare
su un qualsiasi altro reddito. Nella
lista dei 185 ex consiglieri che ricevono mensilmente il
vitalizio ci sono moltissime persone che hanno in atto altri
incarichi o incassano ulteriori vitalizi
come rappresentanti di altre istituzioni. È il caso del
professor Augusto Barbera,
fresco di nomina a giudice della Corte Costituzionale, che dal 1994
riceve dalla Regione un assegno mensile di quasi 2mila
euro lordi.
“Visto
che il PD sia in Assemblea che in Commissione ha giustificato il suo
no all’abolizione totale dei vitalizi (anche retroattivi) con la
volontà di riformarli in un prossimo futuro, chiediamo di accelerare
i tempi e discutere concretamente sulle nostre proposte – conclude
Andrea Bertani
– Adesso c’è un testo di legge sulle quali poter avviare un
confronto, non possiamo perdere altro tempo, non ce lo possiamo
permettere. Quei 100 milioni che dovremmo pagare da qui a 20 anni in
vitalizi possono essere spesi sicuramente meglio, a partire dal fondo
per il microcredito fino al
finanziamento del reddito di cittadinanza”.
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