martedì 29 novembre 2022

Erika Seta risponde alle polemiche

 


Erika Seta comunica:

 

Alla luce delle polemiche sollecitate ad arte sull'incontro pubblico del 26 novembre, ho ritenuto di inviare alle testate giornalistiche la mia personale posizione in replica agli articoli di giornale pubblicati chiedendone la divulgazione. Di seguito riporto quanto inviato.

Le contestazioni mosse al convegno de I Lemuri, con il patrocinio del Comune di Casalecchio, mediante pubblico volantino sottoscritto dalle forze di partito “Potere al Popolo”, “Unione Popolare” e “Rifondazione Comunista” della zona bazzanese mi impongono, stante il tenore linguistico, i contenuti e, soprattutto, le conseguenze verificatesi, di esprimere profonda preoccupazione per la preventiva aggressione e demonizzazione posta in essere.

Essa si sostanzia per un attacco alla libertà di espressione, ancor prima che alle persone coinvolte ed ingiustamente additate.

Le relatrici del convegno sono donne, professioniste non legate da interessi di partito, che hanno ritenuto, in piena libertà di espressione, di offrire alla comunità locale la propria esperienza professionale in materia. Definire un convegno divulgativo come uno “spauracchio” volto ad enfatizzare ed ingigantire l’allarme sociale costituisce una precisa offesa ai relatori, oltre che all’associazione e al Comune ospitante.

E’ assolutamente poco chiara, da un punto di vista logico, la correlazione posta in essere tra sgomberi di immobili illegittimamente occupati, condizione giuslavoristica degli “educatori di strada”, minori stranieri e forme di contrasto ai fenomeni criminali minorili; mentre assume chiari contorni mistificatori il richiamo a condotte antisociali, o comunque penalmente rilevanti, come situazioni da valorizzare.

Quanto alla lamentata scarsa erogazione di fondi alle cooperative per gli “educatori di strada”, alla quale farebbe da contraltare una condotta di volontaria enfatizzazione e di allarme sociale, si potrebbe obiettare la necessità di un controllo sul dispendio della spesa pubblica del terzo settore e la assenza di protocolli realmente efficaci, punti sui quali, in qualità di persona libera, posso affermare non esistano interlocutori attivi, stante gli evidenti interessi sottostanti. I firmatari del volantino non sono di certo interlocutori credibili per tali attività e se non fosse che, sulla scia della loro inqualificabile accusa, terzi soggetti hanno ritenuto “lecito” pedinare fino ai luoghi privati di lavoro una delle relatrici e minacciare gli organizzatori, dovrebbero scivolare nell’indifferenza.

La cultura della libertà o ci appartiene come elemento fondante della nostra esistenza o non la si può svilire a manifestazioni inutili, quanto discutibili, di dissenso.

Avv. Rita Ronchi

Avv. Laura Lecchi

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bella Oddo.

Anonimo ha detto...

chiunque abbia scritto questa roba, dovrebbe disimparare l'avvocatese scritto, perchè non si capisce niente di quello che è successo.