Pronta
la nuova sede operativa per la Croce Rossa di Castiglione dei Pepoli:
ospiterà uffici, sala corsi, ambienti per esami ambulatoriali e
un’ampia autorimessa per i mezzi a disposizione, tra cui
un’ambulanza recentemente acquistata
L'Unione
dei Comuni dell'Appennino bolognese informa:
Domani,
sabato 13 gennaio, alle 16, sarà inaugurata la nuova sede della
Croce Rossa di Castiglione dei Pepoli in via Cavanicce 43, in una
posizione strategica perché, pur essendo alle porte del paese, è
vicina alla sede dei vigili del fuoco e non distante dall’imbocco
autostradale. Sarà presente il coordinatore locale della Croce Rossa
Francesco
Decaria,
il sindaco Maurizio
Fabbri,
il presidente provinciale Marco
Migliorini, i
responsabili ASL del Pronto Soccorso
e le autorità locali.
L’associazione
opera dal 2000, conta una settantina di volontari e, come spiega il
coordinatore,
arriva a fornire circa 1200 servizi ogni anno, tra trasporti
intraospedalieri, trasporto disabili, supporto al 118 garantito 24
ore su 24 per 15 giorni al mese.
“Avevamo
una piccola sede in un appartamento in centro
– commenta Decaria – poco
più che un ufficio. Nella nuova palazzina invece potremo contare su
una ampia sala per riunioni e corsi di formazione, su uno spazio dove
potrà riposare chi è in turno di notte, su una stanza riservata a
chi utilizza i nostri servizi ambulatoriali”.
La
Croce Rossa infatti in questi anni ha fornito alla popolazione
servizi ambulatoriali molto apprezzati come il controllo della
pressione, del colesterolo, della glicemia, piccole medicazioni: si
contano 800, 900 operazioni di questo genere ogni anno, nella
giornata del mercoledì dedicata a questo servizio.
Il
nuovo stabile, costato circa 600 mila euro, prevede anche una rimessa
in grado di ospitare i mezzi a disposizione: 4 ambulanze, due
furgoni, due Fiat Doblò e un’automobile di servizio.
C’è
anche una bella storia di solidarietà legata all’inaugurazione di
sabato: una delle ambulanze della Croce Rossa è infatti nuova di
zecca. È stata acquistata grazie ad una famiglia bolognese che l’ha
voluta lasciare in eredità all’associazione, in segno di
riconoscenza per le attività svolte sul territorio che la famiglia
frequentava in vacanza.
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