lunedì 8 settembre 2025

Montagna, crescono i residenti in Appennino. Baruffi: “Segnali positivi, ma restano le criticità”

 



Riceviamo:

In Emilia-Romagna l’Appennino torna ad attrarre nuovi abitanti: tra il 2019 e il 2023 il saldo migratorio si attesta a +46,7 per mille, ben al di sopra della media nazionale (+12 per mille). Un dato che conferma la vitalità delle aree montane, sempre più terreno di innovazione e sostenibilità, grazie a esperienze come le comunità energetiche rinnovabili, le Green Communities e le cooperative di comunità.

È quanto emerge dal Rapporto Montagne Italia 2025, presentato oggi a Monte San Pietro (Bo) e Castelnovo né Monti (Re), promosso da Uncem – l’Unione nazionale di Comuni ed enti montani – con la Fondazione Montagne Italia e il Dipartimento per gli Affari regionali della Presidenza del Consiglio.

Alla presentazione hanno preso parte, tra gli altri, l’assessore regionale con delega alla montagna e alle aree interne Davide Baruffi, il presidente nazionale di Uncem Marco Bussone, la sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi (delegata per la montagna della Città Metropolitana di Bologna), con il sindaco di Bologna Matteo Lepore collegato da remoto.

Baruffi: “Risultati incoraggianti, ma servono riforme”

“L’aumento della popolazione nell’Appennino emiliano-romagnolo è frutto anche delle strategie territoriali messe in campo da Regione e Comuni, con investimenti e servizi mirati – ha commentato Baruffi –. Ma non possiamo ignorare le difficoltà: dai tagli ai trasferimenti statali diretti e indiretti su sanità, scuola e trasporti, alla logica del Fondo di solidarietà comunale che penalizza la montagna rispetto alla pianura, fino alla cronica difficoltà di reclutare personale negli enti più piccoli”.

L’assessore ha annunciato due interventi regionali di sistema. Il primo riguarda una proposta di riforma istituzionale, che la Giunta presenterà in autunno, per riordinare funzioni e sostegni a Comuni, Unioni e Province, rafforzando la cooperazione tra enti. Il secondo è l’introduzione di una programmazione negoziata con i territori, per superare la logica dei bandi che ha caratterizzato il Pnrr.

“Serve favorire progettualità condivise – ha concluso Baruffi – premiando la collaborazione tra comunità, anziché alimentare la competizione. Le esperienze delle agende trasformative urbane e delle strategie territoriali montane ci mostrano che questa è la strada giusta”.

 


ALLEGATO

 

La montagna dell’Emilia-Romagna Giunto alla quarta edizione, il “Rapporto Montagne Italia 2025” costituisce un'analisi dettagliata delle condizioni e delle opportunità delle aree montane italiane; mette in evidenza il ruolo delle iniziative di innovazione e nate ‘dal basso’ per affrontare la crisi climatica e promuovere lo sviluppo sostenibile. Tra le esperienze virtuose raccontate nel volume, rientrano le Comunità energetiche rinnovabili, che promuovono la produzione e l’autoconsumo locale di energia pulita; le Green Community, che aggregano territori montani in progetti di sviluppo sostenibile e le Cooperative di comunità, che presidiano e gestiscono servizi essenziali come scuole, farmacie, trasporti locali. La fotografia L’Emilia-Romagna conta 121 Comuni montani, pari al 36% dei Comuni della Regione e occupano il 35% della superficie complessiva. Lì vive il 7% della popolazione con densità abitativa media di 40 abitanti per chilometro quadrato. Un’eccezione rilevante è il “corridoio metropolitano” Bologna-Firenze, dove il livello delle infrastrutture attribuisce alla montagna condizioni particolare favore e dove quindi si registrano i picchi di densità abitativa (80-120 ab/km2). La demografia - Covid e guerre hanno riattivato un flusso migratorio di popolazione italiana verso la montagna: tra 2019 e 2023, 100mila persone hanno deciso di trasferirsi sulle Alpi o in Appennino. Gli italiani (64mila) sono nettamente più numerosi rispetto agli stranieri (36mila). Un fenomeno che si conferma anche in Emilia-Romagna, dove il saldo migratorio nel periodo 2019- 2023 cresce notevolmente - da 8,23 a 46,7 per mille – e interessa tutte le province. Al vertice della classifica, tra i territori più attrattivi si collocano Terre dei Castelli, nel modenese (+78,86 per mille), che conquista il primato regionale; Alta Val Nure nel piacentino (65,29); l’Appenino bolognese (58,43) e la Val Trebbia e Val Luretta (54,98). L’assetto istituzionale - Dopo la soppressione delle Comunità Montane nei primi anni Duemila, il legislatore ha indicato la strada delle Unioni di comuni montani. Oggi in Italia si contano 443 Unioni composte complessivamente da 2.670 Comuni: 293 sono Montane (66%) composte da 1.761 comuni. Si tratta di un’architettura istituzionale più diffusa nel Nord Italia, con l’Emilia-Romagna che spicca su scala nazionale con 21 Unioni di comuni montane, a cui appartengono 81 comuni (25% del totale regionale). L’economia - Il tasso di occupazione in montagna è del 38,5%, rispetto al dato nazionale del 45%: fortissime le disuguaglianze tra Nord e Sud. Nell’appennino emiliano-romagnolo si presentano tassi di occupazioni elevati: in media del 40%, con punte tra 38 e 43%. A fronte di un dato di occupazione femminile nazionale del 34,6%, nella nostra regione si raggiunge il 39,7% (+5,1%). Tra i territori più performanti in quanto a densità del tessuto imprenditoriale si conta il “corridoio” Bologna-Firenze, che si pone in relazione diretta con i capoluoghi metropolitani. La montagna emiliano-romagnola è inoltre seconda, su scala nazionale, per densità di imprese ogni 100 abitanti: 10,82, subito dietro le Marche (10,95).

