domenica 10 novembre 2019

L'allarme di Guglielmo Garagnani: “La sovrappopolazione di ungulati soffoca l'agricoltura. Così non va. Occorre cambiare”.

Confagricoltura Bologna: «Casi eccezionali di sovrappopolazione di ungulati e crescente preoccupazione per la presenza dei lupi, in particolare nel Parco dei Gessi e nel Parco dell’Abbazia di Monteveglio. La Regione ha profuso il massimo impegno in materia ma occorre rivedere la normativa nazionale»

Riceviamo: 

«Procedere con una profonda riscrittura della legge nazionale sulla caccia, la n. 157/92, normativa totalmente inadeguata da anni, perché la Regione ha profuso il massimo impegno nel cantierare azioni specifiche, ma ci sono aree della provincia dove adesso è richiesto un puntuale intervento, in particolare nel Parco dei Gessi e nel Parco dell’Abbazia di Monteveglio». È l’opinione di Guglielmo Garagnani, alla guida di Confagricoltura Bologna, che sottolinea come il problema della corretta gestione della fauna selvatica, degli ungulati e dei lupi, sia una priorità per l’incolumità della cittadinanza e per garantire la sopravvivenza dell’agricoltura. «È sempre più difficile fare gli agricoltori all’interno di una area protetta; pressoché impossibile – incalza Garagnani - se il Parco si trova in collina o montagna».
 
Difficoltà di ogni genere assillano gli agricoltori. Le attuali esperienze in materia di parchi regionali, per quanto compete la componente agricola, sono in gran parte giudicate negativamente, in quanto non si è favorito lo sviluppo economico delle attività agricole e di quelle ad esse collegate. «Manca un concreto progetto di valorizzazione economica delle aree coinvolte, per sfruttare appieno, ad esempio, le potenzialità della filiera della carne di selvaggina e dei prodotti derivati, anche attraverso la costruzione di una ristorazione di qualità che sappia intercettare la domanda del turismo venatorio», conclude il presidente di Confagricoltura Bologna.
 
L’Organizzazione degli agricoltori chiede il monitoraggio obbligatorio su scala regionale e nazionale delle popolazioni di ungulati e l’avvio di azioni straordinarie di prelievo, superando tutte quelle previsioni normative che limitano gli interventi. Siamo di fronte a una vera e propria emergenza che richiede la collaborazione di tutti gli attori, agricoltori, cacciatori, selettori, e se serve anche delle forze dell’ordine e dell’esercito per dare una risposta immediata. Occorre infine prevedere adeguati indennizzi per i danni diretti e indiretti che subiscono le aziende agricole e snellire le procedure per valutazione dei danni e del conseguente tempestivo ristoro.
 

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ogni scusa è buona per cacciare i lupi.... è l'uomo che ha occupato i territori dei selvatici.
Se riducessimo gli allevamenti intensivi si risolverebbero parecchi problemi ambientali.
Occorre convertire ed evolversi.
Poi è vero che qs cinghiali non sono autoctoni e c'è un sovranumero ma è sempre stato l'uomo a introdurlo.Sono più grandi più aggressivi e più prolifici del cinghiale originario dei ns territori.
Provate a combattere il mercato clandestino di carne di cinghiale priva di qualsiasi controllo poi ne riparliamo.
Troppo semplicistico voler risolvere tutto con la doppietta❗

Anonimo ha detto...

L'unico modo efficace e risolutivo del problema è l'uso della doppietta e non è affatto vero che l'uomo ha occupato i territori dei selvatici, è vero l'esatto contrario negli ultimi decenni c'è stato un preoccupante abbandono da parte dell'uomo di zone montane, alcuni borghi isolati sono diventati paesi fantasma, in molte zone marginali purtroppo non vi è più presidio umano. Poi non diciamo bischerate come è solito dire Vizzani contrario agli allevamenti intensivi e che ama i clienti dal portafoglio gonfio. Gli allevamenti intensivi mi vanno benissimo, hanno permesso di abbassare il costo della carne in modo tale che anche le classi più umili possono acquistarla e consumarla normalmente.

Anonimo ha detto...

Sono D'accordo con il post "sopra" sulla clandestinità della carne di cinghiale ma prima di tutto bisogna dire la VERITA', Prima di tutto il problema più grosso relativamente ai cinghiali è dentro al parco di monte sole, secondo problema liberare gli agricoltori dai "siti di interesse comunitario" che hanno espropriato i contadini del diritto di godere dei propri terreni, per consegnarli paro paro agli ungulati e ai loro cacciatori, in montagna è ancora peggio, terzo è abbandonare definitivamente la speranza che in Regione qualcuno riesca a capire qualcosa e rimedi agli errori fatti in passato presentando una soluzione valida, non ci riescono, non vogliono, non gli interessa, non ci guadagnano niente. LA SOLUZIONE E' IN MANO AI CONTADINI, NON ALL'ESERCITO.

Anonimo ha detto...

https://www.bolognatoday.it/cronaca/video-cinghiali-casalecchio.html

Ecco, evolviti mo' te con i cinghiali a 200 m dal Municipio di Casalecchio.
Vai a fare una passeggiata di sera nel parco con tuo figlio e trovati la scrofa che ti carica, e divertiti a scansarla: ti evolvi subito in Mennea con cinno in spalla.
In tre minuti impari a fare i 200 m in 21" netti.
Vuoi anche i lupi in piazza Maggiore? Accomodati, vagli a dare il miglio a vedere se beccano come i piccioni.