venerdì 15 luglio 2016

SASSO MARCONI licenzia il PICCOLO GRUPPO: sei educatori impegnati in un servizio educativo rivolto a preadolescenti.

Un comunicato del Piccolo Gruppo denuncia:


Venerdì 17 giugno il comune di Sasso Marconi ha preannunciato la chiusura dell’intervento educativo Piccolo Gruppo a partire da settembre 2016.

 Si tratta di un servizio di prevenzione, in collaborazione con le altre agenzie educative del territorio di Sasso Marconi, che ha radici storiche profonde ed è rivolto ad un gruppo ristretto composto da circa 7 minori seguiti dai Servizi Sociali e a rischio di esclusione sociale e di dispersione scolastica. I frequentanti del gruppo sono preadolescenti residenti nella municipalità, per i quali l’intervento educativo è stato calibrato in base alla specificità dei loro bisogni.
 
Noi Educatori Uniti contro i Tagli segnaliamo la gravità di tale scelta, che si pone in continuità con le tendenze politico-sociali di tagli degli ultimi anni: svilire e poi chiudere i servizi della prevenzione.
 
Viviana Tarozzi, responsabile servizi educativi Città di Sasso Marconi, ha spiegato:
Da alcuni anni l'amministrazione comunale di Sasso Marconi sta lavorando in modo nuovo. La ratio anche nel caso del servizio educativo rivolto ai preadolescenti è una sorta di transizione da un modello orientato al contrasto mirato del disagio (innovativo all'epoca dei Piani di Zona del 2003 quando è partito il Piccolo Gruppo) ad un modello che oggi predilige lo sviluppo di condizioni di vita il più possibile inclusive con interventi diversi e trasversali, che comprendono coesione tra generazioni, culture e storie di vita differenti. Negli anni sono cambiate molte cose, sia le risorse disponibili sia le esigenze di prevenzione. Oggi intendiamo coraggiosamente promuovere tutte le forme di inclusione possibile perchè sono quelle che hanno dato i migliori risultati sia quantitativi sia qualitativi.



3 commenti:

Educatori Uniti contro i tagli ha detto...

A Viviana Tarozzi: belle parole! Ma nel concreto? Come pensate di applicare "tutte le forme di inclusione possibile"? Il "contrato del disagio", come lo chiama lei - ed io utilizzerei davvero un'espressione diversa, meno discriminatoria - non è una diretta mediazione per la troppo citata e poco realizzata inclusione? Dove sono questi risultati, questi progetti? Inutile parlarci di nulla quando c'è di mezzo la vita di minori - minori della sua municipalità, di cui lei è socialmente e civicamente responsabile - vogliamo vedere una progettazione sensata, prima di smantellare servizi ad alta efficacia, che di risultati ne hanno portati di visibili.

Educatori Uniti contro i tagli

Anonimo ha detto...

Come sempre ci si nasconde dietro parole campate in aria per celare l'intenzione di risparmiare sempre sulla pelle delle persone in difficoltà, addirittura, come in questo caso, minori!
Tagliano, eliminano, risparmiano e poi ce la raccontano!
Che schifo!

Anonimo ha detto...

Ma cosa significa il discorso della responsabile dei servizi educativi? In dieci righe riesce a non dire nulla e chiude parlando di risultati quantitativi e qualitativi. Io mi aspetterei quantomeno una disamina seria di quanto fatto sinora, dal momento che si decide di cambiare strategia. Riempire un discorso di belle parole (inclusione, coesione, coraggio) può essere utile a livello politico ma da un tecnico mi aspetterei numeri/dati e valutazioni circostanziate in modo da capire i perché di una scelta. Questo perché magari può essere vero che alcuni tipi di intervento siano ormai da considerarsi obsoleti. Ma dire "negli anni sono cambiate le cose" vuol dire tutto e niente. Credo che i cittadini - che questi servizi li pagano - abbiano il diritto di sapere i perché di alcune scelte. Quindi chi di dovere (politici e tecnici) dovrebbe prendersi la briga (non facile, lo ammetto) di spiegare le cose in maniera chiara e semplice.
Grazie. Marco