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Analisi interessanti, come i dati, per quanto afferisce l'aumento di popolazione nei centri appenninici. Mi sorprende leggere che sia proprio la componente italiana quella che prediligerebbe l'appennino ai centri metropolitani. Si perché ovunque io mi sposti su quei territori montani vedo tanti veli in testa e tuniche con sottostanti ciabatte infradito che mi farebbero pensare il contrario. O no?

Anonimo ha detto...

Sono dati veramente strani, sono del tipo raccolti in via massarenti a Bologna, le nuove persone purtroppo, sono per la maggioranza islamiche, istruite alla sharia, non parlano con nessun italiano, non frequentano nessun italiano, non parlano italiano, sono comunità, presto voteranno, esattamente come nel regno unito, agli Interni la ministra velata. Shabana Mahmood è la prima donna musulmana a guidare un grande dicastero a Downing Street, ha votato velata, non sulla bibbia o sulla Costituzione ma bensì sul corano, mi pare che sia un bell'esempio di colonizzazione culturale.

Anonimo ha detto...

Ci vogliono almeno 10 anni per ottenere la cittadinanza, presto per modo di dire.

Anonimo ha detto...

Dieci anni passano presto, non è questo il punto, e lei lo sa bene !

Anonimo ha detto...

Quindi, cosa vuole dire?

Anonimo ha detto...

Shabana Mahmood veste all'occidentale, basta aprire Google e cercare qualche foto.
Siete intellettualmente disonesti, la discriminazione per tipo di religione è semplicemente razzismo, e con i vostri vomitevoli commenti non fate che confermarlo.

Anonimo ha detto...

Ecco, ecco definisce VOMITEVOLI i commenti fatti in libertà, non vedo niente di vomitevole, vedo solo persone che sostituiscono persone offendendo, vatti a vedere la foto giuste, quelle del giuramento sul corano, vedrai che è velata, così lancia un messaggio, il regno unito è islamico. Si inizia col dare del razzista, terrapiattista, complottista, per poi decidere "che se sei italiano ma non sei d'accordo con la sostituzione di popolo, puoi anche andartene dall'Italia" . Sei d'accordo con la sostituzione del popolo italiano con un'altro, magari musulmano? non me ne frega, io sono contrario, e tu sei un nemico o nemica da combattere.

Anonimo ha detto...

Vomitevoli e ributtanti, fino a prova contraria posso pensarlo liberamente pure io, caro.

Anonimo ha detto...

Pensiero da ottenebrato e con poca cultura caro o cara delle 03.20

Anonimo ha detto...

non riesco s a risponderti, mi censurano, tempo perso.

Anonimo ha detto...

Che venga scritto "fine" a questo progetto di integrazione impossibile, di integrazione nella nostra società di persone non integrabili, progetto partito nel 1871 da Albert Pike.Si tolga la libertà di contrasto a tutti gli "agenti provocatori" anti italiani, pagati per creare crisi economica in italia attraverso l'integrazione di stranieri, non integrabili.

Anonimo ha detto...

"(...)
si inizia col dare del razzista, terrapiattista, complottista
(...)"
Conta fino a 10^10 prima di postare vaccate, può servire.

Anonimo ha detto...

A mente libera non si può sostenere che una integrazione così come la stiamo vivendo possa funzionare. Non sarebbe onesto sostenerlo. Chi lo sostiene è un ottenebrato o segue i diktat delle becera politica. Si, becera perché offende le persone oneste che vogliono bene al proprio paese. Auguri a tutti!

Anonimo ha detto...

anonimo delle 03.20, chi sei ? NETFLIX?