giovedì 28 luglio 2016

SAECO DI GAGGIO MONTANO: LEGA, M5S E FI SPRONANO LA GIUNTA A PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI.

Riceviamo:
 Adesso basta con le promesse e con le parole al vento. Servono i fatti e servono subito. La situazione economico-lavorativa dell’Appennino bolognese non può essere lasciata ancora in un angolo come se il problema non riguardasse la nostra regione”.
Così Daniele Marchetti, consigliere regionale della Lega Nord illustra un’interrogazione a sostegno dei dipendenti della Philips-Saeco di Gaggio Montano (BO) sottoscritta anche dai consiglieri Raffaella Sensoli e Silvia Piccinini (M5S); Galeazzo Bignami ed Enrico Aimi (FI)”.
Questa larga condivisione – spiega Marchetti -, vuole riportare sotto la luce dei riflettori, una situazione come quella dell’appennino, troppo spesso dimenticata”.
Il 4 febbraio 2016 – si legge nel testo dell’interrogazione - presso il Ministero dello sviluppo economico, alla presenza dell’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi, del sindaco del comune e della Città metropolita di Bologna Virginio Merola, e del Sindaco di Gaggio Maria Elisabetta Tanari è stata sottoscritta un’intesa per accompagnare la fase di riorganizzazione aziendale della Philips-Saeco di Gaggio Montano e consentire a coloro che hanno accettato volontariamente la mobilità di potersi ricollocare nel mondo del lavoro”.
Tra gli interventi per le misure di politica attiva del lavoro per favorire il reinserimento occupazionale di lavoratori in mobilità – continuano i firmatari del documento - è stato messo a disposizione un milione di euro dal Fondo sociale europeo 2014-2020 mentre la Regione e il Ministero dello Sviluppo Economico  hanno avviato un’analisi complessiva sulla reindustrializzazione della parte del sito produttivo non più utilizzato dalla multinazionale olandese”.
Per questo – sostiene Marchetti -, alla luce delle difficili condizioni dal punto di vista occupazionale e industriale in cui versa l’Appennino bolognese e vista l’approvazione in aula dell’atto di indirizzo n.1772 con cui (a fine 2015) si invitava la Giunta a perseguire ogni ulteriore iniziativa che sarebbe stata ritenuta utile a contribuire alla positiva soluzione della crisi della Saeco, salvaguardando la produzione nello stabilimento gaggese, impegnandola altresì a utilizzare la Conferenza per la montagna come momento per la predisposizione di politiche industriali per tutto l’Appennino vogliamo sapere che cosa è stato fatto. Alla Giunta – conclude – chiediamo di sapere il costo e l’esito dell’analisi avviata tramite una società specializzata per la reindustrializzazione della parte del sito produttivo non più utilizzato e in che modo la Regione si è attivata per la predisposizione di politiche industriali per la montagna. Il tempo delle parole è finito. La nostra gente chiede interventi concreti”.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

FINALMENTE ADESSO SI PUO' CAPIRE COSA VUOL DIRE FARE OPPOSIZIONE O COMUNQUE FAR CAPIRE COSA VUOL DIRE ESSERE MINORANZA.

VUOL DIRE FARE COALIZIONE PER SOLLECITARE LA MAGGIORANZA.

COSA CHE AVREBBERO DOVUTO DIMOSTRARE MA NON L'HANNO FATTO ALLE LEZIONI COMUNALI DI BOLOGNA

francesco ha detto...

Ma davvero qualcuno credeva alla favola inverno 2015 dei politicanti "l'ocali" con intrusioni da Roma??! Realisticamente era anche fin troppo banale sapere che sarebbe finita in questo modo, uno "Spendi i soldi e scappa" con i delegati sindacali in prima fila ad incassare ed il benestare addirittura dell'Arcivescovo.. Ma il popolino dimentic in fretta, il decreto era stato firmato da un Ministro che ora sta a Capalbio mentre una Toretta ha chiuso ed un'altra chiuderà a breve. Parola di montanaro..