Foto
dei Carabinieri di San Giorgio di Piano. |
Entra
armato al supermercato e costringe il personale ad aprire la
cassaforte. Raggiunto lo scopo, si impossessa del contante e
abbandona il luogo, intimando però di non chiedere l'intervento
della forze dell'ordine, pena la 'morte'. L'immediato intervento dei
Carabinieri gli 'rovina la festa'. Rintracciato è stato trasferito
in carcere.
I
Carabinieri di San Giovanni in Persiceto hanno arrestato un
trentaseienne italiano, residente a Cento di Ferrara , per rapina
aggravata e resistenza a pubblico ufficiale.
E’ successo ieri pomeriggio, quando il 112 è stato informato che
un soggetto, alto, magro, col volto travisato da un passamontagna,
armato di pistola e col coltello infilato tra i pantaloni, aveva
rapinato il supermercato Dpiù e si era dato alla fuga. La notizia è
stata diramata subito alle pattuglie dell’Arma in quel momento si
trovavano in zona che hanno potuto intervenire con celerità. La
perfetta collaborazione con chi aveva assistito ai fatti, non ha
lasciato scampo al rapinatore. I Carabinieri, infatti, dopo aver
raccolto le testimonianze, hanno capito subito che dietro a quella
rapina c’era la firma del trentaseienne, noto per i suoi precedenti
di polizia specifici. A quel punto, è iniziata la caccia all’uomo,
terminata qualche minuto dopo a Cento, dove una pattuglia dei
Carabinieri ha individuato il rapinatore mentre stava camminando
lungo un marciapiede, poco distante da casa. Alla vista dei militari,
l'uomo ha cercato di scappare, ma non ci è riuscito ed è finito in
manette. Sottoposto a una perquisizione personale, è stato trovato
in possesso di 875
euro in contanti,
mentre all’interno di un’auto parcheggiata nelle vicinanze e
intestata alla sua convivente, i Carabinieri hanno trovato un
coltello, dei capi di abbigliamento e un passamontagna nero
corrispondenti alla descrizione rilasciata dai testimoni. La pistola
non è stata trovata. Ecco cosa hanno detto i testimoni ai
Carabinieri: “Lo
stesso mi afferrava per la maglia e mi trascinava in detto ufficio
poi chiudeva la porta.”;
“Successivamente
ci intimava di aprire la cassaforte altrimenti ci avrebbe ammazzato e
di non chiamare nessuno altrimenti avremmo fatto una brutta fine.”;
“…l’individuo
si agitava e mi prendeva per i capelli puntandomi la pistola alla
testa.”
“…mi
afferrava per il giaccone e mi trascinava nell’ufficio.”;
“Lo
stesso successivamente mi gettava a terra mi strappava la borsa…”;
“Sotto
la minaccia dell’arma entravo in ufficio ed il soggetto mi intimava
di sdraiarmi faccia a terra, poi indossava un passamontagna e guanti,
poi dopo aver spento la luce mi minacciava di aprire la cassaforte
altrimenti mi avrebbe ammazzata.”
Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Ferrara, il
trentaseienne è stato tradotto in carcere.
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